31 agosto – Il dott. Danilo Taino il 29 agosto ha proposto su SETTE
del Corriere della Sera un’interessante analisi sulla situazione
politica indiana dopo le elezioni di Narenda Modi cercando di
individuare le possibili ricadute positive o negative che ne potrebbero
derivare per la soluzione della vicenda dei due Marò.
L’autore ci dice che, “Modi possa avere anche un certo interesse, non
prioritario ma nemmeno insignificante, a costruire rapporti proficui
con Roma, se questa li cercasse seriamente”, ed aggiunge “la vicenda di
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre potrebbe ora diventare
un’opportunità per costruire una relazione seria.”
Informa, altresì, sulle mosse di Modi nella ristrutturazione della
politica estera indiana da cui emerge tutto il pragmatismo che ha sempre
contraddistinto il neo Presidente Indiano durante la sua lunga
militanza politica, che in questo caso lo porta a guardare con simpatia e
prioritariamente Paesi importanti per aprire rapporti economici
significativi. Il pragmatico Modi che Governatore dello Stato indiano
del Gujarat riferendosi all’eccidio di 1800 cristiani avvenuto a Godhra
nel 2002 dichiarò “Non ne ho mai sentito parlare”, tanto da suscitare la
reazione della UE e degli USA che lo definirono “persona non gradita” .
Dallo scritto del dott Taino si evince che l’autore considera la
vicenda dei due Marò come un’opportunità di “ un test diplomatico
decisivo…..che difficilmente si risolverà positivamente se Roma la
giocherà solo in difesa. Se riuscirà invece a trovare uno spazio
politico, economico, di affari, culturale nella ridefinizione della
politica estera di Modi, creerà basi solide per risolvere anche il caso
di Girone e Latorre per via diplomatica. Per ora non lo sta facendo”.
Forse Taino auspicherebbe una maggiore sottomissione dell’Italia nei
confronti di Delhi perché si sblocchi la situazione dei due nostri
Fucilieri di Marina. Una scelta fatta a suo tempo proprio per cercare di
difendere quelli interessi economici che Taino include fra i futuri
obiettivi italiani in India. Uno stallo forse dovuto al fatto che
l’Italia non si è ancora prostata a sufficienza e perché le nostre
Istituzioni non hanno implorato abbastanza, come sembrerebbe auspicare
Taino, magari attraverso ulteriori note verbali imploranti compromessi o
piuttosto nominando avvocati filo indiani, dopo aver restituito
centinaia di milioni in fideiussioni Agusta.
Un Italia che addirittura accetta che il Tribunale Speciale indiano
nominato per i due Marò incarichi la NIA – Agenzia di Investigazione
Antiterrorismo – di verificare il buon fine della cauzione versata
dall’Italia per garantire ai due Marò di potersi muovere liberamente,
nemmeno fosse una fideiussione riconducibile ad Al Qaeda !
Nel corso di questi 500 giorni, comunque, la genuflessione italiana
non è mai cessata. Un de Mistura sempre a “mani giunte”, l’invio
continuo di Ministri e parlamentari in India per “questuare” il rispetto
del diritto Internazionale e dei diritti umani. Forse in atto anche una
promessa di un impegno italiano perché Delhi sia ammessa nel “club
nucleare”, nonostante che non lo meriti essendo al mondo uno dei primi
proliferatori di bombe atomiche.
Danilo Taino, comunque, lancia un messaggio coerente alle iniziative
portate avanti sulla vicenda dagli ultimi tre Governi, tutte improntate
al “rilancio” dei rapporti economici con l’India, anche accettando
indicibili compromessi sui Marò.
In sintesi, Roma dovrebbe propone una soluzione flessibile che lasci
all’India il diritto di processare senza fare chiasso i due militari in
modo che i giudici indiani siano comprensivi, con l’auspicio che forse
li faranno rientrare in Italia fra un paio di anni, con “danni lievi” in
termini di condanna.
Un approccio di sudditanza quello consigliato, forse perché è invalsa
ormai la convinzione che l’Italia è “Paese figlio di un Dio minore”,
anche di fronte ad una controparte che dimostra lacune sociali e
culturali di una certa valenza. Il nuovo Presidente Modi, infatti, fra i
suoi impegni prioritari ha quello di convincere i 700 milioni di suoi
concittadini Hindu che, a differenza di quanto fanno ora, è opportuno
non “defecare all’aperto” ma usare le latrine per ridurre
epidemie,denutrizione infantile e malattie derivate in primis dalle
cattive condizioni igieniche.
Non credo che di fronte a queste realtà l’Italia si debba sentire
subalterna e portare avanti la soluzione della vicenda dei due Marò a
testa bassa. Piuttosto deve sentirsi ancor più Nazione e pretendere la
difesa dei diritti di due suoi cittadini attivando un coinvolgimento
giuridico internazionale che sia incisivo e costruttivo.
Speriamo che la Ministro Mogherini ciò che non ha ottenuto come
Responsabile della politica estera italiana, lo ottenga ora che è stata
nominata Alto Commissario per la politica estera europea, condizione che
forse la potrebbe rendere meno condizionata dai vincoli imposti dalle
lobby affaristiche italiane, le stesse che, il 22 marzo 2012, indussero
l’allora Premier Monti a riconsegnare due militari italiani al giudizio
indebito di uno Stato terzo, nonostante che nei loro confronti non fosse
stata formalizzata alcuna accusa.
Fernando Termentini, 31 agosto 2014, ore 15,00
fonte: http://www.imolaoggi.it
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