L'Ambasciatore Terzi risponde alle dichiarazioni di Passera sul rientro dei due Marò a Delhi il 22 marzo 2013 e aiuta l'ex collega a ricordare. Strano l'improvviso vuoto di memoria dell'ex Ministro Passera che a distanza di un anno e mezzo ricorda l'episodio e lo riporta in maniera imprecisa quando basta rileggere l'Agenzia AGI dell'11 marzo 2013 ed i successivi atti parlamentari sulle dichiarazioni del dimissionario Terzi, dell'ex Ministro Di Paola che rimaneva a bordo di una nave alla deriva dopo aver abbandonato i propri uomini in mani ostili e quelle del Premiere Monti. Una versione quella di Passera rilasciata oggi in occasione di un'intervista quanto mai i"strana", forse suggerita da altri interessi magari di natura personale per il futuro politico di Passera.
La vicenda triste dei due Marò continua ad essere infarcita da personali interpretazioni dei fatti, per questo abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica perchè sia fatta luce su quanto avvenuto il 22 marzo 2013 ed individui, se del caso, chi abbia deciso in contrasto con la Costituzione italiana e ceduto sovranità per non compromettere interessi economici.
F. Termentini
Oggetto: MARO'. TERZI: DECISIONE RIMANDARLI IN INDIA NON FU COLLEGIALE
Data: 22 settembre 2014 18:19:21 GMT+02:00
MARO'. TERZI: DECISIONE RIMANDARLI IN INDIA NON FU COLLEGIALE ERO CONTRARIO, E PER QUESTO MI SONO DIMESSO DA MIO INCARICO
(DIRE) Roma, 22 set. - "Rilevo ancora oggi, dopo diciotto mesi dalla vergognosa decisione di rimandare in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che non sta cessando il pietoso teatrino dello scarica-barile delle responsabilita'. Neanche una parola invece su quello che dovrebbe essere l'impegno di tutti:
dare rapida e giusta soluzione a questa profonda ingiustizia che il nostro Paese e i nostri Militari stanno subendo". Lo dice l'ambasciatore Giulio Terzi di Sant'Agata.
L'ex Ministro Passera, aggiunge, "dopo un anno e mezzo dai fatti, ha evidentemente 'dimenticato' quanto realmente accaduto:
l'unica decisione collegiale del Governo di allora fu quella di trattenere in Italia i nostri militari e attivare l'internazionalizzazione del caso, decisione diramata da Palazzo Chigi in concorso con i Ministeri interessati, e, tramite il Ministero degli Esteri, all'intera rete Diplomatica".
"Contrariamente a quanto sostenuto da Passera, la decisione- ribadisce Terzi- non ledeva alcun documento sottoscritto dall'Italia, in quanto l'India si era nel frattempo sottratta alla procedura arbitrale proposta dal nostro Paese sulla base dei Trattati internazionali in vigore.
Tutto questo avveniva l'11 marzo del 2013. Non fu invece affatto collegiale, pochi giorni dopo, la decisione di rimandarli in India, da me contrastata in ogni modo, anche per iscritto, come dimostrano inequivocabilmente i documenti disponibili nelle sedi competenti, tant'e' vero che, in quanto contrario a quella decisione, mi sono dimesso dal mio incarico di Ministro degli Esteri".
"La vicenda e' cosi' limpida dal non poter essere tollerata oltre alcuna strumentalizzazione. E' piuttosto necessario che chi ne ha il potere faccia, finalmente, un'unica cosa: manifestare piena e convinta solidarieta' ai nostri militari, attivando un percorso incisivo per risolvere una vicenda che e' di prioritaria importanza per la nostra politica estera e per la credibilita'
internazionale dell'Italia".
22 SETTEMBRE 2014
(Com/Vid/ Dire)
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