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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

28/12/17

Natale nelle casette inabitabili: quel consorzio di Firenze che inguaia i terremotati


Piove sul bagnato

casette-sae-inabitabili-marche


Doveva essere un Natale “più normale” per le popolazioni colpite dal terremoto in Centro Italia. Sotto l’albero, infatti, gli abitanti di alcuni centri delle Marche avrebbero dovuto trovare, dopo enormi ritardi, le famose casette, in gergo tecnico chiamate Sae (soluzioni abitative d’emergenza). Ad alcuni sembrava troppo bello per essere vero e infetti le cose non sono andate proprio così. Lo sanno bene soprattutto i sindaci di Visso, Sarnano e Caldarola, comuni del maceratese. Il 22 dicembre i comuni hanno ricevuto il verbale della consegna e la documentazione del termine dei lavori dove si affermava che tutto era in ordine e le Sae erano pronte per la consegna delle chiavi. Ma dai sopralluoghi pre-consegna è emerso tutt’altro.
Sporcizia ovunque, sanitari non installati, caldaie non funzionanti, casette senza elettricità. E basta vedere la pendenza dei tetti (quasi inesistente) per capire che le casette non sono certo adatte a posti dove l'inverno porta sempre abbondanti nevicate. Questo è lo spettacolo piuttosto indecente che si è palesato agli occhi dei primi cittadini: “Si dice che a Natale bisognerebbe essere più buoni, ma non ce la faccio proprio: delle 12 sae consegnate ieri nessuna è abitabile. Consegnarle in queste condizioni è inaccettabile” sbotta il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini. Dello stesso tenore sono i commenti dei suoi colleghi, anche perché la situazione è praticamente la stessa: “E’ uno scandalo! All’esterno vialetti ancora da sistemare, cumuli di terra, terrapieni da ultimare, reti da cantiere, asfaltatura rovinata, pezzi di catrame sulle aiuole; all’interno, oltre alla sporcizia, parte del mobilio e dei complementi d’arredo previsti nel capitolato non montati o addirittura assenti. In teoria i lavori delle casette, arredi compresi, sarebbero stati ultimati lo scorso 22 dicembre, ma lascio a ognuno giudicare se sia possibile considerare terminati i lavori” commenta desolato il sindaco di Sarnano Franco Ceregioli che avrebbe dovuto consegnare proprio oggi le Sae e invece si è trovato costretto a far saltare la consegna delle chiavi, documentando il tutto in alcuni video postati sulla sul suo profilo Facebook. “Fosse stato per me avrei spostato ancora la data di consegna, perché ognuno di noi ha una dignità e lo stato attuale delle cose offende la dignità dei caldarolesi” dice il sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti.
Insomma, il quadro è chiaro. Così come è chiaro il destinatario delle invettive dei sindaci: quel consorzio Arcale, già nel mirino dell’assessore alla protezione civile della Regione Marche Angelo Sciapichetti per i notevoli ritardi nella consegna delle casette, e che in molti vogliono vicino al Pd, soprattutto al suo segretario Matteo Renzi.
E non solo perché la ditta ha origini fiorentine: qualche tempo fa, infatti, il Fatto Quotidiano ha riportato il testo di alcuni sms che sarebbero stati inviati nel settembre 2016 dal presidente della renziana Fondazione Open, l’avvocato Alberto Bianchi, all’allora ad di Consip Luigi Marroni in cui si chiedeva di verificare se il primo classificato della gara di appalto per le casette fosse in grado di portare a compimento l’opera: "Il secondo classificato (Arcale) mi dice che il primo non è in grado di costruirle in tempo" diceva Bianchi che però, contattato da Repubblica si è difeso: “Ho semplicemente segnalato che il rappresentante di Arcale mi aveva detto che era in grado di consegnare le casette tre mesi prima. Dopo quello scambio di sms con Marroni non mi sono più interessato della cosa”. Sarà anche così, ma senza entrare tanto nel merito della questione, i ritardi e i danni stanno dimostrando l’esatto contrario. I terremotati ne sanno qualcosa. E i sindaci sono sul piede di guerra e chiedono a gran voce che “qualcuno paghi per questi disagi”. 

Carlo Mascio

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