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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

20/02/15

Marò, ancora un rinvio. E siamo a tre anni di prigionia Il tribunale speciale indiano di New Delhi ha infatti rinviato al 12 marzo la discussione sul caso




Ennesimo rinvio. Ulteriore presa in giro, verrebbe da dire. Di sicuro ancora una volta è stato calpestato il diritto: quello formale, ad essere giudicati da un tribunale internazionale, e quello naturale, che non può vedere un essere umano “imprigionato” per tre anni senza che contro di lui sia emessa alcuna condanna. Il tribunale speciale indiano di New Delhi ha infatti rinviato al 12 marzo la discussione sul caso dei Marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, indagati in India ormai da tre anni.

Un tempo lunghissimo, rotto solo da dichiarazioni di intenti e da nessun risultato, che offendono l’Italia, le sue tradizioni e la sua cultura. Trentasei mesi durante i quali la sovranità italiana è stata cancellata per proteggere interessi economici. Una storia senza fine, inaccettabile ed in cui le parole dominanti sono state sempre “riservatezza e profilo basso”. Anni caratterizzati da un’indifferenza totale e quasi generalizzata a livello politico, incomprensibile da parte di chi invece avrebbe dovuto far sentire la propria voce in maniera incisiva.

Un periodo in cui si sono succeduti tre Governi che sembra si siano passati “il testimone” su come gestire il caso. Quello del Presidente Monti che ha deciso di rispedire in India i due Fucilieri di Marina con un Ministro della Difesa attento a non abbandonare una nave ormai alla deriva e prossima all’approdo, pur di non rischiare posizioni di privilegio future. Quello Letta, piuttosto disattento alla vicenda con un Vice Ministro degli Esteri Lapo Pistelli pronto a dichiarare di aver concordato con l’India “regole di ingaggio” avanzando anche l’ipotesi di una disponibilità italiana di accettare una mite condanna indiana a seguito della quale far rientrare i due militari in Italia nel quadro dello scambio di condannati, così come previsto da un accordo bilaterale sottoscritto nell’agosto 2012.

Un terzo Governo, l’attuale, con il Presidente del Consiglio pronto a dichiarare agli italiani la sua vicinanza ai due Marò con telefonate ed altre azioni di facciata, ma poco concreto nei risultati. Un Primo Ministro che in base alle sue consolidate esperienze in tema di politica estera preferisce ricorrere ad una “Diplomazia Tranquilla”, sinonimo in questo caso di “Diplomazia Dormiente”, visti i risultati fino ad ora raggiunti. Un Renzi pronto ad ostentare ottimismo dopo quattro parole scambiate con il Premier indiano Modi in occasione dell’ultimo G20, ma altrettanto “timido” nel portare avanti iniziative internazionali, nonostante che lo stesso Premier indiano avesse qualche giorno prima del G20 che di fronte alla pirateria marittima doveva applicarsi il Diritto Internazionale.

Gli italiani, invece, continuano ad attendere che due concittadini rientrino in Italia liberi ed a testa alta e le Forze Armate aspettano un segnale che garantisca loro la tutela dello Stato quando impiegate in operazioni fuori dal territorio nazionale.

di Fernando Termentini - 20 febbraio 2015
fonte: http://www.interris.it

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