Prof. Luciano Gallino
Le
politiche di austerità, gli aggiustamenti strutturali, le
privatizzazioni imposte agli Stati membri dai vertici Ue, ovvero dalla
cosiddetta Troika (Bce, Fmi e Commissione) stanno infliggendo privazioni
insostenibili a milioni di cittadini. In Italia, non meno che in
Grecia, Spagna e Portogallo, la disoccupazione è alle stelle. Il Pil ha
perso oltre 10 punti rispetto al 2007.
La
combinazione di micidiali indicatori come la deflazione (crollo dei
prezzi), la domanda stagnante e la crescita-zero sta portando le
rispettive economie, a cominciare dalla nostra, verso il disastro.
Errori? No: crimini.
Lo
sostiene un gruppo di giornalisti e politici greci, che a fine 2012 ha
inoltrato alla Corte Penale Internazionale dell’Aja una denuncia per
“sospetti crimini contro l’umanità” a carico dei vertici della Troika:
il presidente della Commissione Europea, Barroso, la direttrice del Fmi,
Lagarde, del presidente del Consiglio Europeo, Van Rompuy, nonché della
cancelliera Angela Merkel e del suo ministro delle finanze Wolfgang
Schäuble.
A
sua volta, aggiunge Luciano Gallino in un intervento su “Repubblica”
ripreso da “Micromega”, un’attivista tedesca nel campo dei diritti
umani, Sarah Luzia Hassel, appoggiava la denuncia con una
documentatissima relazione circa le azioni compiute dalle citate
istituzioni a danno sia della Grecia che di altri paesi, europei e no.
«Tutte azioni suscettibili di venir configurate addirittura come crimini
contro l’umanità, ai sensi dell’articolo 7 dello Statuto di Roma della
Corte Penale dell’Aja».
Si
va dalla liquidazione della sanità pubblica alle politiche agricole che
hanno affamato milioni di persone, dalla salvaguardia del sistema
finanziario a danno dei cittadini ordinari alle ristrette élite che
influenzano le decisioni delle istituzioni stesse, fino agli interventi
nel campo del lavoro e della previdenza atti a ledere basilari diritti
umani. Un terzo documento, infine, che accusa i vertici Ue di gravi
forme d’illegalità, è stato pubblicato a fine 2013 dal centro studi di
politiche del diritto europeo di Brema, su richiesta della Camera del
Lavoro di Vienna.
Documenti
che «giacciono tuttora nei cassetti dei destinatari», benché rinverditi
da clamorose denunce come quella della rivista medica “Lancet” «circa i
danni che sta infliggendo alla popolazione la crisi della sanità in
Grecia per via delle misure di austerità imposte dalle istituzioni Ue».
In
pratica, «chi soffre di cancro non riesce più a procurarsi le medicine
necessarie, divenute troppo costose», e «la quota di bambini a rischio
povertà supera il 30%». In Grecia sono ricomparse, dopo quarant’anni,
malaria e tubercolosi, mentre i suicidi sono aumentati del 45% e chi fa
uso di droga non dispone più di siringhe sterili distribuite dal sistema
sanitario, per cui utilizza più volte la stessa siringa. Risultato: i
casi di infezione Hiv rilevati sono ormai centinaia.
Attenzione:
«L’Italia, insieme con Spagna, Portogallo e Irlanda, appare avviata
sulla stessa strada della Grecia», avverte Gallino.
Il
sistema sanitario nazionale italiano è alle corde: «Anche da noi i
tempi di attesa per le visite specialistiche si sono allungati sovente
di molti mesi perché i medici che vanno in pensione non sono
rimpiazzati». Inoltre, le prestazioni sono sempre più costose, al punto
che molti rinviano le analisi o «rinunciano a visite mediche o esami
clinici perché i ticket hanno subito forti aumenti e non riescono più a
pagarli».
Paradossale:
«Coloro che vanno in un laboratorio convenzionato si sentono dire che
se scelgono la tariffa privata spendono meno del ticket». Senza contare
che «molte famiglie non riescono più a mandare i bimbi all’asilo o alla
scuola materna perché i posti sono stati ridotti, o la retta è aumentata
al punto che non possono farvi fronte».
La
Grecia è vicina, ammonisce il rapporto di “Lancet”: «Se le politiche
adottate avessero effettivamente migliorato l’economia, allora le
conseguenze per la salute potrebbero essere un prezzo che val la pena di
pagare. Per contro, i profondi tagli hanno avuto in realtà effetti
economici negativi, come ha riconosciuto perfino il Fmi».
In
altre parole, riassume Gallino, non soltanto i vertici Ue hanno dato
prova, con le politiche economiche e sociali che hanno imposto, di una
«scandalosa indifferenza per le persone che vi erano soggette», ma
queste sciagurate politiche «si sono pure dimostrate clamorosamente
sbagliate».
Nel
2008, diversi giuristi americani ed europei parlarono di “crimini
economici contro l’umanità”, commessi dai dirigenti dei maggiori gruppi
finanziari. Ma nel caso della crisi europea non si tratta più di attori
privati (banchieri-pirati), bensì dei massimi esponenti della dirigenza
pubblica della Ue, cui è stato affidato l’oneroso impegno di presiedere
ai destini di 450 milioni di persone ai tempi della crisi.
I
vertici dell’Ue «hanno mostrato anzitutto una clamorosa incompetenza
della gestione della crisi», e hanno scelto di «favorire gli interessi
dei grandi gruppi finanziari andando contro agli interessi vitali delle
popolazioni». Di fatto, «hanno dato largo ascolto alle maggiori élite
europee, e in più di un caso ne fanno parte».
Soprattutto,
«hanno mostrato di non tenere in alcun conto le sorti delle persone cui
si dirigevano le loro politiche». Stando al documento di Brema, le
violazioni dei diritti umani compiute dai vertici Ue, in spregio agli
stessi trattati dell’Unione, potrebbero essere portate davanti a varie
corti e istituzioni europee, nonché davanti a organizzazioni
internazionali quali l’Onu e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Domanda:
«È mai possibile che non siano chiamati a rispondere per nulla delle
illegalità non meno che degli errori che hanno commesso, e delle
sofferenze che hanno causato con l’indifferenza se non addirittura il
disprezzo dimostrato verso le popolazioni colpite?».
8 aprile 2014
——
Fonte notizia: libreidee.org
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