Non esistono, oggi in Italia, ambienti più feroci, bigotti ed arroganti di quelli legati al cosiddetto mondo lgbt.
Roma, 25 gen – Questa testata non è mai stata tenera con Italo nè ha mai mostrato eccessiva indulgenza nei confronti del Family Day. Riguardo al processo mediatico e morale che l’azienda sta subendo
per aver fornito sconti a chi si reca all’evento del 30 gennaio non è
però possibile fare distinguo: basta una leggera scorsa ai messaggi
lasciati sulla bacheca facebook di Italo per trasformarsi, per reazione,
in neocatecumenali fanatici, in pasdaran del ciellinismo (un confronto
con tali ambienti sarà poi sufficiente per ritrovare l’equilibrio,
fortunatamente). Non esistono, oggi in Italia, ambienti più feroci, bigotti ed arroganti di quelli legati al cosiddetto mondo lgbt.
Un mondo che impiega il 100% delle sue forze per comprimere gli spazi
di libertà reale in nome di libertà fittizie. Gli argomenti contro
Italo, per esempio, sono eloquenti.
La colpa imputata al Family Day è
ontologica, non politica. Chi il 30 gennaio si riunirà al Circo Massimo
ha la colpa di esistere. La manifestazione viene giudicata razzista,
omofoba, fondamentalista, nonchè, è ovvio, fascista e magari nazista. Le
opinioni di chi vi prenderà parte sono non opinioni, cose che non devono avere legittimità.
Sulle unioni civili il solo dibattito viene giudicato una concessione
troppo generosa, perchè sull’argomento una sola posizione dovrebbe
essere tollerata, eventuali obiezioni devono essere materiale per la
polizia. Ovvio che Italo, interloquendo commercialmente con simili
ambienti, si sia macchiato di peccato ideologico grave. Ora, da dove
nasce questa sicumera? Dal fatto di parlare di “diritti”. Chi vuole comprimere diritti altrui, è l’argomento, non sta esprimendo un’opinione. Sta discriminando.
Tale posizione, però, è un puro esercizio di pensiero magico. “Diritti” è qui il nome di un’essenza metafisica, assoluta e sfuggente. Insomma, sono più religiosi, nel senso delle argomentazioni usate, più i gay dei Papa boys.
Se invece prendiamo i diritti per ciò che realmente sono, una funzione
giuridico-politica, la questione appare in maniera diversa. Tutto ciò
che decide la politica ha a che fare con i diritti: ho diritto a
costruire casa in riva al mare? Ho diritto a guidare il motorino senza
casco? Ho diritto a fumare al cinema? Ho diritto ad avere la pensione
alla mia età? Ho diritto a sposare una persona del mio stesso sesso? Di
questo discute la politica. E, i gruppi lgbt se ne facciano una ragione, è ancora possibile avere delle idee differenti.
Adriano Scianca - 25 gennaio 2016
fonte: http://www.ilprimatonazionale.it
Nessun commento:
Posta un commento