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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

18/03/14

Sui marò deve indagare la Procura




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Due esposti alla Procura della Repubblica di Roma: uno, quando i marò erano in Italia, per chiedere che non fosse permesso loro di ripartire: l’altro, dell’ottobre del 2013 per sapere che fine aveva fatto quel primo esposto. Tutti e due i documenti sono firmati dal Generale di Brigata della riserva Fernando Termentini che, con la sua vasta esperienza militare, ha rilevato un difetto di carattere costituzionale nel rinvio dei militari Latorre e Girone in India. Il motivo di questo risiede nel fatto che l’India voleva applicare ai due militari italiani una legislazione che potenzialmente prevede la pena di morte. E inviare due persone in un paese dove potrebbero essere giustiziate è espressamente proibito dalla nostra carta costituzionale. Sull’argomento ha lungamente insistito anche Ignazio La Russa che, più volte, ha definito una pazzia l’aver reinviato i due militari in India, dopo il soggiorno che era stato loro concesso dalle autorità indiane in occasione delle elezioni. «Ci teniamo in Italia fior di criminali - ha più volte dichiarato La Russa - visto che non possiamo estradarli in paesi che hanno la pena di morte. E questo non è invece stato fatto per i nostri militari».


Di questo avviso è anche il generale Termentini il quale, il 5 marzo 2013, mentre i marò si trovavano in Italia, attraverso il suo legale, presentò il primo esposto alla Procura della Repubblica di Roma. All’interno del documento si chiedeva che, considerati i fatti e presumendo che la stessa Procura avesse aperto un fascicolo su di loro, appariva che l’unico idoneo provvedimento da prendere era il divieto di espatrio. «Non accadde nulla - racconta oggi il generale - e i due marò ripartirono verso l’India», dove ancora oggi si trovano.
Lo scorso 15 ottobre, poi, il generale è tornato alla carica presentando un ulteriore esposto. «A tale riguardo - si legge nel documento - quindi, lo scrivente gradirebbe - ove nulla contro - ricevere notizia sul mancato accoglimento della richiesta formalizzata con il documento di cui trattasi, in considerazione del fatto che i due soggetti si trovano ancora a New Delhi presso l’Ambasciata italiana e sono oggetto di indagine dell’Agenzia investigativa indiana NIA per omicidio». E ancora: «Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati riconsegnati all’India che attribuisce loro ipotesi di reato punibili anche con la pena capitale, in contraddizione con quanto prevede nello specifico la Costituzione italiana».
«Ad oggi ancora non ho ricevuto risposta - dichiara Termentini - un esposto l’ho depositato via fax, l’altro l’ho consegnato di persona, ma nessuno mia ha spiegato perché è stata disattesa la Costituzione».

A. A.  18/03/14

fonte: http://www.iltempo.it/esteri

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