RECORD DI CAMPI NOMADI, QUARTIERI A LUCI ROSSE ALL'EUR, PROPOSTA DI ADOTTARE UN IMMIGRATO PER 900 EURO AL MESE - MOLTO PIU' DI UNA PENSIONE SOCIALE CONCESSA A UN'ITALIANO, E QUANDO TANTE FAMIGLIE DEVONO SUPERARE MILLE OSTACOLI PER UNA NORMALE ADOZIONE -
VAI MARINO....COME TE NESSUNO
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CAPITALE ALLO SBANDO
E in Sicilia arrivano 200 immigrati con la scabbia. La polizia costretta a farli salire sulle volanti
Alfano affossa i sogni di Marino. Il primo cittadino della Capitale
sperava che il Viminale pagasse i romani per accogliere gli immigrati a
casa loro in cambio di 30 euro al giorno. Il ministro dell’Interno è
stato esplicito: «Vorrei essere chiaro senza polemiche con il sindaco di
Roma: il ministero dell’Interno non tirerà fuori un euro per questo.
Ogni ipotesi di lavoro che mi dovesse essere presentata in questo senso,
da chiunque provenga, sarà certamente bocciata da me». Marino, allora,
rilancia, proponendo di ridistribuire in maniera più «equa» gli
immigrati su tutto il territorio comunale e indica un quartiere che deve
essere il primo a farsi carico della marea di rifiugiati: i Parioli.
Già, proprio così. Chi fino ad oggi è stato graziato, non potrà più
stare tranquillo. Marino ha spiegato così il suo pensiero: «In questo
momento nella Capitale abbiamo in totale 7.400 tra rifugiati e
richiedenti asilo. Circa 500 persone sono nel Municipio di Corcolle
(alla periferia est, ndr). Non possiamo pretendere che il disagio sia
concentrato solo in alcuni quartieri. Ed è per questo che ho chiesto che
venga ridisegnato il piano di accoglienza e di distribuzione. Ci sono
quartieri che ospitano nessuno e ritengo che la distribuzione debba
avvenire in maniera equa e, quindi, anche in quelle zone che non ne
hanno. Penso ad esempio ai Parioli».
C’è qualcosa che, però, non torna. Ignazio Marino, infatti, aveva fatto
capire che l’idea di far ospitare gli immigrati dai residenti, dietro
il lauto compenso di 900 euro al mese non fosse tutta farina del suo
sacco. Il sindaco, infatti, aveva fatto capire che la proposta veniva
dal Viminale e di averne condiviso l’impianto con il sottosegretario
Domenico Manzione. «Abbiamo pensato che oltre all’affido pediatrico,
anche gli adulti possano essere affidati alle famiglie», aveva detto.
Ieri, invece, Alfano ha smentito l’avallo degli Interni: «Non
corrisponde nel modo più assoluto a una decisione assunta dal ministero
dell’Interno né tantomeno in via di attuazione». Sconfessato da Alfano,
Marino ha rispedito la palla al mittente: «Far ospitare gli immigrati
dalle famiglie non è una mia proposta, bensì è stata discussa al Tavolo
nazionale immigrazione e già sperimentata da tempo in alcune realtà
italiane, coordinate da nove Caritas diocesane tra cui Milano, Savona e
Genova».
Ciò che sorprende, in tutta questa vicenda, è il rimpallo di
responsabilità tra Viminale e Campidoglio per un’idea che sembrava
sicuramente "originale". Appare comunque chiaro che questa strada verrà
abbandonata. Resta il fatto che la tensione sociale a Roma resta alta.
A
preoccupare, però, è anche ciò che avviene nel resto d’Italia,
soprattutto in Sicilia. «A Palermo ieri sono sbarcati 700 immigrati, un
terzo dei quali sospetti casi di scabbia», a denunciarlo è Gianni
Ciotti, del sindacato di Polizia Sed. La situazione è ancora più
pericolosa dal momento che «ad accoglierli sono gli agenti sprovvisti di
mascherine, distribuite solo a medici e infermieri, nonostante i
protocolli sbandierati dal ministro Alfano - continua Ciotti - Le
volanti, che dovrebbero essere impiegate nei servizi di controllo del
territorio, vengono invece utilizzate per accompagnare quanti arrivano
all’ufficio immigrazione. Con il risultato che poi, per essere
disinfettate, devono star ferme tre giorni e in Sicilia le rapine sono
aumentate del 200%». L’effetto è paradossale: «In tutte le zone della
Sicilia toccate dall’immigrazione, la criminalità si sovrappone al
problema della mancata sicurezza, considerato che le volanti vengono
distolte dai consueti servizi».
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