Le speranze della
rivoluzione si sono spente in una guerra civile che ha frammentato il
potere al punto da rendere impossibile identificare chi detiene la vera
autorità nel Paese
A quattro anni dalla rivolta
contro il dittatore Muammar Gheddafi, le speranze della 'primavera
libica' si sono spente tra la violenza delle milizie e l'indifferenza
dell'Occidente, lasciando il terreno ai jihadisti dell'Is.
L'ex 'regno' di Gheddafi è in balia di una situazione esplosiva che ha generato due parlamenti e due governi: da un parte il primo ministro Abdullah al-Thani e il suo nuovo, e più "laico", governo riconosciuto dalla comunità internazionale costituito a giuno 2014. Un esecutivo, tuttavia, trasferito a Tobruk, ai confini con l'Egitto, a 1.300 chilometri da Tripoli, per ragioni di sicurezza. E che non controlla neanche alcune città circostanti. A meno di due ore la città di Derna è stata proclamata Califfato dagli estremisti di Ansar al-Sharia, che non ha esitato a dichiarare l'alleanza con l'Is. Più a Sud, Bengasi è teatro di una guerra aperta tra milizie islamiche e forze governative. Quanto alla Tripolitania, da più di tre mesi è in mano a una coalizione islamista composta da più anime. Dalle milizie di Misurata, che guidano l'alleanza Fajr Libia, e che l'hanno strappata alle milizie di Zintan, e dagli onorevoli della Fratellanza musulmana. Nella capitale Tripoli, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya hanno preso il sopravvento nell'estate 2014, imponendo un governo 'parallelo' - non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi, che si stabilisce nell'hotel Corinthia.
Ecco una breve cronologia dei fatti.
17 FEBBRAIO 2011 - Alcune migliaia di persone scendono in piazza a Bengasi, il 15 febbraio, nell'anniversario del massacro nel carcere di Abu Slim di Tripoli del 1996. Due giorni dopo le proteste si allargano ad altre città e sull'onda delle rivolte arabe di quei mesi prende il via la 'Rivoluzione del 17 febbraio' contro il colonnello.
19 MARZO 2011 - La Francia avvia i primi raid aerei contro le truppe di Gheddafi che minacciano la popolazione civile di Bengasi, decisi in base a una risoluzione Onu. Il 31 marzo la Nato prende la guida dell'operazione cui partecipa anche l'Italia.
23 AGOSTO 2011 - A Tripoli il quartier generale di Gheddafi cade nelle mani dei ribelli. Il rais è in fuga, verrà ucciso il 20 ottobre a Sirte. Il Consiglio nazionale transitorio dichiara la "liberazione" della Libia.
7 LUGLIO 2012 - Prime elezioni libere nel Paese, dopo 42 anni di dittatura, per il Congresso nazionale. Vince l'Alleanza delle forze nazionali dei moderati laici di Mahmoud Jibril, ma il Paese è già in preda alle violenze delle milizie, ex ribelli che non hanno ceduto le armi dopo la caduta del regime. In Cirenaica si rafforzano le spinte autonomiste.
11 SETTEMBRE 2012 - Il consolato Usa a Bengasi viene attaccato dal gruppo qaedista Ansar al Sharia. Muoiono l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani.
12 GENNAIO 2013 - Il console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis, scampa a un agguato. La sede diplomatica chiude i battenti. Nei mesi successivi altre ambasciate occidentali verranno prese di mira. L'11 giugno un ordigno esplode sotto un'auto dell'ambasciata italiana a Tripoli, senza provocare vittime.
APRILE-MAGGIO 2013 - Intanto a Tripoli miliziani armati assaltano e assediano diversi ministeri (Giustizia, Esteri e Interno). Il governo di Ali Zeidan (eletto dall'Assemblea nazionale nell'ottobre 2012) vacilla e solo dopo giorni di trattative i miliziani tolgono l'assedio.
5 OTTOBRE 2013 - Con un blitz degli Usa viene catturato a Tripoli Abu Anas al Liby, uomo di al Qaeda considerato la mente degli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998 (morirà per malattia in carcere negli Stati Uniti nel gennaio 2015). L'operazione scatena polemiche e proteste in Libia, sfociate con un breve 'sequestro' del premier Zeidan.
18 MAGGIO 2014 - L'ex generale Khalifa Haftar dà il via "all'operazione dignità" contro le milizie islamiche a Bengasi. Prima accusato di 'colpo di Stato', verrà nei mesi successivi 'riassorbito' nelle forze armate regolari contro i jihadisti.
25 GIUGNO 2014 - Viene eletto il nuovo parlamento, la Camera dei Rappresentanti, che prende il posto del Congresso nazionale.
13 LUGLIO 2014 - Scoppia la guerra tra le milizie di Zintan e quelle filo-islamiche di Misurata per il controllo di Tripoli.
LUGLIO-AGOSTO 2014 - Scatta la grande evacuazione degli occidentali, italiani compresi. Per motivi di sicurezza, il nuovo parlamento e il governo di Abdullah al Thani, riconosciuto dalla comunità internazionale, sono costretti a insediarsi a Tobruk, in Cirenaica. Nonostante i raid condotti da Egitto ed Emirati arabi, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya prendono il sopravvento nella capitale imponendo un governo 'parallelo' - non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi vicino ai Fratelli musulmani. Di fatto il Paese è spaccato in due. Intanto parte da Derna, a est, che ha giurato fedeltà al 'califfo' Abu Bakr al Baghdadi, l'avanzata dell'Is in Libia che ha raggiunto nei giorni scorsi Tripoli e Sirte.
