(Il Giornale, 12 giugno 2016) - Dobbiamo prendere atto che ogni giorno migliaia di clandestini sbarcano sulle nostre coste a bordo di gommoni perché è solo con questa modalità che hanno la certezza di essere accolti, senza dover esibire documenti e neppure farsi identificare, con l'assoluta certezza che potranno campare per anni a nostro carico con la garanzia del vitto, alloggio, sigarette, ricarica del cellulare, due euro e mezzo al giorno per le piccole spese personali, tutto gratuitamente, tutto ormai codificato come un diritto inalienabile, senza alcuna controportita in termini di doveri, regole e responsabilità, ma senza neppure quel minimo di rispetto e di gratitudine che ci aspetterebbe da chi beneficia di una generosità che non ha pari nel mondo intero.
Possiamo dirlo ad alta voce: l'Italia è il Paese che più di altri al
mondo ha legittimato la clandestinità e che destina ingenti risorse
nazionali per finanziare l'auto-invasione di clandestini.
Ma soprattutto dobbiamo finalmente aver chiaro che non si tratta né di un esodo epocale di disperati, a causa di una improvvisa contingenza, perché le guerre e la povertà ci sono sempre state in Africa, in Medio Oriente e in Asia; né di un'invasione promossa autonomamente dai clandestini che noi siamo costretti a subire. Si tratta invece di una deliberata strategia di auto-invasione, siamo noi che la vogliamo, siamo noi che andiamo a soccorrere i clandestini fino al largo delle coste libiche, raccordandoci con gli scafisti, ce li portiamo orgogliosamente a casa nostra come il trofeo della vittoria più ambita, siamo noi che assicuriamo loro un'accoglienza fin troppo generosa concedendo ai clandestini ciò di cui non dispongono 12 milioni di italiani poveri.
Questa strategia di auto-invasione, voluta, pianificata, auto-finanziata, rappresenta un'offerta irresistibile per milioni di giovani africani, mediorientali, asiatici, a prescindere dal fatto che siano veramente in fuga dalle guerre, dalla povertà o da condizioni climatiche difficili. Così come si traduce nell'attività illegale più redditizia al mondo per la criminalità organizzata che gestisce il traffico dei clandestini dai rispettivi paesi all'Italia e all'interno del nostro stesso territorio. Infine è l'opportunità storica imperdibile per il terrorismo islamico e per gli Stati “moderati” dediti all'islamizzazione dell'umanità, per infiltrarsi con le “cellule dormienti” e radicarsi con “comunità islamiche” sempre più consistenti dentro casa nostra.
Il risultato c'è già. Anche limitandoci agli ingressi dichiarati ufficialmente nel 2014 e nel 2015, ci sono circa 240 mila clandestini che sono entrati in Italia ma sono scomparsi nel nulla, di cui non sappiamo letteralmente nulla perché non sono stati identificati. Abbiamo però la certezza che sono giovani maschi dai 20 ai 30 anni, che sono musulmani, che provengono dalle coste libiche controllate da bande terroristiche islamiche. Non stupisce che siano transitati in Italia alcuni di coloro che si sono fatti esplodere a Parigi il 13 novembre 2015 e a Bruxelles il 22 marzo di quest'anno.
Ed è proprio perché l'Italia si è prestata ad essere il porto franco dell'auto-invasione di clandestini, dell'infiltrazione delle “cellule dormienti” del terrorismo islamico, della strategia di islamizzazione demografica dell'Europa, che finora non c'è stato un attentato dentro casa nostra.
Ma soprattutto dobbiamo finalmente aver chiaro che non si tratta né di un esodo epocale di disperati, a causa di una improvvisa contingenza, perché le guerre e la povertà ci sono sempre state in Africa, in Medio Oriente e in Asia; né di un'invasione promossa autonomamente dai clandestini che noi siamo costretti a subire. Si tratta invece di una deliberata strategia di auto-invasione, siamo noi che la vogliamo, siamo noi che andiamo a soccorrere i clandestini fino al largo delle coste libiche, raccordandoci con gli scafisti, ce li portiamo orgogliosamente a casa nostra come il trofeo della vittoria più ambita, siamo noi che assicuriamo loro un'accoglienza fin troppo generosa concedendo ai clandestini ciò di cui non dispongono 12 milioni di italiani poveri.
Questa strategia di auto-invasione, voluta, pianificata, auto-finanziata, rappresenta un'offerta irresistibile per milioni di giovani africani, mediorientali, asiatici, a prescindere dal fatto che siano veramente in fuga dalle guerre, dalla povertà o da condizioni climatiche difficili. Così come si traduce nell'attività illegale più redditizia al mondo per la criminalità organizzata che gestisce il traffico dei clandestini dai rispettivi paesi all'Italia e all'interno del nostro stesso territorio. Infine è l'opportunità storica imperdibile per il terrorismo islamico e per gli Stati “moderati” dediti all'islamizzazione dell'umanità, per infiltrarsi con le “cellule dormienti” e radicarsi con “comunità islamiche” sempre più consistenti dentro casa nostra.
Il risultato c'è già. Anche limitandoci agli ingressi dichiarati ufficialmente nel 2014 e nel 2015, ci sono circa 240 mila clandestini che sono entrati in Italia ma sono scomparsi nel nulla, di cui non sappiamo letteralmente nulla perché non sono stati identificati. Abbiamo però la certezza che sono giovani maschi dai 20 ai 30 anni, che sono musulmani, che provengono dalle coste libiche controllate da bande terroristiche islamiche. Non stupisce che siano transitati in Italia alcuni di coloro che si sono fatti esplodere a Parigi il 13 novembre 2015 e a Bruxelles il 22 marzo di quest'anno.
Ed è proprio perché l'Italia si è prestata ad essere il porto franco dell'auto-invasione di clandestini, dell'infiltrazione delle “cellule dormienti” del terrorismo islamico, della strategia di islamizzazione demografica dell'Europa, che finora non c'è stato un attentato dentro casa nostra.
Perché in realtà è sempre meno casa nostra ed è sempre più terra di conquista islamica. Svegliamoci!
magdicristianoallam.it
tramite: http://wwwmyblogsky.blogspot.it
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