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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

17/12/16

L’“élite” golpista del 2016





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C’è il tentativo golpista dell'”élite” contro il neo-President Trump, orchestrato dalla gente di Hillary Clinton in collaborazione con la CIA e i neocon al Congresso. Il piano è usare l’idiozia della CIA “La Russia ha fatto vincere Trump” per mettergli contro il collegio elettorale. Il caso poi finirebbe al Congresso. I neocon guerrafondai repubblicani potrebbero quindi dare la presidenza a Clinton o, se non funziona, intronare il vice di Trump, Mike Pence. Il regolare belluismo bipartisan, che la presidenza Trump minaccia di por fine, potrebbe continuare. Se il colpo riuscisse violente insurrezioni potrebbero scaturire negli Stati Uniti, con conseguenze imprevedibili. Tale tesi è finora solo un’idea generale. Alcun piano è stato pubblicato, però è abbastanza evidente, ormai. Tuttavia, vi sono alcune speculazioni. L’obiettivo prioritario è negare a Trump la presidenza. E’ troppo indipendente ed un pericolo per diversi centri di potere nei circoli dominanti degli Stati Uniti. La scelta di Tillerson a segretario di Stato lo rafforzerebbe (previsione: Bolton non sarà suo vice). Tillerson è per una stabilità redditizia, non per avventurosi cambi di regime. Le istituzioni nemiche di Trump sono:
La CIA, diventata Central Intelligence Assassination con le amministrazioni Bush e Obama. parti enormi del suo bilancio dipendono dalla guerra alla Siria e dalle operazioni di omicidio via droni in Afghanistan, Pakistan e altrove. Le politiche isolazioniste di Trump porrebbero probabilmente fine a tali azioni riducendone il bilancio.
L’industria bellica perderebbe enormi affari con i principali clienti nel Golfo Persico, se Trump riducesse le interferenze in Medio Oriente e altrove.
I neoconservatori e il Likud che vogliono che gli Stati Uniti armino Israele facendolo il più forte del Medio Oriente a beneficio dei sionisti.
I guarrafondai militaristi e “interventisti umanitari” ai quali la riduzione del ruolo degli Stati Uniti prima potenza mondiale è un’eresia.
L’attuale direttore della CIA, Brennan, figura di spicco del programma di torture della CIA e consigliere di Obama, è della fazione Clinton/anti-Trump. Gli ex-capi della CIA Hayden e Panetta sono sostenitori di Clinton come il torturatore re ed ex-vicedirettore della CIA Michael Morell. Non stupisce quindi che la CIA attui la campagna russofoba, spacciando l’idea al pubblico degli Stati Uniti che l’intervento russo abbia distorto l’elezione di Trump. Lo scopo è delegittimarne la vittoria agli occhi di media e pubblico, ma ancor di più dei grandi elettori. La CIA ha fortemente supportato gli stessi media mainstream che sostenevano Clinton nelle elezioni. (Non a caso sono gli stessi media che sostenevano la campagna della CIA sulle “armi di distruzione di massa di Saddam”). I democratici e il professore di diritto di Harvard Lawrence Lessig istigano i grandi elettori offrendogli sostegno giuridico personale gratuito, dicendo che il voto del collegio elettorale è ormai vicino. I 37 elettori repubblicani, nominati dagli elettori dei loro Stati a votare Trump, verrebbero convinti ad astenersi o a votare qualcun altro, e Trump perderebbe i necessari 270 voti. L’elezione del presidente verrebbe rigettata dalla Camera dei Rappresentanti. Qualora gli elettori votino Trump c’è sempre la possibilità che Camera e Senato mettano in discussione ufficialmente il voto ritardandolo o sottoponendolo a indagini del Congresso. Qui i procedimenti generali, dettagliati e specifici per collegio elettorale, spiegato dal National Archives and Records Administration.
Anche se i neoconservatori non hanno alcun sostegno effettivo nell’elettorato, hanno una forte presa su parti significative del Congresso e dei media dominanti. Molti capi neocon guerrafondai come Robert Kagan, Max Boot e il comitato editoriale del Washington Post sostenevano Clinton durante la campagna, e Clinton ebbe anche il sostegno di luminari repubblicani del Congresso come Lindsay Graham, Sasse e Flake. Congresso e maggioranza del Senato potrebbero essere contro Trump al momento critico. Ma qualunque sia l’esito, sicuramente ci saranno intense sfide legali ed è possibile che il caso finisca alla Corte Suprema. In alternativa ai brogli legali, si potrebbe ritardare la nomina di Trump su ordine di Obama alla comunità di intelligence di visionare formalmente l’intervento russo nelle elezioni, entro il 20 gennaio, non a caso data ufficiale della nomina! I media: “Ordinando la “revisione completa” delle