CAMPIDOGLIO SOTTO ACCUSA
Il partito fa trapelare un sondaggio negativo sul primo cittadino. Ma lui li spiazza: «Amen. Un motivo in più per continuare».
Tutti i mali di Roma, dai rifiuti alle multe
Un sondaggio Swg commissionato dal Pd Roma e pubblicato in esclusiva
sul giornale "amico" la Repubblica boccia senza appello il sindaco di
Roma Capitale, Ignazio Marino: l’80% dei romani lo vorrebbe a casa.
Guarda caso, nello stesso sondaggio il Pd cresce di otto punti.
L’equazione è presto fatta: il partito va bene, il "tonfo" è tutto del
primo cittadino e della sua giunta, che va addirittura peggio di lui.
Tutto questo avviene il giorno dopo un vertice di maggioranza in cui gli
esponenti del partito e gli eletti in Aula Giulio Cesare erano tornati a
fare pressing su quel rimpasto di giunta richiesto invano da mesi. E
Marino, come da mesi accade, era tornato a rispondere "picche". Sullo
sfondo, sottile certo ma non secondario, la nomina che il sindaco tarda a
fare del suo vice nel nuovo ente della Città metropolitana.
Gli ingredienti per un "biscotto" confezionato dal sondaggio insomma ci
sono tutti. Non che le cose a Roma vadano a gonfie vele. Traffico,
aumento delle tasse, pedonalizzazioni, rifiuti, abusivismo, immigrati e,
in ultimo, la spinta in avanti sulle nozze gay. Di materiale insomma ce
n’è in abbondanza. Per chi fa l’opposizione però che infatti ieri è
letteralmente "esplosa" di gioia. Ma il partito, che non solo è
maggioranza a Roma ma è il partito del sindaco, che interesse ha a
rendere pubblico un sondaggio che di fatto lo massacra? Il silenzio di
"scuderia" evidentemente ordinato ieri - abbiamo chiesto, invano, a
diversi esponenti capitolini di scrivere un’intervento, persino a favore
di Marino - è un’agghiacciante conferma di una strategia politica ad
alto rischio. Il duello tra partito e sindaco si risolverà a questo
punto con la "non sopravvivenza" di uno dei due.
L’unico a parlare, cercando timidamente di gettare un’ancora a Marino è
stato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti: «Dal sondaggio
sul sindaco di Roma Ignazio Marino, che sarebbe gradito solo da 2 romani
su 10, emerge un giudizio, non so se vero, ma comunque non generoso
perché Ignazio è il sindaco che più di tutti si sta facendo carico di
governare una situazione drammatica che ha ereditato, anche con scelte
molto coraggiose che pochi altri avrebbero avuto il coraggio di
assumersi».
Di altro avviso la deputata e la presidente del Pd Lazio, Lorenza
Bonaccorsi che "scopre" forse qualche carta di troppo: «Credo sia
innegabile che la Giunta Marino abbia delle difficoltà. Proprio per
questo, in questi mesi, abbiamo esortato il sindaco a correre di più, a
cambiare passo. Arrivati a questo punto, questa è un'indicazione non più
rinviabile. Viene bocciato un atteggiamento di Marino che non ci è mai
piaciuto, ovvero quello di aver tenuto lontano il Partito democratico.
Il sindaco deve essere preoccupato per questi dati, ora deve cercare un
dialogo, sinergia e comunanza d’intenti con il Pd romano e laziale».
Rincara la dose l’opposizione: «Faccio appello al Pd e a tutte le forze
del centrosinistra affinché con senso di responsabilità e amore per la
città di Roma, si convincano dell'urgenza di sfiduciare e mandare a casa
Marino», dice il capogruppo Fi, Quarzo; ironica la Belviso (Ad): «Otto
romani su dieci bocciano Marino. Gli altri due sono parenti», mentre per
l’ex sindaco Alemanno si tratta di un sondaggio «pesante e
impressionante. Mi ha colpito - aggiunge - che il 40% mi consideri un
miglior sindaco rispetto Marino». Per Ciocchetti e Cozzoli (Fi) il
sondaggio conferma «tanto Marino per nulla», di «staccare al spina»
parla invece il coordinatore romano Ncd, Gianni Sammarco, mentre Onorato
(Lista Marchini) suggerisce al Pd di mandare a casa Marino o di
smetterla di litigare.
Un gran rumore insomma. E il diretto interessato? Lapidario, come
sempre. Il sondaggio? «Un ottimo documento che aiuta molto a capire
alcuni dati - ha risposto spiazzando tutti - è evidente che non ci sia
bisogno di un sondaggio per capire che ci sono difficoltà ad esempio sui
trasporti. Questo tema continua a rimanere irrisolto, non penso possa
essere risolto dalla Regione che ha un deficit finanziario di dimensioni
spaventose ma deve essere affrontato e risolto. Stiamo facendo in 18
mesi lo stesso percorso che città come San Francisco hanno fatto in 18
anni. C’è da chiedersi perché non sia stato fatto nel 1968 o nel 1978».
Il sindaco va avanti per la sua strada. Al Pd la scelta se cambiarla o meno.
Nessun commento:
Posta un commento