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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

27/10/14

Rapporto-choc di Codici, Roma e litorale in mano alla malavita ___ UN DOSSIER DEL GIUGNO 2014




Eppure, rapporti come questo e le criticità connesse alla non conclusa emergenza immigrazione sembrano non impedire che la scure si abbatta sulle forze dell'ordine con gli annunciati tagli,  la chiusura di commissariati e presidi territoriali, la possibile riduzione di uomini e mezzi ( già in questi ultimi anni i poliziotti sono diminuiti di 15.000 unità) con una conseguente, inevitabile minore tutela della legalità e un basso livello di sicurezza.




Numeri da brivido che riportano al mito della Banda della Magliana. Lo dà il Codici che denuncia: “Oggi a Roma ci sono una media di 3 atti estorsivi quotidiani. Una denuncia per usura ogni due giorni. Due omicidi al mese. Un tentato omicidio ogni 3 giorni. La piaga della criminalità colpisce inesorabilmente la Capitale”. E presenta un dossier allarmante.
La mappa. L’analisi delle operazioni delle Forze dell’Ordine del 2014 mostra come la criminalità organizzata, in particolare la Camorra, si stia progressivamente prendendo i territori del Centro Storico. Mentre nel litorale, storicamente zona strategica per affari criminosi, permane il livello rilevante di attività dei gruppi criminali. Di seguito ci sono i quartieri della periferia est, come Tor Bella Monica, San Basilio, Tor Vergata, Casilina, Prenestina. Storicamente interessati ad episodi criminali, hanno un ruolo importante nella mappa criminalità. Si pensi a San Basilio, tristemente famosa per il traffico di droga che rende il quartiere paragonabile a quello di Scampia.
L’infiltrazione della criminalità oggi è decisamente in aumento, anche se è venuta meno la presenza di un gruppo egemone e si sono affacciate nuove presenze. Esempio lampante è quello dei bengalesi, che gestiscono il racket degli alcolici nei quartieri della movida romana. Gruppi, clan e famiglie criminali si specializzano su settori e territori specifici, come mostra lo schema qui di seguito.

Camorra, clan Contini nello specifico: nuovo trend della ristorazione, operava tra Roma e Toscana (sequestri nel centro storico). Ma la Camorra si occupa anche di usura e droga.

‘Ndrangheta: investimenti immobiliari, alberghieri, ristorazione, il commercio di autoveicoli e di preziosi. Droga. Nettuno e Anzio.

CosaNostra. Droga, armi, rifiuti, estorsione, usura, riciclaggio di denaro, gioco d’azzardo, infiltrazioni negli appalti e traffico di opere d’arte. Ostia

Cinesi: traffico dei clandestini, contraffazione delle merci, prostituzione. Anche droga. Esquilino, Casilina, Tuscolana, Appia e Ostia Lido

Bengalesi
: alcol. Trastevere, Testaccio, Pigneto, San Lorenzo (movida)

Nigeriani: droga e prostituzione. Hinterland romano, soprattutto Frosinone.

Albanesi: droga e prostituzione. Dai quartieri centrali della movida alle zone più periferiche.

Marocchini: droga. Dai quartieri centrali della movida alle zone più periferiche.

Casamonica: settori commerciali ed economici, aziende edilizie e immobiliari, ristoranti e stabilimenti balneari, traffico di stupefacenti in tutta Europa. Castelli Romani, Ostia e litorale laziale.

Come reagiscono a ciò le istituzioni? “Troppo spesso assistiamo alla totale mancanza di efficacia delle politiche di contrasto ai fenomeno criminosi – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – Un esempio su tutti, nel quale manca una programmazione concreta di strategie efficaci, è il problema degli appalti pubblici, che si prestano al grave rischio delle infiltrazioni criminali, anche in considerazione della grande disponibilità economica e l’alto livello di organizzazione dei gruppi criminali moderni”.
Le Istituzioni sono assenti. Denuncia l’associazione di Ivano Giacomelli: “La crisi economica odierna non fa altro che determinare un numero sempre maggiore di persone che cadono nella morsa di usurai e criminali. L’assenza di strategie concrete ed efficaci anche da parte del Commissario Antiusura Elisabetta Belgiorno, oltre alla mancanza di coinvolgimento di tutte le forze sociali interessate a combattere il fenomeno, non fa altro che acuire una situazione di progressivo disinteresse per il sistema dell’usura, che viene lasciato fin troppo libero di agire e di mietere vittime. Qual è la risposta dello Stato davanti a tale fenomeno? I dati parlano da soli. Nell’ultimo anno i reati di estorsione e usura sono addirittura aumentati (rispettivamente, da 692 a 822 e da 151 a 178). Perche mai allora le persone dovrebbero denunciare, se è palese la totale mancanza del supporto delle Istituzioni?”.
Se lo Stato non aiuta i cittadini, non affronta il problema con politiche di contrasto alla criminalità e lascia persino sole le persone che chiedono aiuto, come è stato fatto con la chiusura da parte dell’allora Presidente della Provincia, ora della Regione, Zingaretti, del Numero Verde Anti Usura, la situazione non fa altro che peggiorare.
Infine si pensi alle lacune dell’Osservatorio Regionale Sicurezza e Legalità della Regione Lazio. Qualcuno ne ha sentito parlare? Non possiamo certamente sapere le motivazioni che hanno spinto Zingaretti a scegliere come Presidente dell’Osservatorio proprio Giampiero Cioffredi, ma di sicuro qualche perplessità è emersa, se si considerano alcuni elementi. Oltre al suo titolo di studio di geometra, infatti, anche le sue esperienze pregresse sembrano poco attinenti con l’incarico: esponente di centrosinistra, ex assessore municipale e coordinatore delle iniziative internazionali della Provincia di Roma (con Zingaretti presidente), è stato candidato, non eletto, alle elezioni europee del 2009 con il Pd. Insomma, sembra proprio che i motivi delle nomine, come purtroppo accade anche in altri ambiti, rimangano sconosciuti ai più.
Le proposte del Codici: Sostenere la rete di associazioni sul territorio quale trade Union tra vittime e istituzioni. Promuovere luoghi istituzionali di coinvolgimento tra società civile e istituzioni impegnate nel contrasto alla criminalità. Promuovere un Osservatorio sugli appalti pubblici con i rappresentati della società civile. Promuovere organismi istituzionali sulle varie problematiche legate alle varie forme di criminalità con designazioni di soggetti veramente esperti e che non siano i soliti trombati della politica. L’Associazione chiede un incontro al Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, Sindaco di Roma, Ignazio Marino e il Prefetto, Giuseppe Pecoraro, per rappresentare le preoccupazioni di Codici sullo stato di controllo della malavita del territorio. L’Associazione si rende disponibile al dialogo e alla partecipazione concreta nell’individuazione di percorsi di risoluzione del fenomeno. Sono più che mai necessarie azioni di contrasto mirate e specifiche, soprattutto nelle zone considerate maggiormente a rischio infiltrazioni.








leggi tutto sul dossier : http://www.affaritaliani.it/static/upload/doss/dossier-criminalita-mani-in-pasta.pdf



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