Germania,
Italia, Consulta Tedesca, Trattato di Maastricht, Patto di Stabilità,
Consulta tedesca, esattori per conto dello Stato, Eurozona, Euro Gabbia,
Angela Merkel, Matteo Renzi, Romani Prodi, Mario Draghi,
Privatizzazione della Banca d'Italia, SAcco del Britannia, Mani Pulite,
George Soros, MIlena Gabanelli
MES, Britannia & Co – Quel che Renzi avrebbe
dovuto ricordare alla Merkel
Dalla ricostruzione del puzzle internazionalista al MES:
una storia taciuta che Renzi conosce benissimo
Nell'impero Commonwealth accade anche questo…
di Sergio Basile
Eravamo l'Italia…
Berlino, Roma – Noi siamo l'Italia! Era stato questo lo slogan pubblicitario gridato con "orgoglio" da Matteo Renzi alla vigilia dell'incontro con la Merkel e a poche ore dalla fine dell'incontro con Hollande.
Peccato che nessuno se ne sia accorto… Esodati, disoccupati e padri di
famiglia onesti in primis. Eravamo l'Italia! La grande nazione invidiata
da tutto il mondo (e dalla speculazione finanziaria
internazionale) prima che Renzi, Monti, Letta, Prodi, Draghi, Berlusconi, Napolitano gli altri compari atlantisti posti sotto il giogo del Commonwealth e
i loro scendiletto, con un accorato quanto deplorevole lavoro
chirurgico non smembrassero l'Italia dando fedele esecuzione al "Sacco del Britannia". Renzi, l'ambizioso Renzi, a Berlino ha dipinto se stesso come l'anti-somaro della situazione, ovvero come un paladino alla Giovanna d'Arco
simbolo di un Paese immeritevole di esser messo dietro la lavagna con
le orecchie d'asino… In effetti non ha tutti i torti il "neo-premier":
l'Italia fino al 2007 (l'anno dell'introduzione del Target2: truffaldino sistema di regolamentazione interbancaria tra le 17 banche centrali dell'Eurozona, proteso a creare surplus fittizio in favore della Germania – vedi qui – Target2: Il Sistema Truffa che Dissangua l’Italia ) malgrado tutto – come vedremo – è stata ancora, grazie al genio italico, la regina incontrastata dell'Europa,
malgrado il progetto masso-mafioso e finanziario di Civitavecchia fosse
già stato avviato da ben 15 anni (A.D. 1992). Come inqadrare allora la
comparsata di Matteo Renzi a Berlino? Patetica! Pretestuose le premesse,
ma sconcertanti le conclusioni.
Quel che Renzi avrebbe dovuto ricordare alla Merkel
La
sponda mediatica nazional-popolare è stata ancora una volta
provvidenziale per l'ex-sindaco di Firenze, inducendo nella parte
ingenua dell'opinione pubblica italiana la falsa consapevolezza che il
reale problema si chiamasse, in via esclusiva, semplicemente "Germania del rigore". Ovviamente affiché un inganno possa risultare credibile è necessario sempre creare un famelico ed antipatico anti-eroe che monopolizzi l'attenzione (la Merkel), un finto dualismo (monismo) tra "europeisti democratici" ed "europeisti rigoristi filo-merkeliani"; un capro espiatorio (o "asino/maiale espiatorio" che dir si voglia: i Paesi dell'Eurozona e l'Italia) ed un robusto alibi (la cosiddetta crisi internazionale). Ma chi conosce la scomoda ed occulta verità del Britannia sa bene che quello tedesco è solo un piccolo
tassello del grande puzzle internazionalista anglo-americano composto a
Bruxelles dopo la Seconda Guerra Mondiale, tra le righe del Piano
kalergi (vedi qui – Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa - Seconda Parte e qui - Il Piano Kalergi - Prima Parte) e del piano Dullas (vedi qui – Il Piano Dullas - http://www.youtube.com/watch?v=9o2uqT23dpw ).
Loro sono l'Italia
"Noi siamo l'Italia!" Una frase calcistica ad effetto quella di Renzi. Frase accuratamente preparata per alimentare la confusione e indurre i benpensanti a credere nella favola dell’Italietta succube della locomotiva tedesca in un'Europa da "cambiare": e non rottamare come invece dovremmo tutti, boicottando le prossime europee. Una frase questa citata dal premier, che a quanto pare ha indotto un giornalista come Michele Santoro
a sostenere – udite udite – che con Renzi qualcosa si sta muovendo…
Muovendo si, ma nei portafogli dei grandi banchieri. Alla luce di tanta
demagogia è opportuno ricordare ai nostri lettori cosa in quel lontano fine Maggio del 1992 avvenne a Civitavecchia, mentre quasi contestualmente Giovanni Falcone, "l'impiccione Falcone", saltava in aria con la sua scorta e si avviava attraverso l'alibi di tangentopoli il teatrino di Mani-Pulite: complesso fenomeno propedeutico all'insediamento di una "nuova" generazione di "politici".
