Il Parlamento turco ha detto di sì ma l'esercito non si muove e non fa passare armi ai curdi assediati
Almeno 18 i morti nei vari episodi di violenza scoppiati da
ieri in Turchia. In sei province del sud est a maggioranza curda,
epicentro degli scontri, è in vigore il coprifuoco. L’accusa ad Ankara
il non intervento via terra a salvare Kobane per non favorire né i curdi
né il nemico giurato Assad
18 morti per le strade delle città turche, e pare che questa
volta a sparare con troppa facilità non siano state le forze di
sicurezza. Jihadisti di casa ad anticièpare qualche conbtro che gli
altri di Isis stanno presentando ai curdi assediati a Kobane. In Turchia
oggi doveva essere la giornata di mobilitazione «per Kobane», ed è
diventata la rivolta di popolo contro l’opportunismo cinico del
presidente Erdogan che non muove le sue truppe per ottenere un vantaggio
politoco cobtro due nemici in un colpo: i curdi anche se di Siria e le
forse governative siriane di Assad divenuto nemico.
Troppa rabbia e tensione interna in Turchia dove premono e collidono
tra loro troppi nazionalismi estremisti. La protesta doveva riguardare
l’assedio degli jihadisti contro cui si battono pochi curdi male armati
sostenuti solo dagli attacchi aerei della Coalizione Usa. E’ stata
invece rivolta di piazza contro Ankara. Almeno 18 morti in vari scontri
scoppiati da ieri in Turchia. Le ultime quattro persone sono state
uccise nelle province orientali di Mardin e Van. Nei giorni scorsi sono
stati dieci gli uccisi a Diyarbakir, tre a Mardin, due a Siirt, uno a
Van e un altro nella provincia di Batman.
Gli scontri sono scoppiati martedì durante le manifestazioni
organizzate in tutto il paese dal principale partito curdo, il Partito
democratico del popolo (Hdp), per protestare contro il mancato
intervento militare della Turchia a Kobane. Secondo la stampa nazionale,
esponenti del Pkk, il partito dei lavoratori curdo che da decenni si
batte per l’indipendenza da Ankara) hanno cominciato a sparare contro la
polizia, che ha risposto al fuoco. Altri scontri sono scoppiati fra
curdi e sostenitori di movimenti islamisti, l’Huda-Par, simpatizzanti
dell’Isis. Solo Istanbul la polizia ha arrestato 98 persone.
Il governo turco è sotto accusa da più parti per avere sostenuto, o
almeno favorito, negli ultimi anni le milizie islamiche in Siria –
jihadisti compresi – all’interno del fronte anti-Assad, dopo la rottura
di Erdogan con il governo un tempo alleato di Damasco. Il tutto mentre
non si fermano ancora le polemiche per lo scambio che la Turchia avrebbe
fatto con l’Isis di 180 jihadisti, fra cui due britannici, in cambio di
46 diplomatici turchi e tre iracheni, rapiti a Mussul da Isis. Ankara
viene accusata da molti di aver favorito Isis in funzione anti curda e
di aver lasciato passare i miliziani dai suoi confini.
8 ottobre 2014
fonte: http://www.remocontro.it
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