Sono ancora più di un terzo gli italiani che non hanno mai usato internet. È questo uno dei dati che emerge dalle ultimi indagini di Eurostat* sul terzo trimestre 2013 in tema di banda larga e alfabetizzazione digitale. L’istituto di statistica europeo ha infatti rilevato che, al 2013, il 34% della popolazione italiana non ha mai navigato. Un dato che posiziona l’Italia in fondo alla classifica europea, sotto al Portogallo (33%) e di poco sopra Grecia (36%) e Bulgaria (41%).
In media, nei 28 paesi dell’Ue, è il 79% delle famiglie ad avere accesso a internet. Di loro, il 76% dispone della banda larga. E anche qui l’Italia si posiziona al di sotto della media europea, registrando il 69% delle famiglie connesse (di cui il 68% con la banda larga). Stesso risultato se si osserva l’uso quotidiano della rete. Solo il 54% degli italiani dichiara di usare internet ogni giorno, a fronte di una media europea del 62%. Male anche per quanto riguarda il rapporto tra e-government e privati: solo il 21% dichiara di usare i servizi digitali offerti dalla pubblica amministrazione, a fronte di una media europea pari al 41%.
L’Italia non va meglio in termini di velocità di banda, un’altra variabile che ci porta in fondo alla classifica europea. Secondo i rilevamenti del rapporto ‘State of the Internet Report’ di Akamai, nel terzo trimestre del 2013 l’Italia totalizza in media una velocità di 4.9 Mbps (megabit per secondo). Paesi Bassi, Svizzera e Repubblica Ceca dominano la classifica con una velocità superiore agli 11 Mpbs. Al di sotto dell’Italia compare solo la Turchia, con 4 Mbps. Tuttavia in Europa la velocità media è in aumento. Un trend che coinvolge anche il nostro Paese, che tra il 2012 e il 2013 ha registrato un aumento medio della velocità pari al 24%.
Ma se nel contesto europeo l’Italia rimane in fondo alla classifica, all’interno della Penisola la realtà cambia di regione in regione. Internet , secondo quanto rileva l’Istat **, è disponibile nel 63,3% delle famiglie del Centro-Nord e solo nel 55,1% delle famiglie residenti nelle regioni del Sud e nel 54,7%delle Isole. Il risultato peggiore lo registra il Molise con il 51,3% di famiglie con accesso alla rete, preceduta in classifica da Calabria (51.6%) e Sicilia(52%). La maglia nera del Nord va alla Liguria, con il 55% di famiglie connesse. In cima alla classifica delle regioni più connesse invece compaionoTrentino-Alto Adige (con il 66,9%) e Veneto (66,6%).
Permangono anche le differenza di età e di genere. L’85,7% delle famiglie in cui è presente almeno un minorenne dispone di una connessione Internet. Sul versante opposto soltanto il 12,7% delle famiglie costituite esclusivamente da over 65 è collegata da casa. Differenze anche tra uomini e donne, pisi da oltre dieci punti percentuali. Naviga il 60,2% degli uomini e il 49,7% delle donne.
E se in Italia internet arranca, la tv va a gonfie vele. Secondo le elaborazioni dei dati Ocse a cura del centro di ricerca Observa, aumentano le ore di consumo televisivo giornaliero. Nel 2002 le famiglie italiane trascorrevano in media 3,8 ore al giorno davanti alla televisione. Nel 2011 sono pentate 4,2.
Dati da cui traspare un deludente quadro dell’Italia, soprattutto se si osservano i benefici che la banda larga porterebbe al paese. Ericcson ha misurato di recente gli effetti della diffusione della broad band sull’economia del Paese (Socioeconomic effects of broadband speed, 2013). I ricercatori calcolano che il raddoppio della velocità di banda porterebbe un aumento del Pil dello 0,3%, più un punto percentuale per ogni incremento del 10%della popolazione connessa alla banda larga. Ma i benefici sarebbero concreti anche per i privati: gli studi stimano che col passaggio da una banda di0,5 a 4 Mbps, una famiglia potrebbe risparmiare circa 230 euro al mese. Per non parlare dei posti di lavoro: se ne prevedono 80 per ogni mille nuovi utenti della banda larga.
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