Dietro Tangentopoli e "Mani Pulite"
"Tangentopoli” se ci riflettete a fondo – ce lo dicono i fatti – fu un grande specchietto per le allodole
che ebbe sostanzialmente due effetti: 1) impedire agli Italiani
e all'opinione pubblica di soffermarsi sul fatto che un branco di iene
avesse aggredito e privatizzato la Banca d'Italia rubando la sovranità monetaria; 2) favorire la nascita di nuovi eroi politici,
nuovi salvatori della Patria sulle ali di un eterno e falsissimo duello
tra destra e sinistra. Eroi nuovi capaci evidentemente di realizzare il
Piano aglo-americano scritto sotto-dettatura da Licio Gelli e suggerito dalle forze occulte anglo-americane tra 1943 e 1945, cioè al'indomani dell'occupazione dell'Italia con il pretesto della liberazione dal fascismo e dal nazional-socialismo hitleriano (vedi qui – Speciale QE – Vecchie e Nuove Ombre Colonial – Da Dullas ai giorni nostri). Molti italiani credettero che "Mani Pulite" e lo stesso Antonio Di Pietro
avrebbero contribuito alla rinascita morale dell'Italia politica, ma
gli effetti di questi cambiamenti furono ben presto sotto gli occhi di
tutti. Mani-Pulite servì sicuramente a colpire qualche corrotto (tanti
altri la passarono liscia), ma fu anche un ottimo strumento di
legittimazione di ambigui opinionisti e ambigui personaggi che ancora oggi dominano la scena politica e non.
La verità è un'altra…
La verità che Matteo Renzi e i suoi maestri conoscono benissimo, lezioni europeiste e merkeliane a parte, è quindi un'altra: i
governi succedutisi dal 1992 in poi accelerarono, tramite la definitiva
perdita della sovranità monetaria afferente alla privatizzazione di
Bankitalia, il piano di "rinascita democratica" che avrebbe portato alla
terzomondializzazione indotta del Paese, favorendo l'instaurazione di
un regime oligarchico travestito da democrazia che avrebbe controllato
facilmente la scena economica, politica e sociale. Una casta
intoccabile di uomini "eletti", servi di poteri occulti e banchieri
internazionali che soggiogasse meglio quasi 60 milioni di italiani, prendendoli per fame.
La distruzione indotta della prima rete aziendale europea in soli 7
anni (metà 2007- metà 2014) è dunque il naturale risultato di questo diabolico piano sovversivo covato nei palazzi istituzionali del potere "democratico".
Ovviamente il fido Renzi non vuole e forse non può dirlo, come non può
dire assolutamente nulla contro i custodi del Piano, ovvero i commissari
di Bruxelles ed i sottoposti inviati provvidenzialmnete al Parlamento Europeo, a dar un tono di democraticità a questa incredibile dittatura.
Panfilo Britannia 2 giugno 1992
Il 2 giugno del 1992, come detto in più sedi, sul panfilo di Sua Maestà, il Britannia, fu decisa la terzomondializzazione dell'Italia,
furono individuati gli uomini che avrebbero reso possibile questo
"sogno" (vedi Amato, Draghi, Napolitano, Prodi, Monti, ecc.. ) ed anche
le banche internazionali made in Usa che avrebbero avuto la fetta più
grande della torta: vedi ad esempio, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers. Ai
compagni Cinesi invece fu conferito il lasciapassare liberista per
occupare (colonizzare) tutti gli spazi produttivi lasciati liberi dal
fallimento indotto di centinaia di migliaia di aziende italiane. Un patrimonio incommensurabile rubato! Uno dei mille motivi e vanti nazionali che Renzi avrebbe dovuto rinfacciare alla Merkel,
qualora fosse stato (dimostrazione per assurdo) davvero in buona fede,
denunciando in aggiunta l'anticostituzionalità dei trattati europeoi che
hanno negli anni avallato questi crimini, nonchè
l'anti-costituzionalità dei declassamenti facili delle agenzie di
rating contro l'Italia, e ciò semplicemente perchè l'articolo 1 Cost. recita che "la sovranità appartiene al popolo" e non alle banche, né tantomeno alle sottofiliali delle banche: Standard & Poor's, Moody's e Fitch. Poco tempo prima a quella fatidica data il terreno fu reso fertile e preparato ad arte dalla celeberrima legge n. 218 del 1990, la cosiddetta " legge-delega Carli-Amato" o "decreto Carli-Amato", che assegnò il 96% delle quote azionarie della Banca d'Italia alla famiglia Rothschild & Co, mediante gruppi bancari rientranti nella loro galassia, quali Banca Intesa, Unicredit, Generali, ecc..
