Via libera all'uso delle basi Nato, Incirlik in particolare, e ai guerriglieri curdi Pkk di sostenere i peshmerga
Il Parlamento di Ankara schiera diecimila soldati al confine
con la Siria. Dietro l’iniziativa non c’è solo la preoccupazione per
l’avanzata dello Stato Islamico o la volontà di allinearsi con gli
alleati Nato ma il tentativo di rilanciare la politica anti Assad
portata avanti negli ultimi 2 anni
Con 298 voti a favore e 98 contrari il Parlamento di Ankara
autorizza le truppe turche a condurre operazioni di terra, in Iraq e
Siria, contro lo Stato Islamico e il regime di Bashar Assad aprendo un
nuovo capitolo del conflitto in corso in Medio Oriente. Finora la
coalizione guidata dagli Stati Uniti contro Isis ha condotto solo raid
aerei e gli alleati arabi di Washington avevano avallato l’operazione
anti-terrorismo senza sbilanciarsi sulle operazioni di terra. Il
Segretario di Stato Kerry aveva parlato di «contatti in corso con i
partner» sull’offensiva di terra ma è Ankara che compie la prima mossa.
La legge assomiglia a un piano di operazioni. Il governo ha per 1
anno «l’autorizzazione a compiere interventi contro gruppi terroristi in
Siria ed Iraq al fine di creare zone sicure per i profughi dentro la
Siria e proteggerle con delle no fly zone, oltre a poter addestrare e
fornire logistica e armamenti all’Esercito di liberazione siriano»
ovvero i ribelli filo-occidentali. Il testo prevede la possibilità di
«far transitare sul territorio turco forze militari straniere». Via
libera agli Stati Uniti di sfruttare le basi Nato e ai guerriglieri
curdi del Pkk si passare la frontiera per sostenere i reparti di
peshmerga.
Sebbene il ministro della Difesa Yilmez, affermi che «non siamo
tenuti a prendere iniziative immediate» la Turchia diventa da subito il
Paese della coalizione anti-Isis con più carte tattiche da giocare: può
assumere la leadership delle operazioni di terra, liberare zone lungo il
confine e coordinare l’afflusso di contingenti curdi verso la città di
Kobani, assediata dai miliziani di Isis che sembrano sul punto di
prevalere. E può anche attaccare le forze di Assad -ecco il punto-
definite da Yilmaz «la vera origine di Isis a causa dei massacri di
civili compiuti sin dall’inizio della guerra civile».
La presidenza Erdogan marca il terreno. Ankara che da almeno 2 anni
appoggia i ribelli anti Assad, ha garantito aiuti e libero transito
sui propri territori ai volontari jihadisti in arrivo dal mondo, oggi
rilancia. Il progetto strategico è rivelato dal quotidiano Hurriyet.
«Bufer zone», detta all’americana, o meglio, zona cuscinetto tra Turchia
e Isis in Iraq e Siria, ma in casa loro, in territorio in gran parte
abitato da curdi sia in Iraq, sia in Siria. Secondo Hurriyet Ankara
sarebbe «pronta a procedere anche senza l’aiuto di militari stranieri»
alla creazione delle zone cuscinetto. Guerra nella guerra.
3 ottobre 2014
fonte: http://www.remocontro.it
Nessun commento:
Posta un commento