Roma, 04 giugno 2014 – Che Festa, che Repubblica delle banane. I marò, abbandonati in India da tre anni, festeggiano il 2 giugno alzando la voce in videoconferenza, prigionieri a distanza come i boss mafiosi in 41 bis. Alla parata sui Fori Imperiali fa bella mostra di sé un popolo fiero di tutti i suoi militari ma che solo al passaggio del battaglione San Marco riserva, a buon intenditor, un boato da brividi. La festa della Repubblica, e delle Forze armate, si adegua e regala imbarazzi: la politica si dà prima appuntamento alla Camera per lavarsi la coscienza in collegamento via Skype coi nostri fucilieri in ambasciata. Poi plaude convinta, senza un pizzico di pentimento, al passaggio in parata dei colleghi in mimetica di Latorre e Girone. Proprio quest’ultimo ha invitato tutti a darsi una mossa perché lui e Massimiliano non ce la fanno più. Dallo sfogo si apprendono dettagli inquietenti, e cioè che i due fucilieri hanno fatto tutto quel che gli è stato chiesto (cosa?) hanno obbedito agli ordini (quali?) hanno mantenuto la parola che era stata chiesta loro (da chi? perché? in cambio di cosa?) e son rimasti fregati.
Nella speranza che la politica tiri fuori le palle, diamoci da fare noi. Iniziamo con un passaparola: sabato 14 giugno a Roma, tutti in marcia per i marò.
L’editoriale Gian Marco Chiocci - 4 giugno 2014
fonte: http://www.sostenitori.info
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