Ogni giorno pestati tredici uomini in divisa, sei volte su dieci da stranieri
Una
volante della polizia accerchiata e assaltata a calci e pugni da una
banda di sudamericani, che domenica scorsa nel Piacentino ha quasi
strangolato due poliziotti. Erano decine. Eppure uno solo è stato
denunciato. E aggressioni continue nei penitenziari, in strada e persino
sulle autostrade, come è accaduto sull’A1 Roma Napoli a metà settembre,
quando 52 tifosi baresi scalmanati si sono scagliati contro gli agenti
ferendone uno.
Nulla è cambiato. Sono passati quasi cinque
anni, era il 9 gennaio 2010, quando un immigrato che doveva essere
rimpatriato a Lagos, in Nigeria, staccò con un morso il lobo
dell’orecchio a un poliziotto di scorta all’aeroporto di Fiumicino. È lo
stesso tempo che ci separa dal ricordo dei lanci di bottiglie pieni di
cemento e urina scagliati contro la polizia da una sessantina di
immigrati arrampicati su una gru a Milano. Ma la musica è sempre la
stessa. Per i poliziotti vittime del tiro al bersaglio, che sia fuori
dallo stadio, dietro le sbarre di un Cie, o sulle coste dove approdano i
disperati in fuga da una guerra o dalla fame, è ancora tempo di subire.
E se tentano di difendersi apriti cielo.
Numeri da paura: 4mila dall’inizio dell’anno i
poliziotti feriti in servizio. Ma la tendenza – una stima al ribasso – è
di 6mila entro dicembre. Impressionanti i numeri sulle aggressioni: una
media di 13 uomini picchiati ogni giorno negli ultimi 10 mesi. «E il
dato lascia ancora più sgomenti se si considera che i 4mila poliziotti
aggrediti sono gli uomini del solo servizio operativo: un terzo dei
95mila agenti della Polizia» spiega Gianni Tonelli, segretario generale
Sap.
La cronaca degli ultimi giorni è
agghiacciante. Anche per gli espedienti usati per colpire. Ad Ancona,
ieri, un ecuadoregno di 21 anni si è finto svenuto, poi ha aperto gli
occhi e ha assalito come una furia i poliziotti intervenuti per
soccorrerlo. A Monza il giorno prima un marocchino 34enne ha tentato di
strangolare e di sottrarre la pistola ad un sostituto commissario che
aveva dovuto sparagli alle gambe per fermarlo.
«Gli agenti sono l’anello debole della catena –
continua Tonelli -, attaccati nel 60% dei casi da immigrati ben al
corrente della debolezza delle forze dell’ordine. La classe politica
dell’anti polizia poi fa il resto. Le aggressioni subite dagli agenti in
servizio non sono casuali, ma situazioni che da anni registrano una
costante crescita – e le denunce parlano chiaro – con gli stranieri
sempre più spesso protagonisti. Con che spirito un poliziotto si
prepara, alle 11 di sera, al servizio notturno di volante, sapendo che
l’indomani mattina potrebbe non tornare a casa dalla sua famiglia?
Sapendo, soprattutto, che un complesso sistema di leggi, norme e codici
non tutela Abele, ma piuttosto Caino?. Neanche possono difendersi che
scatta la gogna mediatica – aggiunge Tonelli -. Per questo doteremo gli
agenti di spy pen per registrare gli interventi, e le aggressioni,
tutelandosi da accuse che già più volte hanno creato casi mediatici.
francesco - 26 ottobre 2014
fonte: http://www.notixweb.com
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