accuse sui russi nel processo elettorale del 2016, il presidente Barack Obama chiede in sostanza all’intelligence di formulare un giudizio analitico sulla validità delle elezioni che metteranno Trump nello Studio Ovale”. Un “compromesso” al Congresso permetterebbe di attendere l’analisi della Comunità d’Intelligence per poi discuterne prima di nominare Trump presidente; ma ciò che finirà nel nulla, dato che la affermazioni dell’intelligence sono notoriamente vaghe. Nel frattempo, il vicepresidente diverrebbe presidente facente funzione: “Se il neopresidente non viene approvato prima della nomina, la sezione 3 del 20° emendamento stabilisce che il neo-vicepresidente agirà da presidente fino al momento in cui un Presidente sia nominato”. Se il processo del Congresso o giuridico sull’elezione di Trump viene ritardato, lo sarà per molto tempo. Il governo del Washington Blob o Borg potrebbe benissimo convivere con un presidente Pence mentre Trump non avrebbe alcun ruolo nelle attività di governo. (Clinton potrebbe diventare vicepresidente o nuovo presidente?)
L’intervento dei media contro Trump è pesante. Ma prima si ricordi che non vi è alcuna prova, zero, che la Russia abbia effettivamente a che fare con DNC o Podestà o altre e-mail diffuse su media come Wikileaks. Craig Murray ci assicura che sa che non erano piratate, ma fughe privilegiate da uno che conosce. Infatti dice che i messaggi di posta elettronica gli furono consegnati mentre visitava Washington. Ex-funzionari dei servizi segreti, tra cui il noto tecnico ed ex-funzionario della NSA William Binney, concordano che la storia dell’hackeraggio sia falsa. Tutto ciò che si è sentito o visto finora sono dicerie e accuse senza prove. Secondo i professionisti dell’IT il caso è tecnicamente risibile, come Murray spiega. Se i pretesi pirataggi si sono verificati, nei presunti modi, sono stati così comuni che chiunque avrebbe potuto farlo. Non c’è alcun fatto tecnico che sia almeno accettabile come prova che “la Russia l’ha fatto”. Ma ancora il NYT spaccia articoloni per dire che “la Russia l’ha fatto”, secondo le voci della CIA e le affermazioni dei tecnici amatoriali di Crowdstrike, l’auto-promossa società di sicurezza assunta e pagata dalla DNC. Prima il Washington Post pubblicò altre anonime pretese sull’interferenza russa. NBC News ora dice che “funzionari dei servizi segreti” affermano che lo stesso Putin ha diretto l’hackeraggio. Gli autori di tale favola sono i pirati informatici Bill Arkin e Ken Dilanian, noti per far aggiustare le loro frottole dalla CIA prima di pubblicarle. La prossima fola dirà che Vladimir Valdimirovich era sulla tastiera. Molte agenzie ed editoriali vanno dietro a tali “contatti”.
Come funzioni il piano dei clintoniani è spiegato dall’ex-consulente per le ricerche dell’opposizione del Consiglio Nazionale Democratico, l’ucraina-statunitense Alexandra (Andrea) Chalupa, qui:
Andrea Chalupa @AndreaChalupa 11 dicembre
1) Il collegio elettorale s’incontra il 19 dicembre. Se gli elettori ignorano lo #StatoD’Emergenza in cui ci troviamo, e Trump viene eletto, lo possiamo fermare il 6 gennaio al Congresso
2) Se obiezioni al voto del collegio elettorale vengono fatte, devono essere presentate per iscritto, firmata da almeno da un congressista e un Senatore
3) Se obiezioni sono presentate, Camera e Senato si riuniscono per considerare i meriti secondo le procedure stabilite dalla legge federale…
Editoriali ed editoriali dei principali giornali sostengono con forza tale piano. Un solo esempio, la colonna di AJ Dionne sul Washington Post: “la conclusione della CIA che la Russia intervenne attivamente nelle nostre elezioni eleggendo Trump è un ottimo motivo a che gli elettori considerino l’esercizio del loro potere in modo indipendente. Per lo meno, dovrebbero essere informati su ciò che la CIA sa, e in particolare sul fatto che vi sia qualche prova che Trump o suoi luogotenenti siano stati ingaggiati dalla Russia durante la campagna”. L’editoriale del New York Times si lamenta di Trump che ridicolizza le fiabe promosse dalla CIA. Molti che hanno votato Trump sarebbero disgustati e indignati se gli venisse negato l’incarico, sono armati e protesteranno. Le violenze sono sicure in caso di colpo di Stato. Trump ha scelto quattro ex-generali per i suoi gabinetto e staff. Se i problemi si aggravassero, si potrebbe avere lo scenario tracciato nel 1992 dal documento militare: Le origini del colpo di Stato militare negli USA del 2012 di Charles J. Dunlap.


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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora




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