Tic, Tac. Tic, Tac. Inesorabile vola il tempo. Tre lunghi anni
trascorsi per i nostri Marò detenuti in India, da quando il 15 febbraio
2012 due pescatori indiani furono uccisi da colpi di arma da fuoco, al
largo delle coste del Kerala. Una tela di ragno dentro la quale sono
caduti due uomini, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fucilieri in
servizio antipirateria sulla petroliera Enrica Lexie.
Da quel giorno fino ad oggi questa storia continua ad essere
controversa per i troppi dubbi che si ripropongono, per come si sono
svolti i fatti e la mancanza di accertamento della verità. Per il
momento ciò che risulta evidente è la posizione dell'India che vuole
"colpevoli" da assicurare alla Giustizia . A nulla sono valse le azioni
diplomatiche, la ricostruzione degli avvenimenti per arrivare al
processo, che scagionerebbero i due marò dall'accusa di aver sparato sui
due pescatori indiani. Intanto è stata rinviata ancora una volta
l'udienza al 12 marzo prossimo e il processo sembra una nebulosa per una
vicenda opaca che lo diventa sempre più ogni giorno che passa.
Ci eravamo illusi che all'indomani dell'elezione di Federica Mogherini
come alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la
politica di sicurezza, avvenuta il primo novembre 2014, qualcosa si
sarebbe mosso; che la Ministra degli esteri europei avrebbe impiegata la
diplomazia viste le competenze che il ruolo le conferisce. Ed
invece Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono due uomini appesi ad
un filo, due padri di famiglia che continuano a rimanere prigionieri
in un Paese che sembra aver deciso sulla loro sorte. Bisogna
poi ricordare che Latorre dovrà rientrare in India dopo un periodo di
convalescenza trascorsa in Italia, per un'ischemia cerebrale da cui era
stato colpito, mentre Salvatore Girone non ha ottenuto nemmeno il
permesso per trascorrere con i suoi cari le vacanze natalizie e chissà
se potrà varcare le porte dell'India per il periodo pasquale.
Era l'11 marzo 2013. l'Italia decide che i nostri marò non rientreranno
in India, come previsto, il 23 marzo, per palese violazione del diritto
internazionale di Nuova Delhi e che urge o una risoluzione per via
giudiziaria oppure un arbitrato internazionale. Vani tentativi risoltisi
in una bolla di sapone; non solo i fucilieri rientrarono in India ma a
tutt'oggi il processo è una chimera.
Ma come mai la politica estera dell'Italia e dell'Unione Europea
mostrano cedimenti difronte ad un'India baldanzosa, che mostra i muscoli
facendosi scudo della vita di Girone e Latorre. Possono i trattati
commerciali, gli accordi di mercato avere la meglio su un caso che si
trascina dal lontano 15 febbraio 2012 ? Quando ci sono in ballo le vite
di persone che aspettano da troppo tempo di rientrare a casa, sarebbe il
caso di far prevalere il senso d'appartenenza, l'orgoglio nazionale
,pretendendo che i fucilieri siano consegnati alle loro famiglie ed ai
loro figli.
In fondo Girone e Latorre sono due servitori dello Stato e Renzi, uomo
tutto di un pezzo, dovrebbe mostrare capacità e voglia di pretendere la
risoluzione di questa tragica vicenda. Ed invece tra riforme, selfie,
twitter, il tempo scorre senza sapere cosa ne sarà di due uomini,
colpevoli di essere i servitori della Patria.
Antonella Policastrese - 23 febbraio 2015
fonte: http://www.agoravox.it
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