Che siano stati “otto mesi intensi” non ne abbiamo il benché minimo dubbio. Passare da zero a cento in pochi secondi, pur non essendo un bolide di formula Uno, farebbe venire il mal di testa a chiunque. E quindi la frase da Baci perugina con la quale Federica Mogherini lascia la Farnesina per trasferirsi a Bruxelles è da copione. Come da manuale è la metafora automobilistica. Meno scontato, invece, il copione che sta recitando il governo per la successione alla guida del ministero degli Esteri. Che al premier Matteo Renzi non interessa in modo particolare, ma dovendo farlo, è stato costretto ad occuparsi della pratica. Soprattutto dopo i fatti di ieri. E sì, perché dopo gli incidenti con gli operai di Terni il clima con Angelino Alfano è andato via via peggiorando con il passare delle ore, finendo per far slittare la nomina del successore della Mogherini. A palazzo Chigi, anche se a denti stretti , qualcuno è tornato a parlare di possibile rimpasto. E nel giro di valzer potrebbe esserci anche l’attuale ministro dell’Interno. Da qui la gelata sulla Farnesina, che potrebbe essere scongelata dopo aver risolto il caso degli scontri in piazza. Restando però al toto nomi per il dopo Mogherini appaiono stabili le quotazioni della deputata milanese del Pd, di appena 32 anni, Lia Quartapelle. Le voci di corridoio insistono nel darla in in prima fila per diventare il nuovo ministro degli Esteri. Il nome della giovane – e rampante – esponente Dem ha trovato conferme anche alla Leopolda, nonostante sia solo alla prima legislatura e vanti solo l’esperienza di ricercatrice dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale. L’eventuale nomina della Quartapelle darebbe a Renzi l’occasione per confermare la sua vocazione nel promuovere le donne, al di là di dati anagrafici e curriculum più o meno titolati.
Il nome della giovane parlamentare lombarda per il vertice della Farnesina sembra scartare quelli più volte circolati nei giorni scorsi, come l’attuale sottosegretario agli Esteri, Lapo Pistelli o la vicepresidente della Camera, Marina Sereni. Non che le loro chance si siano del tutto dileguate, ma in favore della Quartapelle, oltre naturalmente al fattore rosa che condivide con Sereni, giocherebbe soprattutto la totale novità che la sua nomina comporterebbe, quell’effetto sorpresa che è ormai parte essenziale della narrativa renziana. Non solo. La nomina di Pistelli, gradita ai tecnici e ad una parte del partito, innescherebbe una reazione a catena di difficile valutazione: dentro un uomo, avanti con altre due donne, creando nuove poltrone.
di di Lapo Mazzei - 30 ottobre 2014
fonte: http://www.lanotiziagiornale.it
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