Cos'è lo scambio elettorale politico-mafioso e perché la modifica del 416-ter non dev'essere più rimandata.
Scambio elettorale politico-mafioso
La pena stabilita dal primo comma dell'articolo 416-bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio della erogazione di denaro.Il primo comma del 416-bis prevedeva inizialmente pene "da cinque a dieci anni", poi innalzate di due anni nel 2008, divenendo "da sette a dodici", con il cosiddetto pacchetto sicurezza presentato dall'allora ministro degli Interni Maroni, che aumentava tutte le pene correlate allo stesso articolo.
L’iniziativa per cambiare il 416-ter viene promossa nei primi mesi del 2013 dalle associazioni Libera e Gruppo Abele attraverso il sito www.riparteilfuturo.it. Si tratta di una richiesta semplice, l’aggiunta di due sole parole, ovvero "altra utilità", a un articolo che altrimenti prevede che il voto di scambio politico-mafioso si configuri solo quando avvenga una “erogazione di denaro”. Insomma, solo quando il politico paga in denaro l’organizzazione mafiosa la quale - in cambio del pagamento - offre al politico il proprio sostegno elettorale.
È chiaro che, per come si configura, è una norma che ha trovato un’applicazione scarsissima o nulla. Il politico che chiede l’appoggio della mafia non offre certo denaro, ma piuttosto favoritismi d'ogni genere, in particolare per quanto riguarda appalti di lavori pubblici, forniture e servizi, nonché l'inserimento di uomini della mafia negli apparati della politica o la promessa di leggi che favoriscano le organizzazioni mafiose.
La giurisprudenza ha finora ovviato a questa lacuna creando una fattispecie di reato che non è esplicitamente prevista nel codice penale, nota come "concorso esterno in associazione mafiosa", e combinando a tal fine gli articoli 110 (concorso di reato) e 416-bis (associazione di tipo mafioso) del codice penale. Un artificio giuridico che pare essere stato ideato da Giuseppe Ayala, pm siciliano del maxiprocesso insieme a Giovanni Falcone e Salvatore Borsellino, e che - secondo lo stesso Ayala - porta a condanne che generalmente s'attestano attorno ai sette anni.
Renato Farina, il giornalista al servizio del Sismi passato poi alla storia come agente Betulla, l'anno precedente aveva depositato alla Camera una proposta di legge (la C.4396) per l'introduzione dell'articolo 378-bis con un massimo di pena di sei anni di reclusione. Questa la proposta di legge di Farina:
Dopo l'articolo 378 del codice penale è inserito il seguente:Un testo che ricalca esattamente quello del 2001, a firma dell’allora presidente della Commissione Giustizia della Camera Giuliano Pisapia, l'attuale sindaco di Milano, non fosse per le pene che nella proposta di Pisapia erano addirittura più contenute, "da due a cinque anni".
«Art. 378-bis. – (Favoreggiamento o agevolazione di associazione di tipo mafioso). – Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 416-bis, favorisce consapevolmente con la sua condotta un'associazione di tipo mafioso o ne agevola in modo occasionale l'attività, è punito con la reclusione da tre a sei anni.
La disposizione del primo comma si applica anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso».
Ci proverà nuovamente il senatore Luigi Compagna, nel 2013, con un disegno di legge (S.2655) che sarà poi ribattezzato dai giornali "salva-Dell'Utri" e che proponeva pene ancora più basse, "da sei mesi a quattro anni":
1. Dopo l’articolo 379-bis del codice penale sono inseriti i seguenti:Bisogna qui ricordare che le intercettazioni, strumento indispensabile nelle indagini e che s'è rivelato fondamentale in alcune condanne eccellenti (come ad esempio quella per favoreggiamento aggravato che l'ex-presidente della regione Sicilia Totò Cuffaro sta ora scontando al carcere di Rebibbia), sono consentite solo quando il massimo della pena è superiore ai 5 anni. Ora, è chiaro che la campagna di Libera e Gruppo Abele per la modifica del 416-ter è volta a far chiarezza e ampliare le tutele contro le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni, ma anche a evitare un futuro cambio alle norme che favorisca le mafie e la corruzione con la scusa di colmare una lacuna del codice.
«Art. 379-ter. - (Favoreggiamento di associazioni di tipo mafioso). – Chiunque, fuori dei casi di partecipazione alle associazioni di cui all’articolo 416-bis, agevola deliberatamente la sopravvivenza, il consolidamento o l’espansione di un’associazione di tipo mafioso, anche straniera, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Art. 379-quater. - (Assistenza agli associati). – Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di favoreggiamento, dà rifugio o fornisce vitto, ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle persone che partecipano a un’associazione di tipo mafioso, anche straniera, al fine di trarne profitto, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni.
La pena è aumentata se l’assistenza è prestata continuativamente».
