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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

08/10/14

Marò, nuovo rinvio processuale ... e l'Italia ??







 L'iter giudiziario vero e proprio non inizierà che a Natale


Indietro marò. In questo crudele gioco dell’oca dove per un passo fatto in avanti se ne retrocede di cinque. E per i due poveri militari italiani continua lo stillicidio, l’agonia sfibrante, il calvario kafkiano. Soli contro tutti, in un paese lontano e ostile: uno, Massimiliano Latorre, ci sta perdendo la salute, l’altro, Salvatore Girone, sta cercando in modo commovente di fare da stampella all’altro, E neanche il diritto ad una sentenza immediata, purchessia. Prima il rinvio tecnico sul rimpatrio di Latorre dal 9 al 12 settembre, rinvio  voluto dal giudice della Corte Suprema e motivato dalla necessità di consultazioni a livello governativo; poi il pronunciamento favorevole al marò malato di ischemia e il nulla osta al suo rientro in Italia, per scopi terapeutici, ma col limite tassativo di quattro mesi; infine la nuova messa in stallo del 25 settembre: l’inizio del processo vero e proprio è rimandato non di uno né di due bensì di tre mesi. Insomma, il percorso giudiziario che dovrà portare al verdetto sul proscioglimento o la condanna definitivi dei fucilieri non inizierà che alle porte di Natale.

Sembra che, più che di deliberare sulla sorte dei due presunti assassini, ci sia la voglia di tenerli sadicamente congelati.  Quando Latorre tornerà in India il 23 gennaio, troverà il processo appena iniziato. Altro che risparmiargli almeno la fatica fisica delle prime sedute! Quindi si può vedere una crudele coerenza tra i paletti con cui l’istanza dei legali del marò malato è stata accolta e questa decisione, inaspettata, indignante, irritante, di un nuovo rinvio. E tutto questo perché? E’ andata così: in aula mancavano ben tre dei quattro pareri autorevoli richiesti sull’effettiva competenza della polizia antiterrorismo indiana (Nia) a intervenire contro i militari poi incriminati. Delle parti chiamate a deporre, i tre ministeri  degli Interni, della Giustizia e degli Esteri  e la stessa Nia, solo gli Interni si sono degnati di inviare rappresentanti. Tutto da rifare, tutto rimandato, quindi, future defezioni permettendo: al 12 dicembre. Indietro marò, ancora una volta fino alla casella 12: possiamo solo augurarci che le undici che la separano dal traguardo non equivalgano a mesi.

Gianluca Vivacqua - 06/10/2014

fonte: http://www.notizienazionali.net

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