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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

14/12/15

Le Pen battuta dall’inciucio Sarkò-Hollande

Il voto francese

Sette regioni ai Republicains, cinque al raggruppamento di sinistra a guida socialista 


FRONT NATIONAL CAMPAIGN MEETING, PARIS
Il «solito» secondo turno, questa volta delle Regionali, frena ovunque il Front National e premia il «fronte repubblicano» a targhe alterne. Sette regioni di Francia sono andate ai Republicains e agli alleati centristi e cinque al raggruppamento di sinistra a guida socialista. Il vincitore, ai numeri, è Nicolas Sarkozy che conquista la più importante regione, l’Ile de France, e salva François Hollande dal «record» di poter diventare il primo presidente di Francia ad aprire le porte di una grande istituzione ai Le Pen. Più che soddisfatto di aver impedito la vittoria lepenista invece è il premier Manuel Valls («In un momento grave, non abbiamo ceduto niente»), nonostante l’onta di aver costretto i suoi a sostenere candidati di destra non proprio «moderati» pur di stoppare il Fn. Sconfitta Marine Le Pen che in Nord-pas-de-Calais perde appunto con il repubblicano Xavier Bertrand e Marion Le Pen che in Paca è stata battuta da Estrorsi, così come Florian Philippot in Alsazia. Festeggia Sarkozy per il quale «l'unità nel partito, l'unione con il centro e il rifiuto di ogni compromesso con l'estrema destra ha permesso questo risultato. Questi principi devono restare nostri anche in futuro». Anche se i due vincitori dei Republicains con Marine e Marion hanno comunque ringraziato gli elettori socialisti, legittimando quell’union sacrée dai cui Sarko si era cercato di smarcare. A determinare il brusco stop al Fn non solo il «patto repubblicano» ma anche l’alta affluenza, che con il 59% ha nettamente superato la percentuale del primo turno e si è rivelata un’arma utile in chiave antilepenista. Contro il Front National è scattata anche la corsa alla «procuration» nei commissariati: ossia le richieste di delega amministrativa con cui gli elettori lontani da casa e impossibilitati a recarsi al seggio hanno autorizzato i familiari a votare al loro posto. Dal suo comitato di Henin-Beaumont Marine Le Pen nonostante la delusione non ha perso lo smalto e ha rilanciato il dato sociopolitico sul quale sta già innervando la sua campagna in vista delle Presidenziali: «Ora la divisione non è più tra destra e sinistra ma tra i mondialisti e i patrioti. Viva la Francia, Viva la Repubblica!», ha spiegato sottolineando come l’alleanza «repubblicana» sia in realtà il volto delle élite al servizio degli interessi antinazionali. Il dato che emerge da questo secondo turno, infatti, è che per fermare il Front National si sono dovuti unire tutti i partiti, inclusi radicali di sinistra: un referendum che cristallizza così uno dei motivi retorici più cari a Marine. I risultati di oggi, ha concluso il leader del Front, non scoraggeranno «la inesorabile ascesa, elezione dopo elezione, di un movimento nazionale» che sta dietro al nostro partito. A Marine Le Pen è subito giunto il messaggio dell’alleato italiano più stretto, Matteo Salvini per il quale contro di lei «hanno dovuto fare un'ammucchiata, tutti insieme, sinistra e finta destra, socialisti e repubblicani, banchieri e giornali. Ma ormai la riscossa delle persone perbene non la ferma più nessuno, potranno rallentarla ma non bloccarla: grazie Marine!».

Antonio Rapisarda - 14 dicembre 2015

fonte:http://www.iltempo.it

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