Fondi pubblici per mantenere profughi, migranti e rom mentre i pensionati sono costretti a frugare nella spazzatura
L'indignazione
corre sul web, ma non solo. Le immagini e il racconto delle anziane
italiane che rovistano nei cassonetti dell'umido nel disperato tentativo
di portare a casa qualcosa per cena hanno toccato molti milanesi.
Storie di quotidiana solitudine, che indignano ancora di più,
dal momento che si tratta di donne abbandonate dalla loro stessa città.
Una città forse distratta da altri tipi di emergenza, che vengono da
molto lontano, con cui si trova a dover fare i conti. Le immagini del
campo rom di via Negrotto, alla periferia nord, dove ieri mattina il
segretario della Lega Nord ha effettuato un sopralluogo, parlano di
villette abusive con tanto di Suv Audi da 60mila euro parcheggiati
davanti. Il confronto è dietro l'angolo.
«Fosse per me i campi rom
non ci sarebbero. Campo Rom di via Negrotto. Davanti a una villetta in
legno (abusiva) è parcheggiato un modesto fuoristrada Audi - scrive
Salvini a didascalia delle foto -. Aiutiamoli, poverini, aiutiamoli!».
Amministrazione e governo già lo fanno: se nel 2014 la giunta Pisapia
non ha stanziato nessun fondo per i rom (dal II semestre 2011 al 2013
sono stati messi a disposizione 817.072 euro), il governo ha sborsato
5,7 milioni di euro per interventi sociali, strutturali e di sicurezza.
«Quel campo rom è regolare, è stato voluto decenni fa dalle precedenti
amministrazioni - la secca replica del sindaco Pisapia -. A differenza
di Salvini visito quel campo senza scorta o Digos, abbiamo investito in
sicurezza e quella scuola è sicura».
Sono rimbalzati sulla rete e
sulle bacheche gli appelli dei milanesi, privati cittadini e
associazioni, per portare aiuti e sostegno ai profughi accampati in
stazione Centrale. La Milan col coeur in man sa mobilitarsi, a volte in
maniera straordinaria, di fronte alle grandi emergenze. Profughi, per
altro, che continuano a sbarcare in Stazione. Secondo quanto reso noto
dalla Caritas, in due giorni sono arrivate 300 persone, per la maggior
parte siriani (220), che si sommano ai 500 profughi provenienti
dall'area sub sahariana accolti tra mercoledì e giovedì a Bresso.
Venticinque famiglie sono state accolte a Casa Suraya (Caritas), gli
altri sono stati smistati dal Comune nelle altre strutture convenzionate
(via Aldini, Corelli, Mambretti, Saponaro-Isonzo).
I numeri
dell'emergenza profughi sono piuttosto impressionanti: la convenzione
tra Comune e Viminale prevede un costo di 900 euro al mese a persona
(vitto e alloggio). Cifra che va moltiplicata per 55mila: i migranti che
sono transitati in città da gennaio 2014. Ma la grande questione -
spiegano da piazza Scala - è che non esiste una ripartizione sul
territorio: su 10 migranti che arrivano in Italia, 7 passano da Milano,
che si deve accollare quasi l'intera spesa dell'accoglienza nazionale.
«Il Comune paga di tasca sua - attacca Riccardo de Corato,
vicepresidente del consiglio comunale (FdI) - le spese per
l'integrazione degli stranieri, (oltre 95mila euro), e spese per senza
fissa dimora ed emergenze in Stazione Centrale (88mila euro). Questi
soldi di chi sono? lo dica Majorino». «L'Assessore Majorino continua a
batti beccare con il Governo, lamentandosi di un problema che la sua
stessa giunta ha creato - incalza l'europarlamentare Lara Comi (Fi) -
lanciando proclami ideologici sull'accoglienza, e scaricando gli oneri
sul privato sociale e sulla città». «La Comi e De Corato sono di una
ignoranza imbarazzante. Per la gestione dell'emergenza profughi il
Comune non impiega risorse proprie - la replica dell'assessore al
Welfare Pierfrancesco Majorino -. Tutte le risorse sono state trasferite
dal Ministero dell'Interno».
Ma ammonta solo al 20% la quota che
lo Stato rimborsa, con molti mesi di ritardo, a Palazzo Marino per il
sostegno dei minori soli non accompagnati, ovvero ragazzini che arrivano
principalmente dall'Egitto senza genitori. La legge impone il loro
inserimento nelle comunità e l'assistenza fino al compimento dei 18
anni: in questo caso non si tratta solo di dare vitto e alloggio, ma
assistenza psicologica e sociale, educazione. In totale le comunità per
minori costano tra i 70 e i 90 euro al giorno alle casse di Palazzo
Marino. Da gennaio 2014 a oggi i minori sol arrivati in città sono
passati 1700 a 2200, il grido di allarme lanciato da Majorino. «Indovina
chi paga?» si chiede polemicamente Alessandro Morelli, capogruppo della
Lega in Comune.
Marta Bravi - 21 febbraio 2015
fonte: http://www.ilgiornale.it
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