2. L’articolo 418 del codice penale è abrogato.
Davide Mattiello, ex coordinatore di Libera eletto come indipendente nelle file del Pd, ricordava in una lettera aperta come "ogni norma è il prodotto di un complesso negoziato politico". Il 416-ter non poteva certo sfuggire a questa regola e l'aggiunta delle parole "altra utilità" in coda a un articolo del codice penale era forse esercizio troppo lineare per il Parlamento Italiano. Tant'è che l'iter parlamentare della legge è stato piuttosto tormentato: più di 400 giorni in cui Camera e Senato si sono rimpallati la norma per ben quattro volte. Prima approvata all'unanimità alla Camera nel luglio 2013, 503 favorevoli su 503 presenti. Il testo unificato già prevedeva pene da quattro a dieci anni:
«Chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni.Ma il testo attira su di sé molte critiche, in particolare quelle di Saviano che vede nelle parole "consapevolmente" e "procacciamento" un possibile regalo ai clan, e dalle pagine di Repubblica mette in guardia sui rischi di una norma che potrebbe addirittura trasformarsi in una "salva-Cosentino". Provare che un'organizzazione mafiosa abbia fatto "campagna elettorale" per un politico diverrebbe, con questa norma, impresa quasi impossibile per il magistrato; d'altro lato le vecchie fattispecie di reato come il concorso esterno sarebbero in qualche modo inglobate in questa nuova norma e, pertanto, depotenziate.
La stessa pena si applica a chi procaccia voti con le modalità indicate al primo comma».
Queste critiche portano a una modifica del testo in Senato:
«Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416-bis in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione è punito con la stessa pena stabilita nel primo comma dell’articolo 416-bis.La legge, che ripristina le pene originarie e inserisce il concetto di "messa a disposizione" del politico, è approvata il 28 gennaio con 168 voti a favore, 4 contrari e 66 astenuti (in Senato, l'astensione è equivalente a voto contrario), ma con una maggioranza spaccata: a favore Pd, Sc, Popolari per l’Italia, M5S e Lega Nord. Nuovo Centrodestra e Forza Italia astenuti, mentre Gal esprimeva voto contrario.
La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con le modalità di cui al primo comma»
A febbraio Renzi subentra al dimissionario Letta come capo del Governo e sceglie Berlusconi come interlocutore privilegiato sulle riforme. La modifica del 416-ter dovrebbe essere finalmente approvata dalla Camera a fine marzo, ma Forza Italia è in rivolta, deposita mille emendamenti nel tentativo di fare ostruzionismo a una testo che il capogruppo Brunetta definisce "indecente" e che il partito considera troppo ambiguo. Il testo viene nuovamente rivisto.
Questo il nuovo testo del 416-ter approvato dalla Camera con 310 voti a favore e il voto contrario del M5S, ora in discussione al Senato (ddl 948-B):
«Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni.»I parlamentari del Movimento 5 Stelle denunciano che, con questo testo, il 416-ter muore mentre il "trio Berlusconi-Renzi-Alfano si rende complice della criminalità organizzata". La "ghigliottina" (la sospensione della discussione per passare direttamente al voto) inflitta ai senatori 5 Stelle provoca momenti di tensione e l'inscenamento del solito teatrino italiano, tra i parlamentari del M5S che urlano "fuori la mafia dallo Stato" e Vincenzo D'Anna (Gal) che si rivolge a loro con il saluto romano al grido di "duce, duce". Ognuno ha i propri santini da esporre: Paola Taverna (M5S) fa sue le critiche del magistrato Ferdinando Imposimato, mentre il Pd porta a sostegno del testo approvato dalla Camera gli apprezzamenti di Raffaele Cantone, neo-presidente dell'Authority sulla corruzione, e del procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, il quale parla di una norma perfetta.
Il Movimento 5 Stelle critica soprattutto l'abbassamento delle pene, pur essendo queste le stesse del primo testo approvato all'unanimità dall'aula di Montecitorio. La battaglia per l'inasprimento delle pene è senz'altro nobile, ma finché le pene saranno virtuali, viste le mancanze della norma attuale, allora è una battaglia che in vista delle prossime elezioni rischia proprio di fare il gioco delle mafie e dei corrotti. Un pragmatismo auspicato dai promotori della campagna "Riparte il futuro" che, seppur perplessi sull'abbassamento delle pene, sostengono che "il vero regalo che si farebbe oggi a mafiosi e politici collusi sarebbe la mancata approvazione della riforma prima della prossima campagna elettorale".
Martedì il Senato voterà la modifica del 416-ter. Lo stesso giorno in cui la Cassazione si pronuncerà su Marcello Dell'Utri, il fondatore di Forza Italia accusato proprio di concorso esterno in associazione mafiosa.
14 aprile 2014
fonte : http://www.agoravox.it
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