Sono finiti i tempi del dominio della sinistra su cantanti e attori italiani,
“se non dici di essere dei nostri esci fuori circuito e non becchi
nemmeno una presenza al Festival dell’Unità”. Non è stata la fine della
prima Repubblica a “liberare” gli artisti e neppure l’avvento della
stagione televisiva di Mediaset. La svolta è avvenuta con i social. Sì,
con twitter e Facebook, perché lì, in quello spazio a metà tra il
privato e il pubblico, le esternazioni spesso non sono controllate e
controllabili. Quindi esce di tutto, la provocazione e la risposta. Un
esempio eclatante è quello di Simone Cristicchi, un grande artista che la sinistra considerava “suo” e che invece, per aver messo in scena Magazzino 18,
lo spettacolo su esodo e foibe, è stato bersagliato di insulti dai
compagni, “colpevole” di aver detto una verità che doveva essere
nascosta. “Siete relitti di una ideologia sepolta”, è arrivato a
scrivere Cristicchi sulla sua pagina di Facebook, a commento di una foto
che mostrava la gomma della sua auto tagliata, a mo’ di minaccia o
sfregio. “A noialtri ci tocca sopportare i vostri ragli da asini”.
Parole durissime, che provano un disagio, una rabbia e una reazione
impensabili negli anni passati.
Cantanti e attori controcorrente
Putin è il nemico giurato del Pd? Ecco una sfilza di
artisti italiani che invece lo stimano, vanno in Russia a cantare
fregandosene del politicamente corretto imposto dalla sinistra contro il
leader del Cremlino. Non si limitano a esibirsi sul palco ma
scelgono di schierarsi dalla cosiddetta “parte sbagliata”. Persino un
artista cauto come Riccardo Fogli si è spinto fino a
partecipare alla festa per il ritorno della Crimea tra le braccia della
Russia con tanto di dichiarazioni a favore dello stesso Putin. Per non
parlare dei tradizionali “ospiti” di Mosca, da Al Bano a Toto Cutugno, che non nascondono le loro simpatie per lo “zar”.
Vatti a fidare dei “vecchi amici”
Persino dal palco di Piazza San Giovanni c’è chi ha “fatto la festa” al Pd ed è stata una sorpresa. Piero Pelù,
ex Litfiba, non ha avuto peli sulla lingua: ”Non vogliamo elemosine da
80 euro, vogliamo lavoro, il non-eletto deve capire che in Italia c’è un
grande nemico, la disoccupazione”. Deluso dalla sinistra ormai da tempo
è Francesco De Gregori, che in più di un’occasione ha
dato dispiaceri al Pd: “Pensare di eliminare Berlusconi per via
giudiziaria credo sia stato il più grande errore di questa sinistra”,
“sono stato berlusconiano solo per trenta secondi in vita mia, quando ho
visto i sorrisi di scherno di Merkel e Sarkozy”. Parole di un uomo che
sa essere e sentirsi italiano, a differenza del Pd che di quei sorrisi
di scherno fece una bandiera.
Da Alba Parietti alla Strana Società
Fin troppo semplice ricordare Lino Banfi e Lando Buzzanca. Inaspettata, invece, la perfomance dell’ex coscialunga della sinistra. Delusa si è dichiarata più di una volta Alba Parietti (“sono snob e bigotti”) così come la pasionaria Fiorella Mannoia
(“a 60 anni la vita ti cambia, non puoi più trattenere quello che hai
da dire e per fortuna c’è qualcuno che ti ascolta. Quindi che mi importa
se poi qualcuno nel mio entourage mi dice di fermarmi altrimenti non mi
invitano a cantare. Vuol dire che canterò da un’altra parte”). Su
Facebook è esplosa poi la “guerra” della Strana Società, il gruppo diventato famosissimo per la storica Pop Corn e
di cui faceva parte anche Umberto Tozzi. Il leader Cesare Gianotti ha
condotto innumerevoli battaglie politiche di destra attraverso il social
ed è stato preso di mira, segnalato a tal punto che gli hanno
cancellato il profilo di facebook dove aveva migliaia di iscritti ed è
stato costretto a ricominciare da zero “amici”. E lui ha scritto:
“Scusate amici se non mi avete visto in bacheca, ma sono stato bloccato
dal regime. In Italia, fino a qualche tempo, fa potevi esprimere su
Berlusconi peggiori giudizi, gli insulti più feroci, gli epiteti più
umilianti, i post più volgari… io invece sono stato bloccato per aver
dato dell’intelligentona a una del Pd e per aver criticato il dio Renzi.
Siamo in un Paese ridicolo dove non puoi nemmeno esprimere il tuo
dissenso”.
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