I
nuovi attentati terroristici che hanno messo a ferro e fuoco Parigi
dovrebbero far cadere le fette di salame dagli occhi di coloro che si
ostinano a non vedere, non sentire e non capire. Cosa? Che siamo in
guerra, cazzo! Una guerra che non è mai stata dichiarata formalmente,
salvo considerare l’11 settembre 2001 l’inizio ufficiale delle ostilità.
Una guerra senza quartiere e regole che ci coglie increduli e
impreparati.
La
guerra che il terrorismo islamico sta conducendo contro la civiltà
occidentale è figlia di un disegno preciso, spietato. L’Islam vuole
sottometterci, convertirci forzatamente oppure annientarci. Dopo avere
visto le angoscianti immagini parigine, sento il bisogno di schierarmi
apertamente dalla parte di coloro (Fallaci docet) che ci mettono
in guardia contro il relativismo che obnubila la mente. Non esiste un
Islam buono e uno cattivo. Non ci sono musulmani moderati e musulmani
integralisti. Esistono i “muslim” e basta. E sono tutti colpevoli di ciò
che sta accadendo, anche quelli che non fanno del male o fingono di
deprecare il jihadmentre in cuore loro ne godono. Scusate la
franchezza, ma non faccio differenze tra il fanatico che impugna il
Kalashnikov e il clandestino sbarcato da un barcone che impugna solo il
telefonino. Il primo è una minaccia palese, il secondo un pericolo
latente. Tutti, senza eccezioni, credono in Maometto e nel Corano. Ebbene, basta leggerlo il Corano
per rendersi conto che le sue pagine sono intrise di odio e
intolleranza religiosa. Smettiamola di fare distinzioni ed eccezioni.
Finiamola di essere servili e comprensivi, giustificare e invitare al
dialogo, quasi sempre unilaterale. Non può esserci dialogo con chi ci
odia e rifiuta ciò che ha reso luminosa la civiltà occidentale: la
democrazia, la libertà, l’intelligenza laica, il cristianesimo. Non è
possibile attuare l’integrazione di chi oltraggia le nostre leggi, sputa
sulle nostre tradizioni, insulta i nostri valori. Peggio di costoro ci
sono solo gli stronzi di casa, gli ipocriti e i falsi buonisti che ci
ammorbano con la loro presunta superiorità morale, quelli che corrono in
difesa di Caino e ci invitano a condividere il loro stile di vita, che
in nome di un aberrante concetto chiamato politically correct ci
impongono di togliere i crocefissi dalle scuole e abolire il Natale. In
fondo, i musulmani li capisco. Imparano da piccoli che noi siamo il
nemico perciò meritiamo solo disprezzo e odio. Capisco che le menti
labili dei fondamentalisti islamici, a qualunque farneticante sigla
appartengono, siano facilmente plasmate nelle madrase e nelle moschee. E
capisco che nutrirsi quotidianamente del Corano avveleni la
mente e il cuore. Quello che non capisco è l’imbecillità di chi li
difende e protegge anche dopo un attentato terroristico, di chi tende
loro la mano con la stessa incoscienza di chi offre il latte a un
serpente. Cos’hanno nel cervello costoro, segatura? A questi paladini
cerebrolesi che dimorano nei palazzi del potere, a questi traditori
della patria che hanno aperto le porte al nemico, auguro di trovarsi nel
mezzo di una strage attuata dal Califfato o dai Fratelli Musulmani, giusto per provare l’ebbrezza del caos e finire nell’elenco dei martiri coatti.
È
ora di dire basta e promuovere leggi speciali, chiudere le frontiere,
setacciare le città e le moschee per stanare i sorci verdi. È il momento
di reagire con forza e orgoglio, di colpire e punire in modo
implacabile, di comportarsi come quando si è in pericolo, senza se e
senza ma, perché siamo in guerra, altro che balle. Ed è una guerra
sporca, subdola, ignobile. Una guerra condotta da una torma di
scellerati, mentecatti che uccidono senza compassione anche donne e
bambini. In questo momento così triste servono due cose all’Occidente.
