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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

09/11/17

Milano kaputt


Meravigliosa gara a chi è più conformista tra radicali (che propongono l’istituzione del “Diversity manager”) e il Comune, orientato a creare la figura del “Gender city manager”. Insomma, il “checche-manager”. Allo squallore non c’è mai fine? Chissà. Quel che è certo, è che Milano è finita. Però dal Vaticano arriva una notizia che ricolma il cuore di speranza…

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Che ci volete fare. Io questa Milano, città in cui si vive male, in cui il traffico ti ammazza, l’aria ti intossica, la vita costa troppo, io l’ho sempre amata.
Mi dicono che sto invecchiando, e questo è fuori discussione. Se guardo la mia carta d’identità, alla voce “data di nascita” leggo pessime notizie. Ok, ma proprio perché sto diventando vecchio, ho fatto in tempo a vivere nella città di Sant’Ambrogio, in una città ordinata nonostante il caos (non è una contraddizione, chi è milanese davvero mi darà ragione), in una città cristiana, con un’anima grande, la città della Madonnina e di Sant’Ambrogio, dove davvero – parlo di un po’ di anni fa – chi aveva voglia di lavorare poteva farsi strada, dove davvero esisteva quel “Cuore di Milano” grazie al quale nessuno si sentiva solo.
Ma adesso Milano è morta, l’hanno ammazzata. I colpevoli non saranno mai perseguiti perché sono al tempo stesso esecutori, legislatori e giudici. L’hanno ammazzata arcivescovi dimentichi del loro compito, politici sempre più squallidamente mediocri, preoccupati solo di restare sulla cresta dell’onda. L’hanno ammazzata anche, diciamocelo francamente, l’apatia e l’indifferenza di tanti, troppi milanesi che hanno guardato l’agonia e se ne sono fregati.
Milano ha visto la sua piazza del Duomo oltraggiata dalla preghiera collettiva di centinaia di maomettani, ha visto le sue strade insozzate dagli squallidi “gay-pride”, e altro… E non a caso ha dedicato una delle sue vie centrali, quella che per lunghissimi anni fu “via dell’Arcivescovado”, al signor Carlo Maria Martini. È giusto: avviata sulla strada del suicidio, ha voluto degnamente celebrare un portatore di confusione.
E adesso l’amministrazione comunale, non paga evidentemente di quanto già fatto, non solo candida la ex-città di Sant’Ambrogio a diventare “capitale del turismo gay” (evitiamo facili giochi di parole come “culturismo”…), ma anche, per bocca del presidente della Commissione comunale Pari opportunità e Diritti civili, propone l’istituzione del “Gender city manager”, ovvero una “figura super partes per la raccolta dei dati e il monitoraggio di tutte le azioni dell’amministrazione in tema di discriminazioni di genere”. E ovviamente i radicali rilanciano: no, serve il “Diversity manager”. È una figura “più comprensiva”.
In questa schifezza, una sola voce di buonsenso, peraltro inascoltata: quella di Riccardo De Corato, già vicesindaco, che chiede l’istituzione del “Normality manager”.
Ho letto tutte queste piacevolezze sul Giornale di oggi.
Milano kaputt. Non saprei davvero che altro dire. L’ex città dal cuore grande presenta uno squallido spettacolo di degrado umano a chi arriva in Stazione centrale; lascia nei pasticci i poveri e corre in aiuto degli immigrati, regolari o meno (dettaglio), perché troppo impegnata a dimenticarsi che il “prossimo” è appunto chi è “prossimo”, ovvero vicino. L’ex città di Sant’Ambrogio ha perso l’anima e, come contropartita normale in questi casi, ha trovato la morte.
Sulle macerie di Milano resteranno trionfanti il “manager”, che sia “gender” o “diversity” manager, e qualche brillantino e nastro colorato caduto dalle mutande di qualche partecipante all’ultima festa gay patrocinata dal Comune. In attesa che venga abbattuta la Madonnina, per evitare discriminazioni verso le “altre religioni”…
Addio Milano, sai quanto ti ho amata. E so quanto mi hai amato, come amavi tutti i tuoi cittadini. Ma quando tutto è finito, bisogna rendersene conto. È meglio andarsene…
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PS: ammetto di aver scritto questo articolo con molta tristezza nel cuore, ma ecco una notizia che mi induce al giubilo e alla rinascita della speranza: Bergoglio ha vietato… che cosa? La bestemmia? Le blasfeme “liturgie” interreligiose? I sacrilegi? Ma và, quelle sono robette.
Ha vietato la vendita di sigarette in Vaticano! Leggete su ANSA . La Fede è salva! Ricomincia il cammino della civiltà! Attendiamo il commento di Buttiglione, che ricordiamo dalla giovinezza come fumatore di sigaro.

di Paolo Deotto - 9 novenbre 2017

fonte: https://www.riscossacristiana.it/milano-kaputt-di-paolo-deotto/


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