Ieri, proprio a Slovyansk, filo-russi armati di kalashnikov con il volto coperto si erano impossessati del comando locale di polizia e della sede dei servizi segreti, mentre in altre città, Kramatorsk e Krasni Liman, sempre nella serata di sabato ci sono stati degli scontri tra filo-russi e polizia.
Nella più importante città della regione, Donetsk, invece, 200 uomini armati di bastoni e spranghe hanno fatto irruzione nel comando della polizia costringendo il generale Kostanti Pozhiadev a darsela a gambe da un’uscita secondaria e a rassegnare le dimissioni, il comandante dei servizi segreti di Donetsk, ValeriIvanov, è invece stato silurato direttamente dal presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turcinov.
La possibilità di rivedere la stessa dinamica che ha portato la Crimea tra le braccia di Mosca, applicata alle regioni dell’Est dell’Ucraina, diventa sempre più tangibile: gli edifici governativi, i comandi di polizia e dei servizi segreti nelle regioni sud-orientali, vengono occupati dai filo-russi quasi senza resistenza, in alcuni casi, i poliziotti che dovrebbero difenderli liberamente scelgono di porre sulla propria uniforme la coccarda arancione e nera simbolo della battaglia per l’autonomia e l’annessione.
Nella notte Kerry, segretario di stato Usa, e Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo, si sono nuovamente sentiti al telefono: Kerry ha chiesto alla Russia di ritirare le truppe dal confine con l’Ucraina e soprattutto, ma tra le righe, di porre fine alle operazioni di provocazione nelle regioni dell’Est, da parte sua Lavrov ha ribadito che la Russia non ha interessi riguardanti le regioni in questione e che “Kerry non ha saputo trovare elementi concreti con cui giustificare le proprie preoccupazioni”.
Lavrov ha inoltre ricordato che “se l’Ucraina userà la forza contro i manifestanti, la Russia non parteciperà all’incontro del 17 Aprile a Ginevra con Ucraina, Usa e Ue”.
di Guglielmo Sano - 13 aprile 2014
fonte: http://www.termometropolitico.it
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