Piove sul bagnato
Piove sul bagnato
Doveva essere un Natale “più normale” per le popolazioni colpite dal terremoto in Centro Italia. Sotto l’albero, infatti, gli abitanti di alcuni centri delle Marche
avrebbero dovuto trovare, dopo enormi ritardi, le famose casette, in
gergo tecnico chiamate Sae (soluzioni abitative d’emergenza). Ad alcuni
sembrava troppo bello per essere vero e infetti le cose non sono andate
proprio così. Lo sanno bene soprattutto i sindaci di Visso, Sarnano e
Caldarola, comuni del maceratese. Il 22 dicembre i comuni hanno ricevuto
il verbale della consegna e la documentazione del termine dei lavori
dove si affermava che tutto era in ordine e le Sae erano pronte per la
consegna delle chiavi. Ma dai sopralluoghi pre-consegna è emerso
tutt’altro.
Sporcizia ovunque, sanitari non installati, caldaie non funzionanti,
casette senza elettricità. E basta vedere la pendenza dei tetti (quasi
inesistente) per capire che le casette non sono certo
adatte a posti dove l'inverno porta sempre abbondanti nevicate. Questo è
lo spettacolo piuttosto indecente che si è palesato agli occhi dei
primi cittadini: “Si dice che a Natale bisognerebbe essere più buoni, ma
non ce la faccio proprio: delle 12 sae consegnate ieri nessuna è
abitabile. Consegnarle in queste condizioni è inaccettabile” sbotta il
sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini. Dello stesso tenore sono i
commenti dei suoi colleghi, anche perché la situazione è praticamente la
stessa: “E’ uno scandalo! All’esterno vialetti ancora da sistemare,
cumuli di terra, terrapieni da ultimare, reti da cantiere, asfaltatura
rovinata, pezzi di catrame sulle aiuole; all’interno, oltre alla
sporcizia, parte del mobilio e dei complementi d’arredo previsti nel
capitolato non montati o addirittura assenti. In teoria i lavori delle
casette, arredi compresi, sarebbero stati ultimati lo scorso 22
dicembre, ma lascio a ognuno giudicare se sia possibile considerare
terminati i lavori” commenta desolato il sindaco di Sarnano Franco
Ceregioli che avrebbe dovuto consegnare proprio oggi le Sae e invece si è
trovato costretto a far saltare la consegna delle chiavi, documentando
il tutto in alcuni video postati sulla sul suo profilo Facebook. “Fosse
stato per me avrei spostato ancora la data di consegna, perché ognuno di
noi ha una dignità e lo stato attuale delle cose offende la dignità dei
caldarolesi” dice il sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti.
Insomma, il quadro è chiaro. Così come è chiaro il destinatario delle invettive dei sindaci: quel consorzio Arcale,
già nel mirino dell’assessore alla protezione civile della Regione
Marche Angelo Sciapichetti per i notevoli ritardi nella consegna delle
casette, e che in molti vogliono vicino al Pd, soprattutto al suo segretario Matteo Renzi.
E non solo perché la ditta ha origini fiorentine: qualche tempo fa,
infatti, il Fatto Quotidiano ha riportato il testo di alcuni sms che
sarebbero stati inviati nel settembre 2016 dal presidente della renziana
Fondazione Open, l’avvocato Alberto Bianchi, all’allora ad di Consip
Luigi Marroni in cui si chiedeva di verificare se il primo classificato
della gara di appalto per le casette fosse in grado di portare a
compimento l’opera: "Il secondo classificato (Arcale) mi dice che il
primo non è in grado di costruirle in tempo" diceva Bianchi che però,
contattato da Repubblica si è difeso: “Ho semplicemente segnalato che il
rappresentante di Arcale mi aveva detto che era in grado di consegnare
le casette tre mesi prima. Dopo quello scambio di sms con Marroni non mi
sono più interessato della cosa”. Sarà anche così, ma senza entrare
tanto nel merito della questione, i ritardi e i danni
stanno dimostrando l’esatto contrario. I terremotati ne sanno qualcosa. E
i sindaci sono sul piede di guerra e chiedono a gran voce che “qualcuno
paghi per questi disagi”.
Nessun commento:
Posta un commento