La commissione Petizioni ha deciso di «vagliare nuovamente" la risoluzione approvata nel gennaio 2015 dal Parlamento europeo
BRUXELLES - Il Parlamento europeo prova ad
aumentare la pressione sulle autorità indiane per giungere rapidamente
ad una soluzione sul caso dei due marò italiani.
La commissione Petizioni ha deciso di «vagliare nuovamente" la
risoluzione approvata nel gennaio 2015 dal Parlamento europeo, nella
quale si dava come accertato che i marò avessero sparato contro il
peschereccio indiano, e allo stesso tempo ha deciso di scrivere una
lettera alle autorità indiane e in particolare all’ambasciatore del
Paese presso l’Ue per chiedere una rapida risoluzione del caso.
«Ue, India e Italia condividono l’interesse comune di arrivare a una
rapida conclusione del caso», ha detto davanti alla commissione
Petizioni una rappresentante del Servizio europeo per l’azione esterna.
«Questi cittadini sono stati assistiti molto tardivamente e debolmente
dall’Ue. Oggi si deve cambiare registro», ha ribattuto Mario Borghezio
(Lega Nord). Massimo Castaldo (M5S) ha chiesto che l’Europa consideri
l'ipotesi di non rinnovare l’accordo di libero scambio con l'India se
questa non si impegnerà a garantire un «giudizio equo» ai due marò.
Andrea Cozzolino (Pd) ha invece proposto un’azione politica volta a
sensibilizzare i parlamentari indiani sul caso. La commissione Petizioni
ha esaminato il caso accogliendo la petizione presentata da Luigi di
Stefano, esperto di analisi giudiziarie che ha studiato i documenti resi
pubblici dal Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo,
evidenziando le anomalie dalle indagini condotte dalle autorità indiane
su Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
19 aprile 2016
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