27 GENNAIO 2015. A Tripoli quattro terroristi attaccano l'hotel Corinthia, il più lussuoso della capitale libica, che ospita il governo "parallelo" di Omar al Hassi oltre a diplomatici e lavoratori stranieri. Almeno 12 le vittime.
L'ex 'regno' di Gheddafi è in balia di una situazione esplosiva che ha generato due parlamenti e due governi: da un parte il primo ministro Abdullah al-Thani e il suo nuovo, e più "laico", governo riconosciuto dalla comunità internazionale costituito a giuno 2014. Un esecutivo, tuttavia, trasferito a Tobruk, ai confini con l'Egitto, a 1.300 chilometri da Tripoli, per ragioni di sicurezza. E che non controlla neanche alcune città circostanti. A meno di due ore la città di Derna è stata proclamata Califfato dagli estremisti di Ansar al-Sharia, che non ha esitato a dichiarare l'alleanza con l'Is. Più a Sud, Bengasi è teatro di una guerra aperta tra milizie islamiche e forze governative. Quanto alla Tripolitania, da più di tre mesi è in mano a una coalizione islamista composta da più anime. Dalle milizie di Misurata, che guidano l'alleanza Fajr Libia, e che l'hanno strappata alle milizie di Zintan, e dagli onorevoli della Fratellanza musulmana. Nella capitale Tripoli, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya hanno preso il sopravvento nell'estate 2014, imponendo un governo 'parallelo' - non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi, che si stabilisce nell'hotel Corinthia.
Ecco una breve cronologia dei fatti.
17 FEBBRAIO 2011 - Alcune migliaia di persone scendono in piazza a Bengasi, il 15 febbraio, nell'anniversario del massacro nel carcere di Abu Slim di Tripoli del 1996. Due giorni dopo le proteste si allargano ad altre città e sull'onda delle rivolte arabe di quei mesi prende il via la 'Rivoluzione del 17 febbraio' contro il colonnello.
19 MARZO 2011 - La Francia avvia i primi raid aerei contro le truppe di Gheddafi che minacciano la popolazione civile di Bengasi, decisi in base a una risoluzione Onu. Il 31 marzo la Nato prende la guida dell'operazione cui partecipa anche l'Italia.
23 AGOSTO 2011 - A Tripoli il quartier generale di Gheddafi cade nelle mani dei ribelli. Il rais è in fuga, verrà ucciso il 20 ottobre a Sirte. Il Consiglio nazionale transitorio dichiara la "liberazione" della Libia.
7 LUGLIO 2012 - Prime elezioni libere nel Paese, dopo 42 anni di dittatura, per il Congresso nazionale. Vince l'Alleanza delle forze nazionali dei moderati laici di Mahmoud Jibril, ma il Paese è già in preda alle violenze delle milizie, ex ribelli che non hanno ceduto le armi dopo la caduta del regime. In Cirenaica si rafforzano le spinte autonomiste.
11 SETTEMBRE 2012 - Il consolato Usa a Bengasi viene attaccato dal gruppo qaedista Ansar al Sharia. Muoiono l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani.
12 GENNAIO 2013 - Il console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis, scampa a un agguato. La sede diplomatica chiude i battenti. Nei mesi successivi altre ambasciate occidentali verranno prese di mira. L'11 giugno un ordigno esplode sotto un'auto dell'ambasciata italiana a Tripoli, senza provocare vittime.
APRILE-MAGGIO 2013 - Intanto a Tripoli miliziani armati assaltano e assediano diversi ministeri (Giustizia, Esteri e Interno). Il governo di Ali Zeidan (eletto dall'Assemblea nazionale nell'ottobre 2012) vacilla e solo dopo giorni di trattative i miliziani tolgono l'assedio.
5 OTTOBRE 2013 - Con un blitz degli Usa viene catturato a Tripoli Abu Anas al Liby, uomo di al Qaeda considerato la mente degli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998 (morirà per malattia in carcere negli Stati Uniti nel gennaio 2015). L'operazione scatena polemiche e proteste in Libia, sfociate con un breve 'sequestro' del premier Zeidan.
18 MAGGIO 2014 - L'ex generale Khalifa Haftar dà il via "all'operazione dignità" contro le milizie islamiche a Bengasi. Prima accusato di 'colpo di Stato', verrà nei mesi successivi 'riassorbito' nelle forze armate regolari contro i jihadisti.
25 GIUGNO 2014 - Viene eletto il nuovo parlamento, la Camera dei Rappresentanti, che prende il posto del Congresso nazionale.
13 LUGLIO 2014 - Scoppia la guerra tra le milizie di Zintan e quelle filo-islamiche di Misurata per il controllo di Tripoli.
LUGLIO-AGOSTO 2014 - Scatta la grande evacuazione degli occidentali, italiani compresi. Per motivi di sicurezza, il nuovo parlamento e il governo di Abdullah al Thani, riconosciuto dalla comunità internazionale, sono costretti a insediarsi a Tobruk, in Cirenaica. Nonostante i raid condotti da Egitto ed Emirati arabi, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya prendono il sopravvento nella capitale imponendo un governo 'parallelo' - non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi vicino ai Fratelli musulmani. Di fatto il Paese è spaccato in due. Intanto parte da Derna, a est, che ha giurato fedeltà al 'califfo' Abu Bakr al Baghdadi, l'avanzata dell'Is in Libia che ha raggiunto nei giorni scorsi Tripoli e Sirte.
27 GENNAIO 2015. A Tripoli quattro terroristi attaccano l'hotel Corinthia, il più lussuoso della capitale libica, che ospita il governo "parallelo" di Omar al Hassi oltre a diplomatici e lavoratori stranieri. Almeno 12 le vittime.
(a cura di Monica Rubino) - 16 febbraio 2015
fonte: http://www.repubblica.it
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