SALASSO CAPITALE
8 mila persone, 18 campi nomadi, 11 cooperative sociali.
Quest’anno il Campidoglio ha già speso 13 milioni. Nel 2013 sono stati
24.
«I Parioli non si toccano. L’idea di Marino è folle»
Mancano ancora tre mesi alla fine del 2014, e il Dipartimento Servizi
Sociali del Comune di Roma ha già speso 12,7 milioni di euro per la
gestione delle quasi 8000 persone di etnia rom presenti sul territorio
cittadino. Parliamo di più di 4 milioni di euro a trimestre, per un
accumulo di spese che di questo passo andranno inevitabilmente a sforare
i 14 milioni di euro contemplati dal Bilancio di previsione, approvato
prima dell’estate. Costi che continuano a crescere, e che non tengono
conto di altre variabili non riferibili ai Servizi Sociali, che ad
esempio nel 2013 ha fatto lievitare la cifre complessiva fino a quota 24
milioni. Otto campi "ufficiali" attrezzati, altri 10 tollerati. E poi
opere di bonifica dopo gli sgomberi, ma anche di gestione delle persone
che vengono trasferiti da una parte all’altra della città senza alcuna
ipotesi gestionale oltre quella della perenne emergenza.
Tra le voci di spesa più ingenti, c’è sicuramente quella relativa al
compenso per le 11 cooperative coinvolte nella gestione dei campi.
Parliamo di Alberto Bastiani, Arcisolidarietà, San Saturnino, Tailorsan,
Isola Verde, Domus Caritatis, InOpera, Bottega Solidale, Opera Nomadi,
Ati Eriches e Casa della Solidarietà. Solo per queste organizzazioni, ad
oggi, è stato accantonato un fondo pari a 2,9 milioni di euro:
dovrebbero occuparsi di assistenza ma anche di progetti di integrazione
lavorativa e culturale, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Più o meno la stessa cifra, poi, è stata messa da parte per pagare la
gestione viva dei villaggi, ben 3,2 milioni di euro, soldi che passano
comunque per le tasche delle cooperative affinché queste provvedano alle
spese per i loro progetti.
Ai cittadini romani, poi, farà anche piacere sapere che il loro Comune
sta ancora sostenendo costi piuttosto alti per l’assistenza delle
famiglie rom che risiedevano nei campi Casilino 700 e Casilino 900: ben
448mila euro in 9 mesi, nonostante l’operazione sia avvenuta nel 2009,
ormai 5 anni fa. Ma, in generale, lo sgombero di un campo rappresenta un
costo addirittura doppio per l’Amministrazione. Ci sono infatti le
spese dell’atto di bonifica in sé, ma poi queste persone vanno gestite:
bisogna accoglierle in altri campi o in altre strutture, gli va fatto
spazio, hanno bisogno di servizi e quant’altro, o in alcuni casi vanno
anche fittati dei locali ex novo. Così, in generale, quest’anno la
gestione post-sgomberi è costata quasi 200mila euro.
Un capitolo a parte lo merita l’impianto di via Visso, definito "Best
House Rom". Qui nel corso dei mesi sono finiti i rom spostati
temporaneamente dal campo de La Cesarina e quelli sgomberati da via del
Baiardo. Si tratta di una struttura che somiglia più a un lager, con
filo spinato e coprifuoco notturno: 320 persone stipate in 1800 metri
quadri (e 24 bagni) a costi allucinanti per il Comune. Già, perché
quest’anno sono già stati spesi 2,3 milioni di euro e si viaggia sui
6.000 euro al giorno.
Ci sono poi altri tipi di servizi per cui il Campidoglio ha sostenuto
costi importanti. Si pensi, ad esempio, al trasporto scolastico, per il
momento fermo a 112mila euro, ma anche la manutenzione dei depuratori,
costata poco più di 200mila euro. Oltre ai soldi dati cash alle
cooperative, poi, altro denaro è stato destinato a progetti particolare:
quello relativo all’accoglienza e all’inclusione sociale, per i quali
sono stati pagati 390mila euro, ma anche un servizio di sportello
sociale, aperto solo in alcuni campi (ma a cosa serve se è pieno di
personale delle cooperative?) costato in totale 72mila euro. Inoltre,
quasi 200mila euro di fornitura pasti, mentre la raccolta dei rifiuti è
costata fin qui alla municipalizzata Ama poco meno di 1 milione di euro.
Ovviamente, va detto, i campi rom sono tutto tranne che un posto di
villeggiatura. Dunque, succede siano soggetti anche alla violenza del
maltempo. Così in questo anno un po’ sfortunato dal punto di vista
meteorologico, il Comune di Roma è stato costretto anche a versare
274mila euro per l’"emergenza alluvioni", che si vanno a sommare ai
323mila euro di manutenzione ordinaria.
Infine, capita che i "villaggi per la solidarietà" vengano realizzati
su terreni non di proprietà del Comune. Che in alcuni casi li acquista,
come avvenne (a caro prezzo) con il campo di Castel Romano, ma in altri
paga un affitto. Iscritto nel conto dei Servizi Sociali, c’è l’importo
che il Campidoglio versa nelle casse della Congregazione
Evangelizzazione dei Popoli, una delle nove congregazioni della Curia
Romana, pari (ad oggi) a 66mila euro.
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