
Una colonna di fumo nero che avvelena l’anima, che sbuffa, si contorce, prende forma, si autoalimenta nella combustione, fumo che ustiona, si leva dall’asfalto del centro della Capitale d’Italia. È il nono bus dell’Atac che diventa cenere dall’inizio dell’anno, così scrivono e ci fanno sapere quelli che ne sanno più di noi.
La carcassa di nera ferraglia, di odore acre, di pneumatici bruciati, è l’emblema del trasporto pubblico locale. Di una municipalizzata che ha fatto entrare fra i suoi corridoi legioni di gente inutile, di raccomandati, orde di stipendiati che di bus e trasporti non ha mai sentito parlare. Quest’azienda non ha più nulla da dare a questa città. Che questo scempio finisca. Liberalizzare per liberarci dal male.
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