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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

05/01/17

Gli ufficiali turchi affermano che i TOW statunitensi li decimano


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È stata una grande sorpresa il presidente turco Recep Tayyip Erdogan bollare i membri della coalizione degli Stati Uniti come traditori e sostenitori dei terroristi. Secondo il capo turco, la coalizione supporta vari gruppi terroristici, come SIIL, YPG, PYD e Ankara ne ha le prove. Ma cosa ha esattamente colpito Ankara così tanto? Negli ultimi giorni, la Turchia ha sofferto sconfitte estremamente dolorose da parte dello Stato islamico nella città siriana di al-Bab. In precedenza le truppe impiegate nell’operazione Scudo dell’Eufrate occuparono la periferia occidentale di al-Bab e pensavano di occupare le alture che dominano la città. Tuttavia, dieci giorni fa lo “scudo” s’è incrinato, quando le unità dello SIIL attaccarono le truppe turche, infliggendo gravi perdite all’esercito turco. I terroristi riferivano che in un colpo solo la Turchia aveva perso 70 soldati e 3 carri armati moderni. Subito dopo l’annuncio, lo SIIL diffondeva video sui blindati turchi distrutti. Lo Stato Maggiore turco annunciava la perdita di 14 militari, 10 carri armati di fabbricazione tedesca Leopard, 1 carro armato M-60, veicoli da trasporto truppe e 1 blindato Cobra. Le immagini che si trovano su internet mostrano veicoli blindati turchi danneggiati gravemente da missili TOW, che negli ultimi anni sono “improvvisamente” apparsi nelle mani dei terroristi dello SIIL. Nessuno dovrebbe sorprendersene, oggi, mentre i media turchi indicavano a fine dicembre che Washington intensificava i rifornimenti di armi ai terroristi in Siria dal Governatorato di Hasaqah. Si vide l’ambasciatore statunitense ad Ankara, John Bass, cercare di convincere i giornalisti turchi che Washington non sostiene direttamente i terroristi dalla base aerea presso la città siriana di Rumaylan, che ha visto atterrarvi sempre più aerei da trasporto statunitensi. Il carico che trasportavano veniva subito trasportato da elicotteri statunitensi in diverse parti del Paese. Secondo i giornalisti turchi, l’ultimo grande invio di armi avvenne la sera del 27 dicembre. Inoltre fu osservato che le armi furono portate in Siria, con centinaia di autocarri trasportare il carico mortale dalla città irachena di Irbil alle zone controllate dai curdi siriani. Vi furono diversi commentatori notare che, con il pretesto dell’aiuto militare ai peshmerga curdi, l’amministrazione Obama aiuta attivamente i vari gruppi estremisti in Siria rifornendoli segretamente di ogni tipo di arma, insieme ai cosiddetti “consulenti”, per tentare di rovesciare il legittimo governo siriano. Non è un caso che dopo la liberazione di Aleppo, le truppe siriane abbiano trovato scorte di armi ed esplosivi fabbricati negli Stati Uniti, Germania e Bulgaria, tra cui una grande quantità di missili anticarro.
Mentre l’operazione di Aleppo è la svolta nel conflitto in Siria, la Casa Bianca ancora da il massimo supporto alla cosiddetta “opposizione moderata” in Siria; oramai è chiaro a tutti che Washington aiuta lo SIIL. Lo scorso dicembre solo i blogger turchi notarono il passaggio di tre grandi navi da carico sul Bosforo, trasportando presumibilmente armi ai terroristi in Siria. In particolare, a metà dicembre il cargo Karina Danica lasciava la Bulgaria in direzione di Jadah, in Arabia Saudita, con armi a bordo, secondo Bosphorus Observer su Twitter. Questo dato fu confermato dal sito di monitoraggio specializzato MarineTraffic. E’ ben noto che il cargo Karina Danica sia una nave danese noleggiata dalla società statunitense Charming, il fornitore ufficiale di armi non standard della NATO agli “alleati” degli Stati Uniti in Iraq, Siria e Afghanistan. E’ curioso che l’industria metalmeccanica bulgara Vazovski vendesse armi alla Charming, aumentando le vendite di 12 volte nel 2016, con un profitto di 170 milioni di dollari. Ciò che rende tal storia imbarazzante è lo scandalo scoppiato nel 2015, quando il presidente della commissione parlamentare irachena per la difesa e la sicurezza, Haqim Zamili, chiese al premier Haydar al-Abadi d’intervenire immediatamente per fermare l’accordo da 300 milioni di dollari in munizioni e armi rumene da consegnare direttamente allo SIIL, su finanziamento di un Paese confinante. Nel 2016, il direttore di Conflict Armament Research James Bevan dichiarò che le armi provenienti dall’Europa dell’Est, ufficialmente destinate alla cosiddetta “opposizione moderata”, finivano nelle mani degli estremisti. La decisione di fornire alle truppe antigovernative in Siria ogni tipo di arma, tra cui MANPADS, fu presa dal presidente Barack Obama il 23 dicembre, comportando un ulteriore escalation del conflitto siriano e nuove vittime.
Quindi ci sono ragioni più che sufficienti per il risentimento di Ankara verso l’amministrazione Obama, direttamente responsabile di ogni singolo soldato turco ucciso dai terroristi.

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 Martin Berger è giornalista freelance ed analista geopolitico, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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