Ci sono prove che non sono stati i fucili dei militari
italiani a colpire i pescatori indiani e che la nave sulla quale si
trovavano era in acque internazionali, ma il governo italiano tace su
questo. Lo ha detto, a quanto si apprende, l’ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ascoltato al Copasir sulla vicenda dei due marò.
Terzi è stato convocato dal Comitato a seguito di una sua intervista in
cui parlava di pressioni esercitate per far tornare in India i due marò quando, tre anni fa, erano rientrati in Italia per la licenza natalizia. A seguito della decisione del governo Monti
di far ritornare a Nuova Delhi i fucilieri, Terzi si dimise. «Ci
aspettavamo – ha riferito il senatore M5s Vito Crimi, al termine
dell’audizione – molto di più dall’ex ministro per capire chi esercitò
le pressioni e cosa successe in quei dieci giorni passati tra l’11 marzo
2013, quando Terzi annnunciò che i due marò sarebbero rimasti in Italia
ed il 21 marzo, quando il Governo cambiò idea e decise di farli
rientrare in India».
L’ex ministro Terzi: non ci sono prove contro i marò
A tenere alta l’attenzione sul caso, ci ha pensato Massimiliano Latorre,
che pochi giorni fa ha postato sui social network il video del loro
arbitrario arresto: «Questo accadeva il 19 febbraio 2012, 4 anni fa,
cioè quando ci portarono in carcere». È la frase che accompagna il video
montato con le foto delle fasi dell’arresto postato su Facebook da
Massimiliano Latorre, il fuciliere tarantino accusato insieme al collega
barese Salvatore Girone di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati al largo della coste del Kerala.
Latorre attualmente è in convalescenza in Italia per motivi di salute
dopo aver ottenuto un permesso dalle Autorità indiane, mentre Girone è
ancora trattenuto in India. Intanto lunedì scorso la Corte permanente di
arbitrato (Cpa) dell’Aja ha reso noto il programma e le modalità
dell’udienza del 30 e 31 marzo dedicata a esaminare la richiesta
dell’Italia sul rientro del marò Salvatore Girone, attualmente detenuto
in India. La seduta del Tribunale arbitrale inizierà alle 9.30 con le
argomentazioni dell’Italia, mentre nel pomeriggio è in
calendario la replica indiana. Lo stesso ordine sarà seguito il giorno
dopo. In base all’articolo 1 del regolamento procedurale, si legge,
«l’India ha risposto per iscritto alla richiesta italiana il 26
febbraio». Lo scorso 11 dicembre il team della difesa italiana aveva
presentato una domanda alla Cpa per “misure provvisorie” concernenti il
rientro di Girone e la sua permanenza in Italia per tutta la durata del
procedimento arbitrale.
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