Spese folli e privilegi il "circo" Ue ignora il rigore
Predicano l’austerità ma praticano vita da nababbi. Ecco le cifre che Renzi vuole rendere pubbliche.
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Mentre la Commissione europea ci impone manovre da lacrime e sangue, ci
accusa di essere un Paese di fannulloni che vive al di sopra delle sue
possibilità, ci dice che dobbiamo ridurre gli stipendi, tagliare le
ferie e andare in pensione più tardi, ebbene, i burocrati delle
istituzioni europei, quelli stessi che ci danno i voti, se la spassano
alle nostre spalle. Alla faccia di quella spending review che vanno
propagandando in tutte le sedi, loro vivono come nababbi. Si spostano in
limousine, hanno assegni da far impallidire anche un ministro della
vecchia Repubblica, godono di un trattamento previdenziale che non ha
eguali in nessun Paese europeo, lavorano per poche ore la settimana e se
hanno figli ricevono un assegno mensile scolastico che basterebbe a
pagare la retta all’Università di Harvard. Il premier Renzi ha
annunciato che renderà pubbliche le spese folli di Bruxelles e ha già
messo al lavoro un pool di tecnici per fare le pulci ai bilanci, quelli
uficili e quelli no.
L’Europa
del rigore, dei sacrifici, dei vincoli economici ha un’isola
privilegiata, dove queste parole sono bandite; è quella compresa nel
triangolo dove sono le sedi delle istituzioni europee: Bruxelles,
Strasburgo e Lussemburgo. Ed è proprio da qui che partiamo per questo
viaggio alla scoperta degli sprechi, delle spese folli e dei privilegi
di chi lavora per imporre al resto dei cittadini europei sacrifici e
rigore. Il Parlamento europeo ha tre sedi: a Bruxelles, Strasburgo e
Lussemburgo. Per spostare i documenti da Bruxelles a Strasburgo ogni
mese vengono spesi 200 milioni l’anno. L’onere è stato quantificato
dalla Corte dei conti europea, ha suscitato qualche mugugno ma tutto è
finito lì per il semplice fatto che la Francia non vuole privarsi di una
postazione così prestigiosa e calamita di fondi. L'Europarlamento è
aperto solo cinque giorni al mese e per il resto gli eurodeputati hanno
un ufficio a Bruxelles. Ogni mese, decine di Tir e di funzionari si
spostano dal Belgio alla Francia per quell'unica sessione
europarlamentare. Percorrono 434 chilometri in 5 ore. Probabilmente, i
costi della doppia (o tripla, se si contano gli uffici di Lussemburgo)
capitale sono molto maggiori di 200 milioni l'anno, che è solo il costo
del trasferimento; c'è anche il mantenimento della mastodontica sede di
Strasburgo, nonché il costo di deputati e portaborse in trasferta. In 5
anni fanno un miliardo di euro, quanto un piano di finanziamenti, che a
Bruxelles sono notoriamente quinquennali. La Corte dei conti ha
dimostrato che spostando gli impiegati dal Lussemburgo a Bruxelles si
risparmierebbero 80 milioni di euro in 50 anni; ricollocare poi la sede
di Strasburgo a Bruxelles abbatterebbe i costi di 114 milioni l'anno.
In
queste città il clima non è granchè ma per sopportarlo i burocrati
europei non si fanno mancare nulla. Godono di benefit e privilegi
intoccabili e chi osa criticarli viene subito bollato come nemico
dell’Europa. Un semplice usciere o una segretaria arriva a guadagnare 6
mila euro netti al mese, un archivista e un traduttore fino a 9 mila
euro e su fino agli alti dirigenti che hanno uno stipendio di 16 mila
euro. Il presidente della Commissione europea uscente, Barroso (quello
che ha inviato a Renzi una lettera per dirgli che non rispettiamo i
vincoli di rigore Ue) ha uno stipendio mensile di oltre 24 mila euro. In
piena crisi economica, nel 2009 pare abbia speso oltre 730.00 euro per
missioni e spese di rappresentanza. Quest'ultima voce ammonterebbe a più
di 32.000 euro, contro una forchetta che va dai 5 ai 16.000 euro per le
spese degli altri membri della Commissione. «Il presidente viaggia
molto». Funzionari e dipendenti Ue hanno diritto a scuole speciali per i
loro figli. Tra strutture e professori la Ue spende quasi 200 milioni
l’anno. Inoltre nonostante le scuole siano gratuite per ogni bambino che
va all’asilo il genitore riceve un assegno scolastico di 20 mila euro
l’anno come se dovesse pagare la retta all’Università di Harvard. Come
riporta Mario Giordano che nel libro «Non vale una lira» fa un’indagine
dettagliata degli sprechi dell’Europa, la Commissione spende per la
sicurezza dei propri edifici 30 milioni l’anno e il Parlamento 36
milioni. Poi scopriamo che a dicembre 2012 sono stati destinati a
661.500 euro per le divise di autisti e uscieri, 2.340.000 per matite,
gomme e altra cancelleria e oltre 300.000 euro per finanziare club,
circoli sportivi e culturali. Che dire poi delle fornitissime cantine
delle istituzioni europee dove sono stoccate 47.000 bottiglie di
pregiatissimo vino del valore complessivo di mezzo miliardo.
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