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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

18/04/16

Renzi morirà sparando frottole








Come sa chi frequenta questo blog, non ho mai amato Matteo Renzi ma la tracotanza degli ultimi giorni me lo rende insopportabile. E mi chiedo come facciano gli italiani a dargli ancora ascolto.
Venerdì si è segnalato per la gaffe del secolo: si è attribuito i meriti per il progetto ferroviario ad alta velocità dell’Alptransit che scorrono sotto il San Gottardo, annoverandolo tra i grandi progetti infrastrutturali italiani. Peccato che, come sanno i bambini delle elementari, il San Gottardo è un monte totalmente svizzero, che dista un centinaio di chilometri dal confine italiano. E l’Alptransit è un’opera spettacolare, di straordinaria modernità, ma concepita e finanziata interamente dalla Confederazione elvetica. L’Italia, semmai, si è segnalata per l’incapacità di dar seguito alle promesse ovvero a estendere la rete anche in Italia e infatti l’Alptransit si fermerà al confine.
Una gaffe colossale,  pronunciata in conferenza stampa mentre il ministro Del Rio, che sedeva a fianco di Renzi, annuiva. Evidentemente nè l’uno nell’altro sapevano dov’è il San Gottardo. In altri Paesi i ministri che compiono passi falsi analoghi vengono ridicolizzati dai media, in Italia invece no. La notizia sui grandi media è passata sotto traccia, significativamente.
I grandi media hanno dato invece ampio spazio alle roboanti dichiarazioni a commento del fallito referendum sulle trivelle.
Ma con che ardire un premier afferma che “è stata sconfitta la demagogia”? Il referendum è fallito perché l’establishment italiano (a partire da Renzi) ha deciso di non parlarne in campagna elettorale. E la stampa, come al solito, si è adeguata. nessun titolo in prima pagina, speciali con il contagocce, scarse e svogliate trasmissioni in tv. La gente non è andata a votare semplicemente perché non si è nemmeno resa conto che ci fosse un referendum, tanto blanda era la campagna.
Il contrasto è ancor più stridente, scorrendo le paginate di oggi: fiumi di retorica sul comportamento degli italiani e naturalmente, “sulla lezione da trarre”. Ora che l’establishment ha ottenuto quel che voleva, fiumi di inchiostro. Prima, neanche una riga.
E ora, solo ora, tanto spazio alle dichiarazioni di Matteuccio: “Abbiamo salvato 11mila posti di lavoro. E per un premier è importante anche un solo posto di lavoro”. Come se l’impiego fosse davvero al centro del referendum. Un decoroso, compiaciuto silenzio sarebbe stato molto più opportuno ed efficace mediaticamente.
Ma Renzi non sa cosa sia la misura. Dal San Gottardo al referendum le spara sempre. E più grosse sono e più è contento. E’ nato “Bomba” e morirà politicamente come un “bomba”. Anzi morirà raccontando frottole e pensando in cuor suo, fino all’ultimo minuto, di essere l’unico vero furbo e gli altri, tutti gli altri, una manica di fessi.

di Marcello Foa - 18 aprile 2016
fonte: http://blog.ilgiornale.it

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