«Lo stress riguarda entrambi i marò che vivono lontano dalla famiglia.
Nonostante questo mantengono grande dignità, sono dei veri soldati».
Parola del ministro...
«Lo stress riguarda entrambi i marò che vivono lontano dalla
famiglia. Nonostante questo mantengono grande dignità, sono dei veri
soldati». Parola del ministro della Difesa Roberta Pinotti che ieri ha
parlato a lungo di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò
ingiustamente detenuti in India da due anni e mezzo, a Porta a Porta, la
trasmissione Raiuno di Bruno Vespa.
«L’istanza è stata presentata solo sulla
base del malore avuto da Massimiliano Latorre, ma è evidente che la
situazione di stress riguarda entrambi», ha dichiarato a Porta a porta
il ministro della Difesa, parlando del possibile ritorno in Italia di
uno dei due marò detenuti in india.
Sul caso «venerdì si attende la sentenza
della Corte Suprema indiana», ha ricordato la Pinotti, sottolineando che
«il governo indiano non si opporrà ad un parere favorevole della
Corte», come già annunciato nei giorni scorsi.
Ma, secondo il ministro, anche l’altro marò,
Salvatore Girone, vive una condizione di sofferenza: «Ho parlato anche
con lui, il quale mi ha assicurato che ora il primo problema riguarda
Massimiliano, perché c’è un problema sanitario, ma noi non vogliamo
distinguere le due posizioni». Per la Pinotti i due militari «vivono una
situazione di sofferenza perché sono lontani dalle famiglie - ha
aggiunto - ma stanno dimostrando la loro grande dignità di soldati con
senso dell’onore e della patria».
«Noi siamo tecnicamente pronti a
internazionalizzare la vicenda» dei due marò, «ma i tempi di un
arbitrato non sarebbero brevi e quindi, visto che in India c’è un nuovo
governo, guardiamo con favore ad un’interlocuzione con esso», ha detto
inoltre a Porta a porta, il ministro della Difesa, Pinotti. Se il
dialogo non dovesse produrre gli effetti sperati, ha assicurato il
ministro, «andremo avanti per la nostra strada».
Sono due anni e mezzo che si trascina la vicenda dei marò: tra incertezze, polemiche e continui rinvii.
Intanto, in India, il pescatore e piccolo
armatore Freddy Bosco, proprietario dell’imbarcazione coinvolta
nell’incidente con la petroliera Enrica Lexie, ha presentato un ricorso
in cui chiede alla Corte Suprema di Nuova Delhi una perizia medica
«indipendente» per verificare le reali condizioni di salute di
Massimiliano Latorre, colpito da un’ischemia il 31 agosto, prima di
concedergli una eventuale autorizzazione a curarsi in Italia. E questo
forse dimenticando che Latorre è stato soccorso e curato in una
struttura neurologica indiana di Nuova Delhi.
In una petizione alla Corte Suprema,
fortunatamente non ancora accolta, gli avvocati di Bosco mettono in
dubbio la malattia di Latorre e citano l’incidente diplomatico dello
scorso anno in occasione della licenza di quattro settimane concessa ai
due militari per votare in Italia. In particolare, il ricorrente ricorda
alla Corte che «è pratica comune verificare la veridicità e la serietà
di una malattia», e che «un rapporto di specialisti qualificati dopo un
esame medico del paziente è altamente necessario». Si suggerisce poi che
questo compito venga affidato a una commissione medica dell’All India
Institute of Medical Science, il più grande ospedale pubblico di Nuova
Delhi.
Secondo quanto disposto dai giudici
nell'ultima udienza, domani il governo indiano dovrà presentare la sua
opinione alla Corte Suprema in merito alla richiesta di autorizzare
Latorre a rientrare per alcuni mesi in Italia per motivi di salute. Ci
sono forti possibilità che la domanda venga accolta in quanto, come
anticipato dal ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj, Nuova Delhi
non si opporrà all'eventuale concessione del permesso per
convalescenza.
Lo scorso aprile il proprietario del
peschereccio St. Antony, a bordo del quale si trovavano i due pescatori
Valentine Jelastine e Ajeesh Binki uccisi il 15 febbraio 2012, aveva già
presentato un ricorso al massimo ente giudiziario indiano per chiedere
il trasferimento del processo da Nuova Delhi al Kerala, dove sono stati
attratti con l’inganno e arrestati i nostri marò.
Lo stesso Bosco, ha presentato la denuncia
per omicidio alla polizia portuale di Neendakara, afferma di essere
stato ferito e di aver subito lui stesso gravi lesioni.
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