L'ITALIA IN GINOCCHIO
Confesercenti: deregulation disastrosa, servono norme più equilibrate. E La Cassazione dà ragione a chi non paga l’Iva se i clienti sono falliti
A causa della liberalizzazione selvaggia e della deregolamentazione
degli orari in tre anni sono già stati chiusi 124.000 negozi. La
denuncia arriva da Confesercenti che auspica un cambiamento della legge
che aumenta le possibilità di apertura senza regole delle serrande dei
negozi. L’associazione ha ribadito la forte insoddisfazione nei
confronti dell’approvazione del provvedimento che da Montecitorio ora
passa all’esame del Senato.
Un sondaggio commissionato da Confesercenti alla Swg ha segnalato che i
negozi di cui erano clienti abituali non ci sono più e il 59% del
campione dà ragione a chi ritiene che la normativa della
«liberalizzazione selvaggia» vada rivista. Le ragioni di Confesercenti
che chiede al Senato una modifica del provvedimento sono state
illustrate da Massimo Vivoli, vice presidente dell’associazione: «Fra
crisi di consumi, mancanza di credito e liberalizzazione l’esito è stato
devastante in questa lunga crisi con oltre 124 mila negozi chiusi e
l’accelerazione della desertificazione dei centri urbani. Le vie
commerciali delle nostre città, in alcuni casi icone turistiche di
valore, presentano sempre più file di saracinesche abbassate. Inoltre
gli effetti della liberalizzazione senza regole e la crisi hanno
prodotto più di 100 mila posti di lavoro perduti solo fra il 2012 e il
2013». Vivoli ha ribadito che «vogliamo evitare il collasso delle oltre
470 mila imprese del commercio con due dipendenti o meno. Continueremo d
insistere perché la legge sugli orari, ora al Senato, venga modificata
in direzione di un maggiore equilibrio e sosterremo le regioni che hanno
richiesto un referendum per la revisione della deregulation».
Intanto un’indagine realizzata da Cna di Roma e Lazio con il Centro Europa Ricerche (CER) su un campione di 500 imprese della regione ha messo in evidenza che nel Lazio per produzione, ordini, fatturato interno ed estero, investimenti i saldi dei cinque indicatorI siano tutti in negativo. Qualche miglioramento si registra nelle previsioni per il II semestre del 2014 anche se il quadro resta ancora negativo.
Infine arriva una notizia che può aiutare gli imprenditori che si trovano in difficoltà nel pagare le tasse. Non è punibile infatti per omesso versamento dell’Iva l’imprenditore che non paga l’imposta a causa della crisi finanziaria prodotta dai mancati pagamenti dell’unico cliente, fallito. Lo ha sancito la Cassazione. Con la sentenza n. 40394 del 30 settembre 2014. Secondo quanto anticipato da ItaliaOggi i giudici hanno annullato con rinvio la condanna pronunciata dalla Corte d’appello di Catania, invitando tutti i giudici d’Italia a decidere, in questi casi, non secondo un principio generale ma secondo le peculiarità del caso.
Nessun commento:
Posta un commento