Poco
più di un miliardo di tagli, metà dei quali in capo al ministero della Difesa.
Lo rivelano le tabelle allegate alla legge di Stabilità in circolazione ieri
sera.
Se si
sommano gli 1,1 miliardi di risparmi attesi nel 2016 e gli 1,3 del 2017 si
arriva a un totale di 3,4 miliardi, non lontano dalle promesse della vigilia (4
miliardi), ma più che una spending review si tratta di tagli lineari
Tremonti-style.
Il
ministro Pinotti, che ha preso una bella «stangata», si schermisce. «È vero che
siamo i più penalizzati, ma gli investimenti non sono stati tagliati», ha commentato
asserendo che «ci sono spese stratificate negli anni che possono essere
tagliate con oculatezza». Il ragionamento potrebbe avere un senso se si
considera che il bilancio della Difesa ogni anno impegna 20 miliardi di euro.
Il problema è che i tagli della spending review si concentrano sul capitolo
«Pianificazione generale delle Forze armate e approvvigionamenti militari» per
496,8 milioni, cioè l'11,1% dello stanziamento che originariamente era previsto
per il prossimo anno. Si tratta di un taglio draconiano per una voce nella
quale sono concentrate tutte le spese per la manutenzione dei mezzi e
l'addestramento che non sono iscritte nei rispettivi capitoli (Carabinieri,
Marina, Esercito e Aeronautica). È lecito ipotizzare che i militari protesteranno.
Più
leggeri i sacrifici imposti agli altri ministri. A superare i 100 milioni sono
solo in tre: Istruzione (148,6 milioni), Giustizia (102,7 milioni) e Interno
(100,9 milioni). Il ministro Giannini dovrà rinunciare a 139 milioni per
l'istruzione scolastica (-30 milioni per gli asili, -36 per le elementari, -17
per le medie e -55 per i licei). Più omogenei i tagli a Via Arenula: 64 milioni
dovranno risparmiare giudici civili e penali, mentre 36 milioni si prendono
dall'amministrazione penitenziaria. La spending review «dedicata» ad Angelino
Alfano colpisce per 74 milioni la Polizia. E qui i sindacati sono già sul piede
di guerra per la cancellazione delle griglie orarie per i servizi dei
poliziotti.
Un po'
di dieta dimagrante la farà anche Pier Carlo Padoan con 85,6 milioni nel 2015.
I più colpiti direttamente saranno il Dipartimento delle Finanze (20,2 milioni)
e la Guardia di Finanza (4,5 milioni) perché il risparmio più corposo (50
milioni) riguarda i fondi da ripartire alle varie amministrazioni dipendenti da
Via XX Settembre. I tagli degli Esteri cifrano apparentemente zero euro, ma nel
2015 saranno tenuti in cassa 25,2 milioni non versandoli agli organismi
internazionali. Il contributo all'Onu è tagliato di 20 milioni, mentre si
recederà, tra l'altro, dall'Istituto internazionale del Freddo (60mila euro) e
dal Comitato consultivo del Cotone (35mila euro).
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