Roma, 19 marzo 2014 – Quanto vale affrontare un contrabbandiere deciso a buttarti fuoristrada con il suo suv, o ingaggiare un conflitto a fuoco con i killer della mafia? Per le donne gli uomini delle forze dell’ordine, che della difesa del loro Paese hanno fatto una ragione di vita, per tutto questo bastano 1300 euro al mese. Tanto prende un poliziotto, un carabiniere o un militare della Guardia di Finanza. E in epoca di spending review, sentire parlare di «tagli», «risparmi» e «superstipendi» brucia a chi tutti i giorni si gioca la vita sulla strada. E qualche volta la perde.
Così può accadere che un ufficiale e gentiluomo, come il Comandante Generale della Guardia di Finanza, il Generale di Corpo d’Armata Saverio Capolupo, trovandosi in Senato per riferire sui risultati alla lotta all’evasione fiscale, si voglia togliere un «sassolino» dalla scarpa. «Stipendi d’oro? Spending review? – ha detto ieri Capolupo davanti ai senatori – noi siamo diecimila in meno di quelli che dovremmo essere. Il massimo che guadagna un Generale di corpo d’Armata, al vertice della carriera, sono cinquemila euro al mese. Cosa altro si può tagliare?»
Effettivamente andando ad «investigare», visto che si parla di «comparto sicurezza», sugli stipendi degli italiani in divisa, rispetto ai loro omologhi europei, la situazione appare decisamente squilibrata. In base ad una ricerca effettuata da Il Tempo, infatti, lo stipendio-base di un poliziotto, carabiniere o militare della Guardia di Finanza appare il più basso dei Paesi del blocco centrale europeo. E non è che in Italia la vita costi meno che in Germania o nel Regno Unito. Un carabiniere italiano prende circa 1.300 euro netti al mese contro i 1.750 del «Soldat» tedesco, i 1.400 dell’Agent B, il «bobby» londinese. Se poi andiamo in Svizzera… una guardia al primo incarico può mettersi in tasca l’equivalente di più di 5.300 euro al mese tondi tondi. Nulla che possa realmente ripagare l’impegno di uomini e donne che tutti i giorni rischiano la vita. Ma comunque un riconoscimento, quello degli altri Paesi, che appare più commisurato al servizio reso.
Se poi nella tabella elaborata da Il Tempo si passa dai semplici agenti ai vertici viene sbugiardato chiunque parli di «maxistipendi» nel comparto sicurezza. Se un Generale di Corpo d’Armata italiano, come rilevato dal Comandante Generale della Gdf, prende 5.000 euro al mese, il suo alter ego tedesco, un Generalleutenat può contare su oltre 7000 euro netti mensili, un capo della polizia del Regno Unito oltre i 9.000 e un Capo della Polizia in Svizzera, dove evidentemente amano esagerare, prende, addirittura, quasi 15.000 euro netti mensili.
Scendendo a livello intermedio, cioè quello di un commissario, per l’italiano ci sono circa 2.500 euro netti mensili, per l’Oberst tedesco c’è più del doppio, 5.500 euro al mese, altrettanti per l’inglese e più di 11.000 per lo svizzero. E c’è da precisare che gli stipendi dei dipendenti pubblici italiani sono fermi, congelati, bloccati dal 2010 e anche per chi viene promosso la retribuzione resta tale e quale. Alla faccia della meritocrazia. Un bravo ufficiale o sottufficiale che per i suoi meriti viene promosso… becca sempre lo stesso stipendio.
Si capiscono bene, allora, le parole misurate, ma ferme, del Generale Saverio Capolupo che ieri, davanti alla VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica, ha detto che la Guardia di Finanza la sua spending review l’ha già fatta con la chiusura di 72 reparti, intervenendo sui comparto aereo e marino e rivedendo tutte le locazioni. «Cosa altro possiamo chiedere – ha domandato ai senatori Capolupo – a chi guadagna 1.300 euro al mese?»
E già che c’era ieri il numero uno della Gdf si è tolto anche un altro paio di sassolini dalla scarpa. Uno ha riguardato i tanto sbandierati blitz antievasione. Quelli, per intenderci, nelle località vip della Penisola.
Interrogato sull’argomento dal senatore Franco Carraro (l’ex sindaco di Roma) Capolupo ha messo in chiaro che «noi di blitz non ne facciamo. A Cortina d’Ampezzo e a Capri, non c’eravamo. Anzi – ha aggiunto il Generale – c’eravamo, ma con discrezione, in borghese, come abitudine del Corpo. Ma posso parlare per noi. Se poi altri enti sono intervenuti non posso rispondere per loro, anche se la stampa ha scritto che i blitz li abbiamo fatti noi. Ma questo non risponde al vero». E ha anche evidenziato come la Guardia di Finanza ancora oggi non ha accesso a tutti i database per veloci e corrette indagini fiscali. Incredibile ma vero.
di Antonio Angeli
Fonte Il Tempo
tramite: http://www.sostenitori.info
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