Nel Pd romano alle prossime elezioni europee si combatterà una
battaglia che non riguarda solo l'accesso al parlamento europeo. Sullo
sfondo, ma neppure tanto, gli equilibri che governano la città. In una
parola in ballo c'è anche il futuro del sindaco Ignazio Marino e i
complicati rapporti con i poteri forti della città. C'è una parte
consistente del Pd che ha già messo in atto il piano B da far scattare
subito dopo il 25 maggio: spingere alle dimissioni Ignazio Marino e
andare alle elezioni con candidato a sindaco Enrico Gasbarra,
ex-segretario regionale e catapultato all'ultimo momento nella lista,
ufficialmente per rafforzarla, in realtà per ostacolare il cammino della
candidatura di Goffredo Bettini, "regista" della candidatura di Ignazio
Marino. Il Pd "antimariniano" rimprovera al sindaco una scarsa presa
sulla città, facendo leva sui problemi irrisolti e sui tanti incidenti
di percorso. Dietro le quinte, a motivare una così spettacolare presa di
distanza dal sindaco espresso dal proprio partito, in realtà si muovono
interessi corposi.
La cartina di tornasole è la vicenda Acea che vede il sindaco contrapposto ai privati presenti nell'azienda e in primo luogo a Gaetano Caltagirone, l'imprenditore che negli ultimi anni è stato il dominus della città, con interessi che spaziano in ogni campo. Interessi con i quali una parte del Pd aveva trovato un accomodamento che l'elezione di Ignazio Marino, "un marziano" rispetto a queste consuetudini, ha fatto saltare. Non si spiega altrimenti il fatto che il principale avversario del sindaco nella vicenda Acea non sia da ricercarsi tra le file dell'opposizione ma nel suo stesso partito.
All'indomani della sentenza del Tribunale di Roma che ha dato torto al sindaco e ragione ai privati, infatti, è stato un esponente di punta del Pd romano, Umberto Marroni, a dire le parole più dure: "Archiviamo questa inutile diatriba - ha detto in sostanza - e dedichiamoci a risolvere i problemi dell'azienda". Un vero e proprio calcio negli stinchi al Sindaco. Marroni è un personaggio chiave di questa vicenda: figlio d'arte (il padre Angiolo è stato un esponente storico del Pci romano), ex-capogruppo in consiglio comunale nell'era Alemanno, attualmente parlamentare, vero regista dell'operazione Gasbarra. Una vera e propria cordata legata a una logica consociativa che mal sopporta il "marziano" Marino.
La cartina di tornasole è la vicenda Acea che vede il sindaco contrapposto ai privati presenti nell'azienda e in primo luogo a Gaetano Caltagirone, l'imprenditore che negli ultimi anni è stato il dominus della città, con interessi che spaziano in ogni campo. Interessi con i quali una parte del Pd aveva trovato un accomodamento che l'elezione di Ignazio Marino, "un marziano" rispetto a queste consuetudini, ha fatto saltare. Non si spiega altrimenti il fatto che il principale avversario del sindaco nella vicenda Acea non sia da ricercarsi tra le file dell'opposizione ma nel suo stesso partito.
All'indomani della sentenza del Tribunale di Roma che ha dato torto al sindaco e ragione ai privati, infatti, è stato un esponente di punta del Pd romano, Umberto Marroni, a dire le parole più dure: "Archiviamo questa inutile diatriba - ha detto in sostanza - e dedichiamoci a risolvere i problemi dell'azienda". Un vero e proprio calcio negli stinchi al Sindaco. Marroni è un personaggio chiave di questa vicenda: figlio d'arte (il padre Angiolo è stato un esponente storico del Pci romano), ex-capogruppo in consiglio comunale nell'era Alemanno, attualmente parlamentare, vero regista dell'operazione Gasbarra. Una vera e propria cordata legata a una logica consociativa che mal sopporta il "marziano" Marino.
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