BERLINO - "Un paese in agonia". Lo scrive il tedesco der Spiegel, in un
articolo sull'Italia di Matteo Renzi, le cui riforme "si insabbiano,
l'economia crolla".
"Ciao Bella Italia - scrive il magazine -.
Da quando Berlusconi e' fuori gioco e il simpatico attivo Matteo Renzi, 39 anni, ha sostituito il noioso Enrico Letta, Berlino e Bruxelles pensano che l'Italia sia sulla buona strada. Ma non lo e', al contrario: il paese ristagna nella recessione".
Con nuovi record sul fronte del debito, della disoccupazione e del numero dei fallimenti.
L'articolo segnala che al Paese "non mancano affatto i soldi", ma la ''distribuzione e' fatale'': le banche ''non vogliono investire'' e le ''imprese non possono'' e ''questo vale anche per i cittadini'', che sono piu' ricchi dei tedeschi, (''con 4.000 euro di patrimonio netto per ogni italiano piu' di ogni tedesco'').
''I ricchi hanno tutto i poveri non si possono permettere niente'', e' la constatazione.
Spiegel descrive il pesante scenario di un'economia ''colpita dalla crisi'', che pero' era ''gia' malata da tempo'': ''gia' dal 2007 la produzione industriale complessiva e' crollata di un quarto''.
Renzi ''ha iniziato con slancio'' - conclude Spiegel, citando i risultati sul fronte dell'abolizione dlel province e del Senato, e dell'abbassamento delle tasse, ''ogni i mese una riforma, ha detto alcuni mesi fa, ma soltanto poche vengono realizzate''.
Il magazine cita anche le contestazioni che vengono mosse al premier in Italia: come Massimo Cacciari che parla di ''annunciate''. Questo articolo fa il paio con un altro sempre pubblicato dallo Spiegel, il cui titolo era davvero emblematico: "L'Italia, un paese con un grande futuro alle spalle".
Der Spiegel, in generale, rappresenta il sentiment dell'uomo comune tedesco e allo stesso tempo è il veicolo ufficioso del governo, quando si tratta di temi di politica estera, come questo. Il segnale in arrivo dalla Germania quindi è molto chiaro: è la bocciatura di Renzi premier, dopo mesi di inconcludente poltica economica e "riformatrice", qualunque essa fosse, dato che non ha portato risultati.
max parisi
"Ciao Bella Italia - scrive il magazine -.
Da quando Berlusconi e' fuori gioco e il simpatico attivo Matteo Renzi, 39 anni, ha sostituito il noioso Enrico Letta, Berlino e Bruxelles pensano che l'Italia sia sulla buona strada. Ma non lo e', al contrario: il paese ristagna nella recessione".
Con nuovi record sul fronte del debito, della disoccupazione e del numero dei fallimenti.
L'articolo segnala che al Paese "non mancano affatto i soldi", ma la ''distribuzione e' fatale'': le banche ''non vogliono investire'' e le ''imprese non possono'' e ''questo vale anche per i cittadini'', che sono piu' ricchi dei tedeschi, (''con 4.000 euro di patrimonio netto per ogni italiano piu' di ogni tedesco'').
''I ricchi hanno tutto i poveri non si possono permettere niente'', e' la constatazione.
Spiegel descrive il pesante scenario di un'economia ''colpita dalla crisi'', che pero' era ''gia' malata da tempo'': ''gia' dal 2007 la produzione industriale complessiva e' crollata di un quarto''.
Renzi ''ha iniziato con slancio'' - conclude Spiegel, citando i risultati sul fronte dell'abolizione dlel province e del Senato, e dell'abbassamento delle tasse, ''ogni i mese una riforma, ha detto alcuni mesi fa, ma soltanto poche vengono realizzate''.
Il magazine cita anche le contestazioni che vengono mosse al premier in Italia: come Massimo Cacciari che parla di ''annunciate''. Questo articolo fa il paio con un altro sempre pubblicato dallo Spiegel, il cui titolo era davvero emblematico: "L'Italia, un paese con un grande futuro alle spalle".
Der Spiegel, in generale, rappresenta il sentiment dell'uomo comune tedesco e allo stesso tempo è il veicolo ufficioso del governo, quando si tratta di temi di politica estera, come questo. Il segnale in arrivo dalla Germania quindi è molto chiaro: è la bocciatura di Renzi premier, dopo mesi di inconcludente poltica economica e "riformatrice", qualunque essa fosse, dato che non ha portato risultati.
max parisi
fonte il nord
tramite: http://alfredodecclesia.blogspot.it
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