Per non far cadere nell’oblio la vicenda dei due marò Latorre e
Girone. È l’impegno dei Giovani in Movimento in collaborazione con
Fratelli d’Italia An che hanno fortemente voluto il convegno tenuto ieri
pomeriggio presso il cenacolo della Camera dei deputati.
«Il caso marò: tra politica e diritto» è
stato quindi l’occasione per non spegnere i riflettori sulla vicenda di
nostri due fucilieri di Marina in stato di fermo da due anni in India.
L’incontro, nutrita la presenza di giovani, ha visto la partecipazioen
della professoressa Elda Turco Bulgherini, docente a Tor Vergata di
Diritto della navigazione. Con lei, ha fatto il punto sulla situazione
l’ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata, che ha vissuto in prima
persona quella vicenda e, in contrasto con il governo Monti, si è
dimesso per affermare il diritto dei nostri due militari a restare in
Italia e non sottoporli alle umiliazioni che purtroppo stanno subendo.
Il convegno, moderato da Marco Perissa del movimento giovanile Fratelli
d’Italia e Terenzio Rucci portavoce nazionale Giovani in Movimento, è
stato introdotto dal giornalista Maurizio Piccirilli che ha ricordato le
diversi fasi della vicenda stigmatizando i punti oscuri e contradditori
dell’inchiesta fatta dagli investigatori indiani inquadrando il tutto
nel momento storico delle elezioni in India.
«La questione marò è incredibilmente
drammatica. È una storia vergognosa. Una macchia nera sulla politica
estera italiana – non ha usato giri di parole Giulio Terzi – Sono stati
sfregiati i diritti di due uomini per obbedire alle imposizioni dei
poteri forti». E l’ ex ministro non si è nascosto su quanto i poteri
forti abbiamo inciso sulla libertà di Latorre e Girone. Lobbies
economiche e finanziarie, l’informazione che ha narcotizzato le
responabilità del governo Monti e di quello successivo. Terzi ha
sottolinato qunato lo striscione che campeggia su Palzzo Wedekind, sede
de Il Tempo sia Espressione di una informazione sana. Da resposnasabile
della Farnesina Terzi ha rivendicato la volontaà di far rimanere i due
marò in Italia e senza mezzi termini ha sostenuto: «Latorre e Girone
sono stati traditi tre volte», a partire dall’ordine di rientro della
nave Lexie a Kochi al loro interregatorio a bordo della stessa nave
italiana da parte della polizia indiana e al loro rientro per ben tre
volte in India dopo essere riusciti a riportarli in Italia. «Ma non si
doveva dare fastidio agli affari – ha detto Terzi – la stessa strategia
occulta alla base del caso Cesare Battisti e Salabayeva».
Del resto non è un mistero che esista un
partito filo indiano in Italia a partire da quell’Associazione di
amicizia parlamentare Italia-India che si preoccupano dei pescatori
«povere vittime» e che tifano per i continui rinvii. Così mentre
l’Italia rinuncia alla sua «identità nazionale ed è pronta a svendere la
proprio sovranità» come ha spiegato Fabio Rampelli di FdI, in India sta
per affermarsi il partito che fa dell’orgoglio nazionale la sua
bandiera. Illuminante le puntualizzazioi giuridiche spresse dalla
professoressa Turco Bulgherini. Ripercorrendo la storia della pirateria e
delle convenzioni internazionali che ne regiolano il contrasto, la
docente di diritto della navigazione ha ricordato come il diritto,
sottoscritto anche da New Delhi riconosca come «tutto quello che avviene
in acque internazionali vige la legge della bandiera di appartenenza
della nave. L’India, di fatto, nella vicenda marò disconosce i trattati
da lei sottoscritti».
E oltre a ciò, Latorre e Girone «non
dovevano essere rimndati in India, in base alla sentenza della Corte
Costinuzionale del 1976 che intima il divieto di consegnare cittadini a
quegli Stati dove vige la pena di morte.
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