L'agenzia
sposa le tesi di legalità del centrodestra: "L'arresto è un diritto". È
la certificazione del fallimento della formula buonista scelta con i
Cie
L'agenzia
sposa le tesi di legalità del centrodestra: "L'arresto è un diritto". È
la certificazione del fallimento della formula buonista scelta con i
Cie
Gli
immigrati irregolari vanno arrestati e se non fosse possibile
rispedirli il prima possibile a casa, possono restare detenuti per 18
mesi.
Non lo dice uno scatenato leghista, ma Fabrice Leggeri, il
direttore esecutivo di Frontex, l'agenzia europea per il controllo dei
confini in prima linea nell'emergenza immigrazione. In una breve
intervista al quotidiano tedesco Bild , il francese, che guida Frontex
da gennaio, ha anche annunciato che dall'inizio dell'anno «sono stati
registrati 800mila ingressi irregolari alle frontiere della Ue». Un
aumento del 250% rispetto agli arrivi dei migranti nello stesso periodo
del 2014.
La sferzata, però, è arrivata sui clandestini. Leggeri,
senza peli sulla lingua, ha dichiarato: «Chi è entrato irregolarmente e
non ha diritto all'asilo, deve rapidamente essere ricondotto nel proprio
Paese. Per poter agire in tal senso, sono necessari dispositivi di
accoglienza, nei quali dovranno poter essere detenuti in caso di
necessità». In Italia esiste l'esperienza fallimentare dei Cie, i centri
di accoglienza ed espulsione, invisi alla sinistra dura e pura. Il capo
di Frontex sottolinea, che «secondo il diritto europeo, è possibile
trattenere in stato di arresto gli immigrati irregolari fino a 18 mesi,
per aver tempo di organizzare il rimpatrio. I singoli Paesi dovrebbero
conseguentemente applicare questo diritto». In Italia ne tratteniamo
sempre meno e per novanta giorni. Nella gran parte dei casi
identifichiamo l'irregolare consegnandogli una specie di foglio di via
nella vana speranza che se ne vada da solo.
I Cie in funzione sono
cinque, ma secondo dati della Polizia di Stato del 2013 gli immigrati
irregolari trattenuti erano 6.016. Meno della metà, ovvero 2.749, è
stata effettivamente rimpatriata. Il numero complessivo dei clandestini
rimandati a casa attraverso i Cie nel 2013 risultava essere lo 0,9% del
totale degli immigrati irregolari che si stima fossero presenti sul
territorio italiano.
Leggeri, numeri alla mano dell'«invasione»
migratoria, avverte che «i Paesi della Ue devono prepararsi ad
affrontare una situazione molto difficile nei prossimi mesi. Ho paura
che non abbiamo ancora raggiunto il picco».
Ieri il ministro
dell'Interno, Angelino Alfano, ha rivelato che quest'anno sono arrivati a
casa nostra 141mila migranti con 942 sbarchi, il 10% in meno rispetto
allo stesso periodo del 2014. Le maggiori percentuali per nazionalità
sono per il 27% eritrei, il 14% nigeriani, l'8% somali, il 6% sudanesi e
il 5% siriani. Somali e siriani fuggono da una guerra e hanno diritto
all'asilo, ma risultano in netta minoranza. Per i nigeriani dipende da
quali regioni del loro paese arrivano. La guerriglia dei tagliagole di
Boko Haram è limitata al Nord Est del Paese. In Sudan la situazione è
relativamente normalizzata e gli eritrei fuggono da un sistema
dispotico, ma non da un conflitto come quello siriano. Nel rimanente 40%
di arrivi si annidano un gran numero di clandestini, che dovrebbero
venir «arrestati» come sostiene il capo di Frontex e rispediti a casa.
Nel
frattempo sul fronte balcanico si sta aprendo una nuova rotta che
arriva dritta in Friuli-Venezia Giulia. La polizia croata ha fermato un
gruppo di curdi che dalla Grecia sono passati per l'Albania, il
Montenegro e la Bosnia. Dalle mappe con il tragitto da seguire che
avevano quando sono stati intercettati a Plitvice, le prossime tappe
erano Fiume e Trieste. Per poi proseguire verso l'Austria attraverso il
confine di Tarvisio evitando la rotta slovena totalmente ingolfata.
Gio, 05/11/2015
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fonte: http://www.ilgiornale.it
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