L'allarmismo non salva le vite e fa spendere miliardi. L'Organizzazione Mondiale della Sanità è credibile?
Cosa sta realmente accadendo in Africa occidentale. Tutto ciò
che c’è da sapere sul virus che ha provocato oltre 2mila vittime negli
ultimi mesi: la diffusione limitata della febbre emorragica. E la
memoria delle pestilenze vere del 1300 e 1600 oltre al macello
dell’influenza ‘Spagnola’ nel 1919
Era appena finita la prima guerra mondiale, la
nostra ‘Grande Guerra’ con centinaia di migliaia di morti, quando piombò
‘sul mondo l’influenza ‘spagnola’ del 1919 che si diffuse sul pianeta
causando in pochi mesi oltre 50 milioni di morti. Dal 1976, anno della
sua prima comparsa, il virus dell’Ebola ha causato non più di 5.000
vittime dentro i confini dell’Africa Centrale e Occidentale. Le
pestilenze nel 1300 e nel 1600 in Europa , che si diffusero rapidamente uccidendo decine di milioni di persone.
I primi casi di febbre emorragica dal virus Ebola alla fine del 2013 in Africa Centrale e Occidentale: Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e da ultima Repubblica Democratica del Congo. E da allora è allarme diffuso. ‘Allarmismo spesso ingiustificato’ cerca di minimizzare oggi l’ Organizzazione Mondiale della Sanità che nel 2009-2010 aveva costretto l’Italia a spendere oltre 220 milioni per acquistare i vaccini contro un’influenza, la AH1N1, dimostratasi meno pericolosa di quanto stimato. Lo stesso è accaduto con Ebola, virus descritto come più pericoloso di quanto sia nella realtà.
Ebola è una febbre emorragica molto grave causata da un virus scoperto nel 1967 nell’allora Zaire, l’attuale Repubblica Democratica del Congo. Si ritiene che il virus viva indisturbato nel sangue di alcune razze africane di pipistrelli, che potrebbero a loro volta aver infettato scimmie congolesi di cui si cibano alcune popolazioni locali. Ebola è una malattia dal decorso molto rapido e uccide circa il 50% dei pazienti. Sintomi come l’influenza ma il contagio si diffonde solo per contatto diretto con fluidi degli ammalati, quindi a diffusione limitata col vittime soprattutto tra il personale sanitario.
Ma siamo davvero di fronte alla Peste del terzo millennio che minaccia l’esistenza del mondo? Ebola da un punto di vista epidemiologico è molto meno pericolosa quanto a capacità di diffusione delle influenze stagionali, i cui virus diffondendosi per le vie aeree si “muovono” con più rapidità e facilità di quello dell’Ebola. Fino ad oggi in Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria si sono registrati circa 3.950 casi di malattia con quasi 2.100 morti. Ricordiamo che in pochi mesi l’influenza ‘spagnola’ del 1919 si diffuse in tutto il mondo causando oltre 50 milioni di morti.
Dal 1976, anno della sua prima comparsa, il virus dell’Ebola ha causato non più di 5.000 vittime senza varcare i confini dell’Africa Centrale e Occidentale. A differenza delle pestilenze in Europa nel 1300 e nel 1600, che si diffusero rapidamente uccidendo decine di milioni di persone, il virus Ebola non ha dunque un alto tasso di morbilità. La quasi totalità degli oltre 3.000 ammalati dell’attuale epidemia è circoscritta a nuclei famigliari o tribali e a personale sanitario. Evitare il contatto diretto con gli ammalati è già una misura di autotutela sufficiente ad evitare il contagio.
fonte: http://www.remocontro.it - 10 settembre 2014
I primi casi di febbre emorragica dal virus Ebola alla fine del 2013 in Africa Centrale e Occidentale: Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e da ultima Repubblica Democratica del Congo. E da allora è allarme diffuso. ‘Allarmismo spesso ingiustificato’ cerca di minimizzare oggi l’ Organizzazione Mondiale della Sanità che nel 2009-2010 aveva costretto l’Italia a spendere oltre 220 milioni per acquistare i vaccini contro un’influenza, la AH1N1, dimostratasi meno pericolosa di quanto stimato. Lo stesso è accaduto con Ebola, virus descritto come più pericoloso di quanto sia nella realtà.
Ebola è una febbre emorragica molto grave causata da un virus scoperto nel 1967 nell’allora Zaire, l’attuale Repubblica Democratica del Congo. Si ritiene che il virus viva indisturbato nel sangue di alcune razze africane di pipistrelli, che potrebbero a loro volta aver infettato scimmie congolesi di cui si cibano alcune popolazioni locali. Ebola è una malattia dal decorso molto rapido e uccide circa il 50% dei pazienti. Sintomi come l’influenza ma il contagio si diffonde solo per contatto diretto con fluidi degli ammalati, quindi a diffusione limitata col vittime soprattutto tra il personale sanitario.
Ma siamo davvero di fronte alla Peste del terzo millennio che minaccia l’esistenza del mondo? Ebola da un punto di vista epidemiologico è molto meno pericolosa quanto a capacità di diffusione delle influenze stagionali, i cui virus diffondendosi per le vie aeree si “muovono” con più rapidità e facilità di quello dell’Ebola. Fino ad oggi in Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria si sono registrati circa 3.950 casi di malattia con quasi 2.100 morti. Ricordiamo che in pochi mesi l’influenza ‘spagnola’ del 1919 si diffuse in tutto il mondo causando oltre 50 milioni di morti.
Dal 1976, anno della sua prima comparsa, il virus dell’Ebola ha causato non più di 5.000 vittime senza varcare i confini dell’Africa Centrale e Occidentale. A differenza delle pestilenze in Europa nel 1300 e nel 1600, che si diffusero rapidamente uccidendo decine di milioni di persone, il virus Ebola non ha dunque un alto tasso di morbilità. La quasi totalità degli oltre 3.000 ammalati dell’attuale epidemia è circoscritta a nuclei famigliari o tribali e a personale sanitario. Evitare il contatto diretto con gli ammalati è già una misura di autotutela sufficiente ad evitare il contagio.
fonte: http://www.remocontro.it - 10 settembre 2014
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