Mutui, prestiti al consumo, bollette: sono
questi gli oneri che stanno mettendo in ginocchio le famiglie italiane.
La crisi del comparto finanziamenti, spesso annunciata come alle spalle
o, per lo meno, in forte regressione, mostra l’altra faccia della
medaglia, quella più scura e lugubre. Ed è la faccia del recupero crediti, che lavora a pieno regime e macina vittime. Sul web comparatori di mutui come supermoney.eu
consentono di raffrontare tassi e tariffe per individuare soluzioni
vantaggiose, politiche di incentivazione stimolano la crescita della
domanda e gli interessi richiesti sono in netto calo. Ma ciò che non
viene raccontato è quello che segue all’accettazione della domanda di finanziamento. L’insolvenza è una piaga spesso sommersa e che fa sempre più paura.
Rate di mutui e prestiti insostenibili: 40,6 milioni di pratiche in tutta Italia
L’ammontare totale del debito accumulato dalle famiglie italiane è pari a 56,2 miliardi di euro, un’insolvenza distribuita su circa 40,6 milioni di pratiche
terminate negli uffici delle società di recupero crediti (+4% sul
2013). Le rate dei mutui e dei prestiti e i costi delle bollette
sull’energia sono la zavorra che affossa gli italiani. È quanto rivelato
da una ricerca dell’Unirec (Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito) in collaborazione con Il Sole 24 Ore.
Rispetto al 2007, l’insolvenza totale è pressoché quadruplicata nel 2014, con un +16% rispetto al 2013. A soffrire sono soprattutto le famiglie, che da sole assorbono l’88% del debito totale (corrispondenti a 448 miliardi di euro). Solo il restante 12% fa riferimento a debiti contratti da società commerciali e Pmi.
Tasso di recupero deludente
Le procedure per il recupero del debito maturato su mutui e prestiti,
inoltre, non sortiscono l’effetto sperato e si dimostrano scarsamente
risolutive. Nel 2014 la quantità di debito recuperata è stata pari a 9,2 miliardi di euro, rappresentativi appena del 17,5% delle insolvenze totali. Il ticket medio dei debiti è stato pari a 1.385 euro, al +11% su base annua. Cifra che supera i 2.000 euro se si considerano soltanto le insolvenze sulle rate di mutui e prestiti, rappresentative del 72% del debito totale contratto dai risparmiatori nostrani.
La situazione, inoltre, secondo le stime di settore non migliorerà: nel 2015 l’insolvenza dovrebbe sforare il tetto dei 60 miliardi
tra mutui, finanziamenti sul credito e bollette insolute, con
l’aggravante che molte pratiche fanno riferimento a debiti pregressi e
che, per tanto, non potranno contare sulla possibilità di rateizzare il
reintegro. In compenso, dovrebbe crescere il tasso di recupero, stimato intorno al 19%. Ironica consolazione.
fonte: http://www.lanotiziagiornale.it
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