L'accusa è di false fatturazioni. Orsi: "Sono stati anni difficili per me, la mia famiglia ma soprattutto per Agusta". Il legale Amodio: "Risultato di grende rilievo"
Busto Arsizio, 9 ottobre 2014 - L'ex ad di Finmeccanica Giuseppe Otsi e l'ex ad di Agusta Westland Giuseppe Spagnolini sono stati condannati a 2 anni (pena sospesa) dal tribunale di Busto Arsizio. I due sono stati condannati per l'accusa di false fatturazioni e assolti da quella di corruzione internazionale. I giudici di Busto Arsizio hanno in sostanza bocciato l'impianto accusatorio del pm Eugenio Fusco, secondo cui Orsi e Spagnolini avrebbero pagato una maxi-tangente per favorire Augusta Westland nella gara bandita dal governo di New Delhi per l'acquisto di 12 elicotteri. Il loro verdetto è arrivato dopo circa 4 ore di camera di consiglio. Per questa vicenda, Orsi era stato arrestato nel febbraio 2013 ed era tornato in libertà dopo aver trascorso 80 giorni nel carcere di Busto Arsizio. Lo scorso 3 luglio il pm Eugenio Fusco aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione per Orsi e a 5 anni per Spagnolini. Le difese avevano chiesto invece l'assoluzione dei due imputati.
Il collegio giudicante, presieduto da Luisa Bovitutti, oggi ha riconosciuto una provvisionale da un milione e mezzo come risarcimento a favore dell'Agenzia delle entrate, parte civile. Ha disposto inoltre un anno di interdizione dai pubblici uffici per entrambi, e la pubblicazione della sentenza per 15 giorni sul sito internet del ministero della Giustizia. I giudici, condannando a due anni di carcere Orsi e Spagnoli per false fatturazioni, hanno riconosciuto loro le attenuanti generiche e hanno rideterminato il periodo dei presunti illeciti, dal 2009 al 2010. La sentenza verra' depositata entro 90 giorni.
Nel luglio scorso la Procura di Busto Arsizio aveva archiviato il procedimento nei confronti di Finmeccanica, indagata in base alla legge 231 sulla responsabilita' in sede penale delle aziende per i reati commessi dai propri dipendenti. AgustaWestland e la sua filiale inglese AgustaWestland Ltd avevano patteggiato il pagamento di circa 8 milioni di euro, uscendo anche loro dal procedimento. Nel processo si sono costituite parti civili l'Agenzia delle entrate e il ministero della Difesa indiano.
ORSI: "MAI AVUTO DUBBI" - "Non ho mai avuto dubbi che venissero a cadere le accuse portate avanti in maniera suggestiva - ha commentato Orsi - . Sono stati anni difficili per me, la mia famiglia, ma soprattutto per Agusta e per quello che ha dovuto sopportare
nel perdere un manager di valore come Spagnolini". L'ex ad ha
proseguito: "In coscienza sappiamo di non aver corrotto nessuno. Quando
certe cose vengono enfatizzate anche in buona fede si hanno questi
risultati". E ancora: "Io volevo cambiare Finmeccanica in modo radicale
ma corretto. C'era un'area grigia che volevo cambiare, non ho portato la
mia squadra e ho cercato di utilizzare le persone che avevo. Si è
visto".
Orsi ha sottolineato: "E' vero che la magistratura si occupa dei reati e non delle consguenze dei reati. Ma forse occorrerebbe preoccuparsi di più.
Ho fatto 80 giorni in carcere. Per mia fortuna il sistema è tale per
cui viene riconsociuto l'errore del pm. Oltre che a me alla mia
famiglia, lo schiaffo l'ha preso Agusta che stata esposta alla critica". "Durante la mia detenzione hanno funzionato le tre F, 'faith, family e friends' - ha proseguito - che non mi hanno mai abbandonato". L'ex dirigente di Finmeccanica ha criticato quindi "il modo in cui sono state condotte le indagini" perche' "e' assurda la questione del finanziamento illecito alla Lega Nord e non c'era alcuna prova della corruzione". Ha auspicato quindi che, in seguito alla sentenza, "si possano riprendere i contatti con l'India" per la fornitura di elicotteri congelata in seguito all'inchiesta e "Agusta possa tornare sul mercato internazionale a testa alta". L'ex ad ha parlato anche dell'ex direttore delle relazioni esterne Lorenzo Borgogni (l'uomo che ha fatto partire la questione da Napoli, ndr): "Nei confronti di Borgogni c'è accusa di calunnia. L'avevo invitato ad andarsene quando lui aveva ammesso di aver preso 4/5 milioni da alcuni fornitori di Agusta. Questo ha portato a una serie di vendette". E ha proseguito: "E' anche importante che sia stato restituito l'onore al mareseiallo Tiagy dopo l'accusa di aver fatto una cosa che in realtà non aveva fatto". Infine Orsi è tornato sull'azienda: "Da oggi Agusta pò tornare nel mondo e dire: "Come vi avevo detto i miei manager non hanno fatto niente di irregolare".
IL LEGALE DI ORSI: " CI BATTEREMO ANCHE PER FALSA FATTURAZIONE" - "E' stata una decisione molto equilibrata che ha evidenziato l'assoluta mancanza di prove di corruzione internazionale", ha aggiunto l'avvocato Ennio Amodio, difensore di Giuseppe Orsi. "Il risultato e' di grande rilievo", ha proseguito Amodio, "La corruzione non c'era. Era il punto centrale della nostra difesa. Ci batteremo perché cada anche la parte legata alla falsa fatturazione". L'avvocato difensore di Orsi ha proseguito: "Il tribunale ha dato atto dell'assoluta mancanza di prove di corruzione. Non c'è prove di pagamento al maresciallo indiano (Sasha Tiagy, ndr.), non c'e' prova di un atto che sia stato capace di interferire sulla gara da parte del maresciallo, non ci sono iniziative importanti per far sì che si interferisca nell'assegnazione della gara". Per quanto riguarda la condanna a due anni per false fatturazioni, Amodio ha detto che i giudici hanno ridotto l'arco penale, "una parte di quelle fatture e' legata a operazioni inesistenti. Riteniamo che possa cadere in appello".
Il legale ha concluso: "E' anche crollata l'accusa di corruzione che vedeva coinvolto Guido Ralph Haschke (l’intermediario svizzero-americano di Finmeccanica sospettato di essere l’uomo della mazzetta all’India nell’ambito dell’inchiesta sull’azienda, ndr). La figura di un intermediario è stata ritenuta inesistente. Il Tribunale ha messo fine a una vicenda dolorosa per due eprsone e due aziende".
MARO' - Intanto, fuori dal tribunale una decina di militanti di Fratelli d'Italia si sono riuniti in presidio, manifestando a favore dei maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Gli esponenti di Fdi, tra cui l'europarlamentare Carlo Fidanza, hanno acceso candelotti bianchi, rossi e verdi e hanno esposto striscioni con scritte come 'Tangenti o no rivogliamo i maro'' e 'Monti trafficante di uomini'. Latorre, colpito da un'ischemia durante la sua permanenza in India, e' rientrato nei giorni scorsi in Italia. Salvatore Girone si trova, invece, ancora a New Delhi. Entrambi sono accusati dell'omicidio di due membri dell'equipaggio di un peschereccio indiano, nel febbraio 2012, convinti di essere attaccati da pirati al largo delle coste indiane del Kerala.
di Gabriele Moroni - 9 ottobre 2014
fonte. http://www.ilgiorno.it
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