Il gran clamore sullo “scandalo delle firme false dei Grillini” è, esso sì, scandaloso per l’ipocrisia di cui è intriso.
Falsificare le firme (o farne fare una autenticazione
fasulla, quale possono “permettersi” i partiti “consolidati”) non è una
bella cosa ed è indubbiamente un reato.
Ma non è colpa da attribuire ad una fazione politica,
bensì a singoli suoi militanti, che con disinvoltura considerano, magari
certi falsi come manifestazione di “militanza”.
E’ accaduto ed accade in tutti i partiti, ieri
come oggi. E’ un male che, per la sua diffusione, non è meno grave, ma
che non è certo più grave se, commesso da chi, magari, lo ha fatto per
la prima volta e senza l’esperienza di lunga militanza di qualcuno di
altri partiti.
Ed è singolare che le Procure, se ne accorgono ora che c’è da colpire i “fuori sistema”. Avendo chiuso gli occhi per decenni. Non lo dico certo per simpatia verso i Cinquestelle, la
loro “antipolitica”, il loro tifo per i magistrati forcaioli. Non sono
abituato a giudicare i reati secondo simpatia ed interesse personali. Ma
mi dà fastidio che ci si ricordi della morale e della legge quando fa
comodo.
Mauro Mellini - 24.11.2016
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