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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

08/10/14

Enea, altra infornata nel carrozzone Dopo l’ex deputato bersaniano Testa lo Sviluppo nomina due subcommissari




Accanto al commissario non potevano mancare due subcommissari. Del resto la storia va così da anni, peraltro in molti settori, ed evidentemente c’è chi ha ritenuto i tempi non maturi per un’eccezione. Il dato certo è che all’Enea è ancora tempo di nomine. Dopo aver individuato come commissario l’ex veltroniano e poi bersaniano Federico Testa, professore universitario di economia ed ex deputato Pd rimasto escluso dalle ultime elezioni politiche, il ministero dello sviluppo economico ha recentemente posizionato altri due tasselli. Come subcommissari dell’ente, nato all’epoca per occuparsi di nucleare, sono stati nominati Cristina Corazza, giornalista e attualmente portavoce dell’Authority per l’energia, e Tullio Fanelli, dirigente dell’Enea con trascorsi da commissario nella medesima Autorità.


IL CONTESTO
L’ente, commissariato da anni, è stato trasformato in una sorta di Agenzia nazionale che si occupa di nuove tecnologie, energia e sviluppo sostenibile. Ma ha bisogno di una profonda riorganizzazione, per non rischiare di continuare a essere qualcosa di molto simile a un carrozzone. L’ultimo bilancio 2013, per esempio, fa capire come per l’Enea transitino spese per 270 milioni di euro, solo in parte coperte da trasferimenti di Stato per 150 milioni. Un salasso, con il quale non si riesce nemmeno a coprire integralmente i costi dei 2.600 dipendenti. Per non parlare del fatto che l’ente possiede ancora partecipazioni di controllo in 35 tra società e consorzi. Per esempio spunta un 8,1% detenuto in una società francese, Eurodif, che produce uranio arricchito e ha chiuso il bilancio 2013 con una perdita di 63 milioni di euro. Per carità, l’azione di risanamento dell’Enea è già cominciata. L’ente ha chiuso con un avanzo di cassa di 17 milioni (8 dei quali inghiottiti dal pagamento di tasse arretrate). Ma molto resta ancora da fare, se comunque il conto economico a fine 2013 ha registrato un disavanzo di 4,7 milioni e se lo stesso bilancio dice in un passaggio che “la situazione finanziaria rimane critica”.


I NUOVI ARRIVI
In tutto questo contesto vengono a inserirsi i due subcommissari, come riferito ieri da Quotidiano Energia, nominati dal dicastero di Federica Guidi. Curioso l’ingresso della Corazza, giornalista, oggi portavoce dell’Authority dell’energia. Sulle sue competenze, contattato da La Notizia, il ministero dello sviluppo non ha dubbi, anche se precisa che la proposta di nomina è arrivata dal commissario Testa: “la dottoressa Corazza rappresenta una delle più preparate giornaliste con competenze energetiche”. La procedura di assegnazione delle deleghe deve ancora perfezionarsi, ma a quanto filtra alla Corazza saranno assegnate funzioni di comunicazione. Sul punto è appena il caso di far notare che già oggi l’Enea ha un’Unità centrale relazioni che si compone di un Servizio comunicazione, un Servizio informazione e promozione, un Servizio relazioni istituzionali e un Servizio ufficio stampa, con tanto di responsabili. Certo, nella nuova vita dell’Enea avranno bisogno di coordinamento, ma diciamo che un certo affollamento di personale non manca. Naturalmente il ruolo di subcommissario prevede un compenso. Il ministero, richiamandosi alle leggi vigenti, parla di 50 mila euro. Ma secondo quanto è stato possibile verificare non dovrebbero esserci cumuli. La Corazza, che andrà all’Enea a seguito di “comando o distacco” fino ad agosto 2015, fa sapere che i 50 mila euro verranno retrocessi all’Authority dell’energia. Mentre continuerà a percepire lo stipendio erogato dall’amministrazione di partenza, ovvero circa 130 mila euro (anche qualcosa di meno).


IL NODO
All’Authority, nel ruolo di Capo della Direzione relazioni esterne, rimane Cecilia Gatti, la cui posizione ha creato un po’ di “maretta” all’interno della struttura. La Notizia del 13 giugno scorso, infatti, aveva rivelato che la Gatti è figlia di Giuseppe Gatti, presidente di Gdf Suez Energia Italia, ovvero una delle società controllate dall’Autorità nei cui ruoli di vertice siede la figlia. Una posizione che non sembrerebbe proprio da manuale. All’epoca La Notizia chiese se fosse stato valutato questo profilo della Gatti. Ma l’Authority non fece pervenire alcuna risposta.

di Stefano Sansonetti  il 8 ottobre 2014
fonte: http://www.lanotiziagiornale.it 

 

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