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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

24/02/15

Marò: due vite appese ad un filo






Tic, Tac. Tic, Tac. Inesorabile vola il tempo. Tre lunghi anni trascorsi per i nostri Marò detenuti in India, da quando il 15 febbraio 2012 due pescatori indiani furono uccisi da colpi di arma da fuoco, al largo delle coste del Kerala. Una tela di ragno dentro la quale sono caduti due uomini, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fucilieri in servizio antipirateria sulla petroliera Enrica Lexie.
Da quel giorno fino ad oggi questa storia continua ad essere controversa per i troppi dubbi che si ripropongono, per come si sono svolti i fatti e la mancanza di accertamento della verità. Per il momento ciò che risulta evidente è la posizione dell'India che vuole "colpevoli" da assicurare alla Giustizia . A nulla sono valse le azioni diplomatiche, la ricostruzione degli avvenimenti per arrivare al processo, che scagionerebbero i due marò dall'accusa di aver sparato sui due pescatori indiani. Intanto è stata rinviata ancora una volta l'udienza al 12 marzo prossimo e il processo sembra una nebulosa per una vicenda opaca che lo diventa sempre più ogni giorno che passa.
Ci eravamo illusi che all'indomani dell'elezione di Federica Mogherini come alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, avvenuta il primo novembre 2014, qualcosa si sarebbe mosso; che la Ministra degli esteri europei avrebbe impiegata la diplomazia viste le competenze che il ruolo le conferisce. Ed invece Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono due uomini appesi ad un filo, due padri di famiglia che continuano a rimanere prigionieri in un Paese che sembra aver deciso sulla loro sorte. Bisogna poi ricordare che Latorre dovrà rientrare in India dopo un periodo di convalescenza trascorsa in Italia, per un'ischemia cerebrale da cui era stato colpito, mentre Salvatore Girone non ha ottenuto nemmeno il permesso per trascorrere con i suoi cari le vacanze natalizie e chissà se potrà varcare le porte dell'India per il periodo pasquale.
Era l'11 marzo 2013. l'Italia decide che i nostri marò non rientreranno in India, come previsto, il 23 marzo, per palese violazione del diritto internazionale di Nuova Delhi e che urge o una risoluzione per via giudiziaria oppure un arbitrato internazionale. Vani tentativi risoltisi in una bolla di sapone; non solo i fucilieri rientrarono in India ma a tutt'oggi il processo è una chimera.
Ma come mai la politica estera dell'Italia e dell'Unione Europea mostrano cedimenti difronte ad un'India baldanzosa, che mostra i muscoli facendosi scudo della vita di Girone e Latorre. Possono i trattati commerciali, gli accordi di mercato avere la meglio su un caso che si trascina dal lontano 15 febbraio 2012 ? Quando ci sono in ballo le vite di persone che aspettano da troppo tempo di rientrare a casa, sarebbe il caso di far prevalere il senso d'appartenenza, l'orgoglio nazionale ,pretendendo che i fucilieri siano consegnati alle loro famiglie ed ai loro figli.
In fondo Girone e Latorre sono due servitori dello Stato e Renzi, uomo tutto di un pezzo, dovrebbe mostrare capacità e voglia di pretendere la risoluzione di questa tragica vicenda. Ed invece tra riforme, selfie, twitter, il tempo scorre senza sapere cosa ne sarà di due uomini, colpevoli di essere i servitori della Patria.

Antonella Policastrese - 23 febbraio 2015
fonte: http://www.agoravox.it

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