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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

26/10/14

Il sondaggio anti-Marino pagato coi soldi dei romani

IL CASO

Polemica dopo la ricerca Swg commissionata dal gruppo del Pd. Il vice segretario Guerini chiede le dimissioni di D’Ausilio 

 

L'INTERVISTA Alemanno: «Oggi lo batterei 2-1. Ma non mi ricandido»

 

CORSA DEI SANTI, MARINO IN BICI ASSISTE A PARTENZA - FOTO 1 
 
 
È normale che un gruppo consiliare spenda 20 mila euro per commissionare un sondaggio che annienta il «suo» sindaco di Roma? Se lo chiede più di un esponente del Pd, all’indomani del polverone sollevato dalla ricerca della Swg che ha stroncato il primo anno e mezzo di governo di Ignazio Marino, criticato da otto romani su dieci. Una bocciatura evidente: dai bus alla raccolta dei rifiuti, passando per strisce blu, nomadi e matrimoni gay.
Finita l’euforia (masochistica) dei sinistri compagni di viaggio del sindaco, si materializzano come un boomerang le conseguenze dell’attacco politico di una parte del Pd romano a Marino.
Tanto che il vice segretario dei Democratici, Lorenzo Guerini, avrebbe telefonato ad alcuni consiglieri comunali e ventilato le dimissioni dell’attuale capogruppo D’Ausilio, che sarebbe colpevole non solo di aver commissionato la ricerca alla Swg ma anche di averla «girata» a Repubblica invece di usarla per aprire una discussione all’interno del partito e con il primo cittadino.
Le polemiche si fanno sentire. «Perché il sondaggio è stato pagato dal gruppo consiliare dei Democratici, con i soldi presi dalle tasse dei cittadini?», si chiedono un paio di rappresentanti del partito principale del centrosinistra. «Ma come, parliamo di spending review, di tagli, di ridurre il finanziamento pubblico ai partiti e questi del Comune si permettono di fare una cosa del genere?».
Che il Campidoglio sia una specie di aereo più pazzo del mondo non c’è dubbio. Marino, complice la situazione finanziaria drammatica, non poteva certo far volare la Capitale. Tuttavia gli errori del chirurgo sono stati evidenti. Da ultimo il pasticciaccio dell’aumento delle tariffe degli asili nido. Una figuraccia dopo l’altra. Dietro alla difficoltà di governare, c’è però anche la guerra con il Pd.
Almeno una parte del gruppo capitolino non ha mai digerito il «grillismo» di Marino, la sua indipendenza dalle logiche partitiche. A cominciare dalle nomine, su cui il sindaco ha sempre voluto fare di testa sua (in alcuni casi prendendo degli abbagli). Proprio in questo mancato confronto tra il partito e il primo cittadino affondano i rapporti tesi dell’Aula Giulio Cesare. Alcuni Democratici (a partire dal suo avversario alle primarie David Sassoli) dicono di lui che non ha idee né progetti. E, ovviamente, che la sua comunicazione è fallimentare.


Verrebbe da chiedere: e le loro idee? E la loro comunicazione? In questo gioco al massacro, a sinistra nessuno può sorridere. Anche perché la maggioranza in Campidoglio ha regalato un favoloso spot a un’opposizione che di certo non brilla.
Per il resto le accuse sono le stesse di quando Marino si è presentato alle primarie. Erano convinti che perdesse. Ne era sicuro anche Gianni Alemanno, che adombrava, addirittura, una sua rielezione. Non è andata così. Nell’uno e nell’altro caso. Il sindaco lo sa e, a quanto pare, non ha alcuna intenzione di scendere a patti con il Pd che siede in Aula Giulio Cesare. Ieri ha risposto con la calma (incoscienza?) che lo caratterizza: ha definito il sondaggio Swg «un ottimo documento». E ha aggiunto: «È evidente e non c’è neanche bisogno di un sondaggio per capire che ci sono difficoltà nei trasporti e dal mio punto di vista è un argomento su cui sto lavorando dal mese di marzo con il Governo su tre punti centrali, quello degli extra costi di Roma Capitale che permettono di intervenire su un altro punto che il sondaggio mette in evidenza, il decoro urbano». Insomma, Marino non s’arrende e rilancia: questa bastonata sarà «un motivo in più per continuare».
Uno dei pochi a uscire allo scoperto è il vice segretario del Pd capitolino, il renziano Luciano Nobili: «A Roma c’è una situazione complicata e non c’era bisogno di un sondaggio per vederlo. Marino ha raccolto un’eredità pesantissima e sta facendo scelte coraggiose». Poi la stoccata contro il gruppo in Campidoglio: «Il ruolo del Pd capitolino non è commissionare sondaggi che servono solo a mettere in difficoltà il sindaco e l’amministrazione, bensì sostenere queste scelte del sindaco e correggerle qualora necessario. Per questo da alcune settimane stiamo lavorando alla grande conferenza programmatica su Roma che si terrà il 28 e 29 novembre. Servirà a raccogliere dati, idee e proposte per accompagnare l’azione amministrativa dopo un anno e mezzo di governo della città».
Chissà se adesso qualcuno commissionerà un sondaggio per sapere che ne pensano i romani che i loro soldi siano usati per combattere una guerra politica da parenti-serpenti.

Alberto Di Majo 26 ottobre 2014
fonte: http://www.iltempo.it

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