L'assalto alla stabilità della lira e la via dell'euro
La mossa parallela a Mani-Pulite e alla privatizzazione della Banca d'Italia fu quella che consentì ai padri dell'euro (Prodi in testa) di suscitare forti dubbi sulla stabilità della lira, aprendo alla provvidenziale "moneta unica",
salutata ancora oggi da molti come la panacea ideale ai mali
dell'Italia. Per far accettare l'idea "euro" sarebbe stato necessario
prima far vacillare l’economia italiana mediante robuste spallate alla
lira. L'incarico fu dato allo speculatore multimiliardario George Soros (vedi foto sopra) forse per questo premiato qualche mese fa da Milena Gabanelli e soci (vedi qui - La Sinistra Italiana del “Partito Unico” premia Soros, Profeta del Nuovo Ordine Mondiale) con l'assegnazione del Premio Terzani 2013. Per comprendere il valore morale del premiato, bisogna ricordare che Soros tramite
soffiate ricevute dai Rothschild, con la complicità di alcune autorità
italiane bancarie e governative, riuscì ad affossare la cara-lira,
facendone crollare – tramite massicci spostamenti di capitali e
attività speculativa mirata – il 30% del valore. Nel
contempo furono penalizzate anche milioni di quote azionarie di
centinaia di aziende italiane. Dietro le grandi svalutazioni della lira,
contrariamente a quanto si asserisce ancora oggi in trasmissioni come
Ballarò, ci fu l'attuazione di un piano premeditato. Piano poi garantito
dall'UE con il "Patto di Stabilità" del 1997; con gli accordi sulla libera circolazione di capitali, beni e cittadini, di Schengeh , con il Trattato di Maastricht e quello di Lisbona, con il Target2 (1997) e successivamente - tra 2011 e 2013 - con la firma di Fiscal Compact, Fondo Salva Stati Permanente (MES) e Two Pack (che è coinciso con il reale commissariamento Ue delle "leggi finanziarie" nazionali).
Il ruolo della magistrutura e il fantasma della tripartizione dei poteri
Ricapitolando, possiamo affermare che la magistratura occulta, come visto, favorì in un certo senso la fine della cosiddetta Prima Repubblica e l'ascesa dei padrini della Seconda Repubblica. Poi chiudendo gli occhi sui golpe di Monti, Letta e Renzi ha finito per avallare – pur essendo assolutamente incostituzionale – il dominio dei poteri occulti sull'Italia della Terza Repubblica. Queste palesi enomalie di ieri si ricollegano evidentemente con le notizie che in queste ore giungono da Berlino e Karlsruhe: città quest'ultima dove sempre un organo di diritto e legge, la Corte costituzionale tedesca che vi ha sede, ha sancito tramite sentenza la legittimità del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) giudicato conforme alla Costituzione Tedesca. Secondo la Corte, "l’utilizzo
del denaro pubblico tedesco da parte dell’organismo finanziario
europeo non viola il diritto democratico dei cittadini a decidere,
attraverso il parlamento, come spendere i soldi dello stato".
Consulta Tedesca legittima il MES: "compatibile con la costituzione"
La
questione di fondo era: può utilizzare enormi quantità di soldi
pubblici (fino a 700 miliardi di euro, di cui 190 versati dalla
Germania e 125 dall’Italia) un organismo (MES) non eletto da
nessuno? I giudici hanno risposto sì. Giustizia è fatta dunque! Poco
importa che si tratti di un organo liberticida nato su presupposti
assurdi (diminuire il debito con l'accensione di altri debiti e
raffreddare lo spread) come si può facilmente cogliere dall'estratto
dell'articolo di "Qui Europa" dello scorso 31 Ottobre 2013, in
allegato. Ma per
l’esecutivo tedesco, reduce dall'incontro conviviale con il premier
italiano, quella di ieri è una buona notizia: nessuna bocciatura
delle decisioni di Berlino (e Bruxelles) degli ultimi anni.
Giustizia è fatta! Cali il sipario! Si spengano i riflettori, si svuoti la sala, ognuno torni ai propri posti…
Mercoledì, Marzo 19th/ 2014
- di Sergio Basile -
fonte: http://www.quieuropa.it
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