La prima, che auspico fortemente, è che la gente si decida a sfogliare
qualche pagina del Corano. Se lo farà, capirà molte cose. Su
tutte, che il libro che Maometto sostiene sia stato dettato da Dio è una
feroce istigazione alla violenza, all’odio, al terrore e alla
prevaricazione (compresa quella maschile sulla donna). I fatti accaduti a
Parigi sono il frutto disgustoso dell’insegnamento del Coranoe
stupirsi che avvengano significa ignorare ogni cosa del nemico, che non è
sprovveduto ma agisce in maniera logica e prevedibile, convinto di
essere nel giusto, di combattere una guerra santa. Ora, visto che la
parole stanno a zero e in questo momento contano solo i fatti, voglio
riproporre alcune “perle di saggezza” contenute nel Corano, giusto per favorire l’orientamento di chi, in queste ore, si sente un po’ smarrito.
La prima sura che cito suggerisce: “Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la ricompensa dei miscredenti.” (2:191). La seconda promette: “Instillerò
il mio terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo,
recidete loro la punta delle falangi!” (8:12). La terza raccomanda: “Non
obbedire ai miscredenti; lotta invece con essi vigorosamente.” (25:52).
La quarta è esplicita: “Combattili fino a quando non ci sia più tumulto
o oppressione, e prevalga la giustizia e la fede in Allah ovunque e
dovunque.” (8:39). Ancora più inequivocabile è la quinta: “Ai
miscredenti saranno tagliate vesti di fuoco e sulle loro teste verrà
versata acqua bollente, che fonderà le loro viscere e la loro pelle.
Subiranno mazze di ferro, e ogni volta che vorranno uscirne per la
disperazione vi saranno ricacciati: Gustate il supplizio della Fornace“
(22:19-22). Ma ecco la sesta: “O voi che credete! Combattete i
miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate
che Allah è con coloro che lo temono.” (9:123). Il profeta rinnova
l’invito altrove: “Combattete coloro che non credono in Allah” (9:29) e
afferma che “Il loro rifugio (dei miscredenti) sarà l’Inferno, qual
triste rifugio!” (9:73). Insiste con questo tono: “Combatteteli
finché Allah li castighi per mano vostra, li copra di ignominia, vi dia
la vittoria su di loro, guarisca i petti dei credenti.” (9:14) ed
esplicita che “La
ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e
che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi,
che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano
esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita;
nell’altra vita avranno castigo immenso.” (5:33). Infine: «Quando
incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e
stringete forte le catene dei prigionieri» (47:4). In definitiva, Maometto tuona così: “Preparate,
contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli
addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro e altri
ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce.” (8:60). Vi basta? Potrei continuare...
Poc’anzi
ho sostenuto che servono due passi per consapevolizzare l’emergenza e
ora vi chiederete qual è il secondo. Il secondo è risvegliarsi dal
torpore in cui siamo caduti a causa del benessere, dell’apatia e delle
cattive ideologie. Dobbiamo metterci in testa che non stiamo lottando
contro esseri umani come noi ma contro il Male, di cui dobbiamo
liberarci. Presto e a qualunque costo. La nostra inerzia, l’impotenza di
cui abbiamo dato prova lo rafforza.
Il mio auspicio è che la Comunità Internazionale si mostri unita e
invii un segnale forte, contrattaccando, economicamente, socialmente e
militarmente, per estirpare il male alle radici. Le guerre non si
vincono porgendo l’altra guancia. E al Male non si pone fine con la
retorica ma con le azioni inesorabili. Non possiamo permetterci di ignorare questa guerra globale e tanto più di essere sconfitti.
di Giuseppe Bresciani -14 novembre 2015
fonte:http://www.giuseppebresciani.com
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